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Allenatore di calcio professionista/Professional Coach
Sono proprio contento della “Panchina d’oro” assegnata a Francesco Guidolin.
Perché c’ho lavorato insieme per quattro anni e conosco il valore dell’allenatore e dell’uomo, perché è strameritata visto i risultati della squadra e soprattutto il gran lavoro che sta svolgendo, perché è un “antidivo” e quindi il premio, più che al personaggio, è quasi sicuramente il frutto dei valori che riesce a trasmettere.
Cosa questa che piace molto a noi di Slowfootball…
Non si può certo dire che il suo sia un calcio “lento”, slow, vista l’intensità di gioco e la rapidità dello sviluppo dell’azione della sua “banda Bassotti”.
Però sono evidenti i valori di “appartenenza ai colori”, spirito di gruppo e di sacrificio per il compagno che ha trasmesso alla sua squadra, piena si di giocatori di qualità, ma tanto giovane e troppo spesso “in divenire” (per le continue cessioni dei “pezzi” migliori), per consentire una così incredibile continuità di rendimento.
Eppure l’Udinese è lì, ancora fra le prime dopo un anno e mezzo insieme a squadroni che hanno investimenti e organici nettamente superiori…
E sono contento che lo stia facendo ad Udine, in una Società e con un Presidente che sembrano fatti apposta per il suo carattere ed il suo modo di essere e di fare.
Ed in una terra come il Friuli nella quale, come lui stesso spesso dice, si riconosce pienamente per il carattere ed i “valori” della sua gente.
E allora Very Slowfootball People della settimana per Francesco “Checco” Guidolin, allenatore di origini venete, ma friulano di “sentimento”, amato dalla gente per la sua cultura del lavoro che così tanto apprezziamo noi friulani, ma anche per quell’orgoglio che dimostra nel portare i colori bianconeri dell’Udinese ai massimi livelli in Italia e nel mondo.
Maurizio Trombetta
Squadra tosta e con gli “attributi” questo Paok capace di qualificarsi al primo posto in un girone eliminatorio con Tottenham e Rubin Kazan, che riesce a coniugare con grande equilibrio il bel gioco assieme alle caratteristiche di un gruppo abbinate a un grande spirito di sacrificio. Allenatore. Sta facendo indubbiamente un gran bel lavoro il mister Boloni, allenatore rumeno approdato al Paok dopo aver fatto un’ottima carriera fra Francia, Portogallo e Belgio. E infatti la squadra è di stampo europeo, grande organizzazione in entrambe le fasi di gioco, sviluppo della manovra semplice, ma molto efficace, recupero palla di squadra collettivo ed equilibrato, ritmi di gioco alti e con buona continuità nell’arco dei 90’. Non ci sono grandi “fenomeni” in organico, ma la squadra c’è, (non si vince per caso in casa del Tottenham) e si vede nettamente la mano dell’allenatore. Sistema di gioco. Il Paok si dispone in campo con un 4-1-4-1 che si evidenzia soprattutto nella fase di non possesso, con la linea dei quattro centrocampisti che pressano molto alti e aggressivi, protetti dal “non bello”, ma efficacissimo Garcia Perez, mediano a far da schermo davanti alla difesa. In fase offensiva i greci si dispongono con un 4-2-3-1. Tutti fenomenali i difendenti nel non consentire le traiettorie di gioco in profondità con una costante pressione sul portatore di palla, ma comunque abili nel non farsi mai “saltare” nell’uno contro uno. Quando riconquistano palla sono tutti bravi a inserirsi al tiro, soprattutto Salpingiadis a destra e Fotakis al centro, con Athanasiadis pericoloso riferimento avanzato.
Ancora uno scontro al vertice per l’Udinese nel turno casalingo contro il Milan, anche se entrambe le squadre stanno attraversando un periodo non particolarmente positivo. Decisamente peggiore per i rossoneri che attualmente, fra infortuni e squalifiche “pesanti”, hanno in pratica a disposizione “solo” una delle due formazioni di campioni di cui è composto il loro organico. Ovvero è sempre e comunque il Milan Campione d’Italia, (attenzione alla grande pericolosità della squadra di rango in difficoltà…), ma se consideri la formazione composta dagli “indisponibili”, beh allora ti viene da pensare: devo approfittarne! E per analizzare la situazione in casa Milan attuale basta considerare le dichiarazioni di Allegri dopo le sconfitte con Lazio e Juve di quest’ultimo periodo: manchiamo della necessaria “cattiveria”, dopo la sconfitta di Roma, e manchiamo di intensità e profondità, ieri dopo la partita di Coppa Italia. Dato per scontato che la carica agonistica al Friuli non mancherà, sulle altre oggettive difficoltà attuali, l’Udinese dovrà basare la sua partita per cercare di sfruttarne il conseguente vantaggio.
FASE DI NON POSSESSO PALLA: Difende troppo “basso” nella sua metàcampo, quasi davanti al limite dell’area, questo Milan, ed infatti ha già quasi lo stesso numero di gol subiti nell’intero campionato scorso. Manca il recupero palla in mezzo al campo per la innegabile difficoltà del reparto di centrocampo soprattutto per quanto riguarda le possibilità di ricambio. Meno corsa e quindi intensità di gioco anche nel pressing alto da cui una grande sofferenza per i contropiedi avversari. E poi i quattro dietro, se possono contare su Nesta e Thiago nelle migliori condizioni, possono “tenere” anche il Barca. Se malauguratamente uno dei due o peggio entrambi hanno problemi, il naturale sostituto Mexes, nonostante le grandi potenzialità, non è ancora in grado di fornire la stessa sicurezza difensiva, soprattutto sui palloni provenienti dalle fasce.
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