giovedì 24 novembre 2011

Messaggero Veneto, 24 novembre 2011: Intervista al Mister su Udinese-Roma


«Udinese, serve il turbo sulle ali»

Dalla Romania, dove lo chiamano ancora l’eroe di Roma, Trombetta consiglia come “pungere” i giallorossi.
DINE. A volte basta un’impresa, solo una singola impresa per farsi ricordare a lungo o per farsi scegliere ancora. Per il tecnico friulano Maurizio Trombetta quell’impresa fu firmata nei gironi di Champions League, il 23 settembre del 2008, quando alla guida del semisconosciuto Cluj andò a espugnare l’Olimpico giallorosso mettendo in grande difficoltà il collega Luciano Spalletti, appena sbarcato a Roma e considerato ai tempi un rivoluzionario in casa giallorossa, un po’ come lo è adesso Luis Enrique. Quella sera i campioni di Romania si imposero per 2-1 e da allora Trombetta viene chiamato “l’eroe di Roma” in Romania, dove il tecnico è da poco ritornato accettando una nuova avventura, guidare alla salvezza il modesto Targu Mures.
Trombetta, quali similitudini possono esserci tra quella Roma spallettiana affrontata allora e questa firmata Luis Enrique?
«L’accostamento riguarda la novità, la proposizione di idee calcistiche da sviluppare in maniera differente dal solito e quindi la necessità di avere tempo e risorse a disposizione. Allora noi allora affrontammo una Roma nuova e difficile da contenere soprattutto all’inizio, quando non si conoscevano le mosse di Spalletti, che propose Totti centravanti».
Un tecnico che aveva dato concretezza alla squadra, mentre la Roma di Luis Enrique conclude poco...
«È vero, la Roma di Spalletti arrivava da tutte le parti con sovrapposizioni sulle fasce e con i temuti inserimenti per via centrale. Quella Roma era più concreta e pericolosa di quella attuale».
Che lei giudica ancora inespressa?
«L’ultima volta che l’ho vista cominciava a piacermi. Ho visto l’impostazione data da Luis Enrique: doveva rifinire alcuni punti, come il possesso palla un po’ troppo rischioso in fase di ripartenza, ma si vedeva la scelta di un nucleo di sette, otto giocatori su cui far ruotare gli altri».
Pianjc, Gago e Lamela stanno facendo fare l’atteso salto di qualità.
«Sono tre nomi di giocatori che stanno facendo per la prima volta la serie A, e il fatto che facciano bene subito è sorprendente perché non è facile».
Trombetta, secondo lei qual è il punto debole della Roma di Luis Enrique?
«Il grandissimo possesso palla è un po’ eccessivo e può trovare difficoltà se non riesce a recuperare palla. Il loro gioco prevede massima partecipazione di tutti, anche dei difensori con la conseguenza di una linea molto alta che tende a lasciare campo scoperto».
Detta così potrebbe essere l’ideale per dell’Udinese.
«Infatti la squadra di Guidolin è brava a giocare sulle caratteristiche dell’avversario, a prendere le contromisure per poi a ripartire, soprattutto sulle ali, e se questa Roma non ha ancora trovato gli equilibri giusti l’Udinese potrebbe approfittarne».
Stefano Martorano

giovedì 17 novembre 2011

sabato 12 novembre 2011

Maurizio Trombetta è il nuovo allenatore del FCM Targu Mures (Romania)

Maurizio Trombetta è tornato in panchina. Il tecnico friulano ha infatti accettato l’offerta del Targu Mures, squadra di serie A rumena che si ritrova al penultimo posto in classifica dopo 7 giornate. L’obiettivo, ovviamente, è quello di centrare la salvezza. Dopo l’ottima Champions league disputata nel campionato 2008-2009 sulla panchina del Cfr Cluj (riuscì a guidare i suoi al successo per 1-2 sul campo della Roma e pareggiò 0-0 con il Chelsea salendo alla ribalta internazionale) l'allenatore udinese torna in Transilvania con uno staff tutto italiano: il suo vice è Alessandro Zaninelli (già con lui a Cluj) e il preparatore atletico Michele Bon.
In bocca al lupo Mister!

venerdì 4 novembre 2011

ATLETICO MADRID-UDINESE: TURAN-SUAREZ ATTENTI A QUEI DUE

Un pareggio, una pesante sconfitta e una netta vittoria nei tre turni di Liga che sono stati giocati in dieci giorni dall’Aletico tra le due partite contro l’Udinese. I biancorossi dimostrano di essere evidentemente una squadra ancora alla ricerca di una propria forte identità. Nella partita persa con l’Atletic Bilbao sono stati capaci di prendere tre gol in dieci minuti. Un po’ come successo qui ad Udine dove, dopo aver condotto il gioco per buona parte della partita, hanno preso due reti negli ultimi sei minuti di gioco. Ottima squadra con elementi di valore assoluto e con una impostazione forte e definita nelle due fasi di gioco, l’Atletico Madrid evidenzia ancora una certa mancanza di equilibrio nella capacità di reagire alle situazioni critiche della partita. Difetto che si nota di meno nelle gare interne dove riescono solitamente a imporsi agli avversari con una costante e crescente pressione di squadra e di pubblico. Aspetto fisico-atletico. È squadra tosta che cerca di imporre la sua fisicità a maggior ragione quando gioca in casa. Tra l’altro in Europa il contatto fisico viene valutato diversamente rispetto ai campionati nazionali e di questo l’Udinese dovrà tenerne conto. Soprattutto i centrocampisti centrali cercano il recupero palla a pressione sui giocatori avversari con contrasti di forza che li portano anche a volte a falli da ammonizione. Fenomenale in questo Mario Suarez: non ha giocato qui ad Udine, ma credo dirigerà le operazioni in mezzo al campo a Madrid, soprattutto nella fase di riconquista della palla. Essendo decisamente inferiori a loro per “chili” e stazza fisica dei giocatori, dovremo essere naturalmente più bravi a sfruttare le nostre maggiori doti di agilità e velocità di corsa e di gioco. Aspetto tecnico-tattico. Rapidità di manovra con scambi stretti alternati a cambi di gioco, per sfuggire al pressing fisico, organizzato e di squadra dell’Atletico Madrid. Questo il necessario atteggiamento per non consentire loro un recupero palla in zona avanzata, situazione dalla quale possono poi innescare il loro grande potenziale di giocatori d’attacco. Fondamentale in questo senso per gli spagnoli Arda Turan, il giocatore turco che non era presente all’andata: esterno di centrocampo, gioca prevalentemente a sinistra, possiede grandi qualità offensive, è abile e pericoloso sia nell’uno contro uno che negli assist da fondo campo, ma con una quantità di movimento e una capacità di recupero della posizione e della palla davvero impressionante. Si completa a meraviglia con Diego, lasciando così “solo” il compito di fare gol al pericolosissimo “bomber” Falcao, di cui ad Udine abbiamo visto solo un parente lontano… (www.mauriziotrombetta.blogspot.com)

domenica 30 ottobre 2011

UDINESE - PALERMO: C'E' UNA DIFESA ANCORA DA SISTEMARE

Messaggero Veneto, 29 ottobre 2011
"L'angolo del tecnico"
di Maurizio Trombetta

Ha solo due punti in meno dell’Udinese il Palermo che arriva al Friuli domenica. E a dire il vero avrà anche un giorno e mezzo di recupero in meno dopo il turno infrasettimanale. Però a differenza dei friulani ha vinto, e questo solitamente rende meno pesante assorbire la fatica. In più non giocando in Europa l’accumulo di stanchezza psico-fisica è minore rispetto ai bianconeri. Un solo pareggio senza aver mai segnato fuori casa e quattro vittorie su quattro partite in casa. Ma il vero problema per il Palermo è quello di una difesa non ancora all’altezza delle aspettative di Zamparini che, battendo già da lungo tempo su questo tasto, ha già cambiato tre o quattro allenatori…

FASE DI NON POSSESSO PALLA: Ben conscio dell’importanza del numero dei gol subiti per la squadra, il giovanissimo Mangia sta lavorando molto su questo aspetto alla ricerca del miglior assetto e dei giocatori più adatti allo scopo. L’ultimo e forse più importante accorgimento è quello del ritorno al suo ruolo naturale di centrocampista sul centrodestra di Migliaccio. Questo gli permette di proporre un rombo di centrocampo composto da tre incontrasti di sostanza, Barreto vera e propria “diga” in mezzo, Acquah anche corsa ed inserimenti a sinistra, dietro ad un trequartista. Forse la squadra difende ancora un po’ troppo “bassa”, ma così facendo si crea ampi spazi per il contropiede in avanti. Oltre a ciò la linea dei tre centrocampisti che si abbassa molto, permette alla coppia di difensori centrali Silvestre e Cetto, forti e di stazza, ma un po’ lenti, di non soffrire negli spazi ampi. I due esperti argentini garantiscono rendimento e sostanza a tutto il reparto completato a destra dal più difensivo Pisano ed a sinistra dal fluidificante Balzaretti.

FASE DI POSSESSO PALLA: Lo sviluppo della manovra risulta organizzato e sempre equilibrato. Difficilissimo vedere la squadra sbilanciata anche mentre attacca. Spinge naturalmente di più a sinistra dove il costante inserimento di Balzaretti accompagna gli spunti di Ilicic, trequartista mancino di gran corsa e tiro da fuori, cui piace partire proprio da quella fascia. In alternativa Zahavi, neoacquisto israeliano dalla “verticalizzazione” immediata. Senza l’infortunato Pinilla la coppia d’attacco dovrebbe essere formata da Hernandez e Miccoli, entrambi gran controllo di palla in corsa e tiro rapido e preciso. Gli avanti rosanero si cercano molto con sponde di un attaccante incontro per gli inserimenti dell’altra punta e del trequartista. www.mauriziotrombetta.blogspot.

NAPOLI - UDINESE: RIPARTENZE ECCO IL PANE DI MAZZARRI

Messaggero Veneto, 25 ottobre 2011
"L'angolo del tecnico"
di Maurizio Trombetta

Napoli contro Udinese, in assoluto le due squadre più organizzate ed in forma di questo inizio stagione. Nessuno vorrebbe affrontarle in questo momento, per quanto sono toste, solide e forti. Probabilmente l’Udinese sta riuscendo attualmente ad “assorbire” meglio il turn-over “spinto” cui i due tecnici hanno deciso di far ricorso. In quest’ottica potrebbe risultare molto pesante per Mazzarri l’infortunio muscolare di Gargano. L’organico del Napoli ha probabilmente qualcosa in più soprattutto a livello qualitativo di giocatori già maturi, ma Guidolin sta riuscendo a mantenere un altissimo livello di prestazione nonostante la gioventù e relativa inesperienza dei giocatori a disposizione.

DIFESA: Qui per i partenopei, come per i friulani, le maggiori difficoltà con i ricambi di qualità. A Cagliari ha riposato Cannavaro ( e si è visto…), contro di noi il reparto sarà quello “titolarissimo”, con Campagnaro ed Aronica ai suoi fianchi. Impressionante quanto è sempre “corta” la squadra di Mazzarri. Nella fase di non possesso tutti, compresi i “fenomeni” davanti si abbassano per il recupero palla, con distanze davvero minime tra la linea di difesa ed il giocatore più avanzato, nell’ordine dei quaranta – cinquanta metri. Quando attaccano mantengono le stesse distanze con l’accompagnamento in avanti dei difensori, gli esterni che partecipano, i centrali che accorciano. Il che si potrebbe rivelare un punto debole in caso di palla persa, per la rapidità di Di Natale e per i molti metri a disposizione dietro le spalle che inevitabilmente una difesa così “alta” deve lasciare.

CENTROCAMPO: Credo sia davvero questo il reparto più “decisivo” di questa squadra. Innanzi tutto si muovono come un unico “blocco” nelle due fasi di gioco. Poi Hamsik e Lavezzi (o Cavani) si comportano come veri e propri centrocampisti nella fase di recupero palla. Ora, con la crescita di Zuniga sia a destra che a sinistra, hanno il ricambio di qualità sugli esterni. Da verificare il rendimento di Dzemaili al centro, finora poco utilizzato nel suo ruolo naturale, al fianco di Inler.

ATTACCO: Più che dei singoli mi piace parlare dei giocatori in generale che attaccano. Assolutamente “spaventosa” la corsa immediata in verticale ad aggredire gli spazi dei tre davanti una volta riconquistata palla. Micidiale il comportamento dei due esterni di centrocampo. Se uno va al cross (sempre teso e forte a cercare gli inserimenti degli attaccanti…tutti!), l’altro arriva sempre a chiusura sul secondo palo. www.mauriziotrombetta.blogspot.com

domenica 23 ottobre 2011

UDINESE-NOVARA: MACCHINA ANCORA IN RODAGGIO

Messaggero Veneto, 22 ottobre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Il Novara, proveniente da due promozioni consecutive dalla Prima Divisione alla Serie A, sta scontando più di quel che merita il “noviziato” nella massima serie. Probabilmente sta pagando in maniera eccessiva la naturale difficoltà di inserimento dei molti giocatori nuovi “di categoria” necessari ad innalzare il livello qualitativo della squadra, unita ad una certa inesperienza del gruppo storico proveniente dalle serie minori. Non si può pretendere in Serie A il fantastico Novara dallo strapotere di gioco collettivo dell’anno scorso. Tesser lo sa e non appena avrà trovato il giusto equilibrio nell’inserimento dei nuovi in funzione del “telaio” esistente, sarà in grado di dare fastidio a molte squadre. Difesa. Nonostante gli innesti di Paci e Dellafiore il livello qualitativo del reparto non è ancora sufficiente. Ora il tecnico si trova a dover fare i conti anche con parecchie assenze e infortuni che lo costringono ad adottare soluzioni di fortuna. Probabilmente Della fiore, difensore centrale a sinistra al posto di Gemiti, con due centrali con caratteristiche troppo “uguali” come Paci e Centurioni, a destra Morganella, giovane di prospettiva ancora un po’ acerbo per la serie A. Centrocampo. Stesso schema di un anno fa – tre centrocampisti più un trequartista –, quasi gli stessi interpreti. Porcari (o Marianini) a destra, Rigoni a sinistra, Pinardi (o Mazzarani) a fare il vertice alto del “rombo” di metàcampo. Il solo Radovanovic, più incontrista che regista, a cercare di dare sostanza e presenza fisica in mezzo, ma che deve ancora crescere per potersi imporre a questi livelli. È un reparto che nella categoria inferiore dettava legge, adesso mi sembra un po’ troppo poco fisico e non abbastanza tecnico da imporre il gioco. Attacco. È questo il reparto dove sono stati apportati i maggiori cambiamenti e che infatti non sta ancora rendendo secondo le potenzialità. Oltretutto qui si notano le maggiori difficoltà nei meccanismi e sincronismi di gioco. Le punte si muovono ancora un po’ troppo singolarmente e con iniziative personali. Manca il gioco collettivo con i bei movimenti coordinati cui ci aveva abituato il Novara di Tesser. Per il momento giocano prevalentemente Morimoto e Meggiorini entrambi veloci e pericolosi nelle conclusioni a rete. Credo che quando Jeda (finora sempre subentrato), riuscirà a meritarsi un posto da titolare, Tesser potrà trovare la quadratura del cerchio per sfruttare le doti realizzative delle altre punte, compresi Granoche e Rubino.

giovedì 20 ottobre 2011

GIORGIO PORRA', UN VERO SIGNOR SLOWFOOTBALL

E’ con grande piacere che ho ritrovato alla conduzione delle trasmissioni di Sky sul campionato di calcio, in particolare per l’anticipo delle 12.30, il mitico Giorgio Porrà.

Grande persona e grandissimo giornalista, sempre equilibrato, pacato e sereno nel suo modo di condurre.

Sapevo che ha avuto problemi di salute piuttosto gravi, per cui rivederlo in video è stata una piacevole e molto apprezzata sorpresa.

Sempre lo stesso “aplomb”, lo stesso stile, la solita capacità di far sentire lo spettatore “a casa sua”, fra amici a condividere la stessa passione per il calcio parlandone pacatamente e in modo simpatico, ma semplice ed oggettivo.

E’ sempre un piacere ascoltare ed assistere alle sue trasmissioni, certo probabilmente un po’ meno carino della D’Amico (almeno per me…), ma decisamente meno enfasi, più naturalezza nel parlare e nel modo di approcciare sia gli ospiti che agli argomenti che tratta.

Bravissima Ilaria, bravo e simpaticissimo Caressa, ma lui è e rimane comunque di un altro livello.

Sarà perché ricordo sempre il mitico programma “Lo sciagurato Egidio”, una fantastica trasmissione di approfondimento sportivo e non solo in cui con gran maestria raccontava le “storie” che andavano oltre al semplice personaggio calcistico.

La sua è secondo noi di Slowfootball la maniera ideale di porsi di fronte alle partite, agli eventi anche i più “drammatici” ed in generale a tutte le cose del calcio.

Bentornato a Giorgio Porrà, uomo di sport, di diritto e sempre Very Slowfootball Person.

mercoledì 19 ottobre 2011

Udinese - Atletico Madrid: Falcao un animale d'area

Messaggero Veneto 19 ottobre 2011
"L'angolo del tecnico"
di Maurizio Trombetta

La partita più difficile ed importante dell’intero girone di qualificazione contro la squadra più forte. Difficile per la qualità tecnica e fisica dell’organico a disposizione e per la grande esperienza europea di alto livello del Atletico Madrid. Importante perché un eventuale conferma dell’Udinese a chiusura del turno di andata permetterebbe non solo di consolidare la classifica dei friulani, ma anche di affrontare le gare del ritorno con la giusta consapevolezza dei propri mezzi ed il conseguente “rispetto” delle squadre avversarie, a cominciare dalla difficilissima trasferta di Madrid.

FASE DI NON POSSESSO PALLA: Non è un caso se l’Atletico, a parte i cinque gol contro il Barca, ha incassato fra campionato e Uefa League solo due gol. Mai vista una squadra spagnola svolgere la fase di non possesso con una simile attenzione tattica. Manzano deve avere origini italiane… Solo qui da noi si vedono i giocatori che in fase di recupero palla si guardano l’un l’altro per mantenere le distanze, darsi le giuste coperture, “accorciare” sulla palla e recuperare immediatamente la posizione in “diagonale” sul portatore. Due difensori centrali di stazza, Miranda, più dotato tecnicamente e fisicamente e uno fra Filipe Luis o Godin, con due esterni rapidi e attenti nella fase difensiva della linea a quattro. Unica certezza dei quattro di centrocampo Mario Suarez sempre e comunque mediano davanti alla difesa. Di fianco a lui probabilmente Gabi, una buona mezzala, Reyes, molto meno sostanza rispetto all’assente Arda Turan, e uno fra Tiago o Koke, con Diego sempre pronto ad abbassarsi per recuperare qualche palla “sporca”.

FASE DI POSSESSO PALLA: Qui sembra che gli unici due ai quali sia permesso inventare qualcosa al di fuori degli schemi siano Diego e “bomber” Falcao. Soltanto Reyes, mancino che gioca a destra, più esteticamente bello ed elegante che realmente concreto, prova qualche giocata illuminante. Per il resto giocate e movimenti piuttosto lineari da parte degli altri centrocampisti più gli inserimenti dei due terzini, con la costante presenza in mezzo di Mario Surez a fornire quell’equilibrio di squadra che è la caratteristica fondamentale dell’Atletico. Poi Diego, ce lo ricordiamo, se gli si lascia tempo di gioco fa male, e Falcao comunque gran movimento, ma soprattutto “animale” d’area, bravissimo a posizionarsi dietro le spalle del secondo difensore per poi chiudere sulla porta. www.mauriziotrombetta.blogspot.com



sabato 15 ottobre 2011

ATALANTA - UDINESE: E' UNA DEA ESSENZIALE E SOLIDA

Grandi complimenti e  considerazione per quest’Atalanta, squadra con pochi fronzoli, essenziale, tatticamente definita ed abbastanza “semplice” da inquadrare, ma di grandissima sostanza e capace di imporsi in campo sfruttando appieno le caratteristiche dei suoi giocatori. Giocatori di serie A funzionali al gioco di Colantuono, inseriti su una base forte del gruppo che aveva vinto la serie B. La qualità degli argentini Schelotto e Moralez più il ritorno di Cigarini, il grande apporto tecnico ma anche agonistico dei vari Denis, Brighi, Masiello, Luchini
DISPOSIZIONE IN CAMPO: Lo schema di base è il  4-4-1-1 con la linea a quattro composta in pratica da tre difensori centrali come Masiello, Luchini (o Capelli) e Manfredini, piu un terzino  di spinta a sinistra, Peluso o capitan Bellini. In fase di non possesso non sono molto aggressivi nella propria metàcampo, peferendo abbassare molto la linea dei quattro centrocampisti per restringere gli spazi e chiudere le possibilità di gioco in verticale degli avversari. Recuperano così palla molto spesso fuori dalla propria area di rigore e tendono a sviluppare la manovra con una fitta rete di passaggi semplici, ma funzionali, con entrambi i mediani a disposizione per lo scambio nei piedi per far uscire la linea dei difensori. Fantastico il lavoro della linea di centrocampo nelle due fasi di gioco. Brighi e Cigarini centralmente ottimi in fase di protezione della difesa semplici e lineari in fase di impostazione. Schelotto e Padoin costantemente sotto la linea della palla in fase di non possesso, sempre immediatamente pronti a ripartire per garantire lo sviluppo dell’azione con almeno quattro giocatori.
ACCORGIMENTI TATTICI: A destra viene praticamente lasciata tutta la fascia a disposizione di Schelotto, “cavallone” che ha bisogno di grandi spazi per esprimere il suo grande potenziale di corsa, con un difensore puro in copertura. A sinistra Padoin e Peluso attaccano in coppia con frequenti sovrapposizioni e ricerca dello scambio anche centrale dell’esterno di origine friulana. Sviluppo della manovra secondo due direttive principali. Palla alta dei difensori per Denis con tre giocatori oltre per la “spizzata” e Brighi e Cigarini al “rimbalzo” per il recupero. Palla a terra per Moralez in mezzo alle linee (una specie di Pizzarro che fa il trequartista) rapido nel controllo e nel tiro, oppure in sua alternativa con Gabbiadini, giovane interessantissimo, gran movimento che spesso vuole palla sulla corsa anche in profondità.      

giovedì 6 ottobre 2011

Meno forza, più gioco in velocità

Messaggero Veneto, 3 ottobre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta



Primi in classifica dopo cinque partite di campionato con undici punti contro l’ultimo posto ed un solo punto dopo altrettanti turni della passata stagione. Decisamente un tantino diverso…! Eppure questa Udinese è figlia di quella che l’anno scorso a questo punto aveva collezionato quattro sconfitte ed un pareggio. Anzi viene quasi da dire “nipote” visto il doppio salto generazionale dei “vecchietti” che hanno un anno in più, e dei nuovi giovani che sono quasi dei bimbi. Via Zapata, Inler e Sanchez, dentro finora il solo “vecchio” Danilo con una banda terribile di ragazzi ancora da svezzare, ed il prodotto non  solo non cambia, ma quasi migliora. Fenomenali il “Padrino” Paron Pozzo e “mastro” Checco Guidolin, per rimanere nell’ambito del paragone familiare che sicuramente ben rappresenta e probabilmente piace ad entrambi.
FASE DI NON POSSESSO PALLA: Due considerazioni. 1) Anche nei preliminari di Champions con l’Arsenal, nonostante l’inesperienza di alcuni elementi del reparto arretrato, l’abitudine a lavorare giornalmente su diversi moduli di gioco tipica del mister, ha consentito alla squadra un rendimento di ottimo livello con la disposizione a quattro in difesa. 2) Il ritorno al modulo 3-5-1-1 ed il recupero di giocatori importanti come Basta, Ferronetti e Domizi ha consentito di ritrovare l’equilibrio indispensabile per risultati di questo livello. In particolare l’accentramento a scalare di Isla e Pinzi, ha permesso di non risentire in maniera eccessiva della partenza di Inler. Certo un po’ di dinamismo in meno, ma stessa capacità ed efficacia nel recupero palla in mezzo al campo, caratteristica fondamentale per le squadre di Guidolin, da cui la fantastica impenetrabilità della miglior difesa del campionato.
FASE DI POSSESSO PALLA: Qui il cambio degli interpreti denota maggiori differenze nel tipo di  sviluppo della manovra, con la necessità di maggior pazienza nella ricerca di un assetto definitivo. Mancano le geometrie ed i cambi di gioco di Inler, il gioco si sviluppa maggiormente per mezzo di  scambi stretti palla a terra, con ripartenze veloci una volta recuperata palla. Naturalmente per ora meglio a sinistra con la collaudata coppia Asa ed Armero , rispetto a destra dove gli automatismi tra Basta e Isla devono ancora migliorare, e soprattutto Torje (complimenti, tempi di apprendimento imprevedibilmente rapidi) non è comunque paragonabile a Sanchez. Gli auspicati rientri di Floro e Barreto, entrambi notevolissime qualità seppur con caratteristiche diverse, daranno la possibilità di avere nuove e diverse soluzioni di gioco, oltre a qualche turno di riposo a Totò.     www.mauriziotrombetta.blogspot.com      

mercoledì 5 ottobre 2011

Marchisio, tecnica e caparbietà stile Juve

Ho visto il primo tempo ed intravisto il secondo di Juventus – Milan del posticipo serale della sesta (quinta effettiva) del Campionato.


Bella partita, Juve che surclassa il Milan sotto tutti i punti di vista, ma mi piace evidenziare soprattutto uno dei protagonisti principali di questo strapotere sia fisico che tecnico dei bianconeri, Claudio Marchisio.

Partendo dall’azione del primo gol a quattro minuti dalla fine della partita, inserimento palla al piede con doppio uno-due, prima con Vidal e poi con Vucinic per inserirsi nel cuore dell’area di rigore ed andare a segnare su “rimpallo” pressando ancora la respinta del difensore avversario.

Con la caparbietà che solo un “campioncino” può ancora avere a quel punto della partita dopo aver speso così tanto, quasi tutto, senza aver ancora raggiunto il meritato vantaggio.

Perché se continua così, ha tutte le carte in regola per essere un campione vero come il Tardelli a cui giustamente viene paragonato o a un Maldini, un Del Piero, tanto per far riferimento a due “bandiere”, termine che ormai raramente può essere usato in questo calcio odierno.

Credevo non fosse mai andato via dalla Juve, invece un anno ad Empoli lo ha fatto.

Però poi non si è più mosso, ogni anno pieno di richieste, anche di altissimo livello, e mai sicuro di un posto in squadra da titolare, ma sempre rimasto in bianconero e guarda caso sempre diventato un pilastro della squadra, stagione dopo stagione.

Evidentemente la caparbietà cui facevo riferimento prima, oltre naturalmente a doti tecniche, fisiche e tattiche di primissimo livello.

Rimanendo alla partita di ieri sera, assolutamente notevole poi nel primo tempo, un controllo volante “no look”, come dicono i “veri” sempre in fase di inserimento in piena area di rigore avversaria.

Unica colpa la mancanza di pazienza per aspettare che la palla, controllata incredibilmente bene nonostante fosse uscita dal suo campo visivo, rimbalzasse nuovamente a terra per poterla poi colpire con la giusta forza.

Imparate da questi esempi bambini e ragazzi che sognate di diventare giocatori di calcio.

Doti tecniche straordinarie, ma anche la forza di provare a fare cose difficilissime e quindi con la possibilità di non riuscire, ed al contempo il carattere per continuare a provare a fare cose “importanti” fino alla fine della partita nonostante la fatica.

Claudio Marchisio, classe 1986, venticinque anni, “campione work in progress” è per me il VERY SLOWFOOTBALL PERSON della settimana.


mercoledì 28 settembre 2011

CELTIC-UDINESE: PALLA LUNGA E PEDALARE? NON SI FA PIU’

Messaggero Veneto, 28 settembre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

A Glasgow contro il mitico Celtic. Sembra quasi di andare a fare una partita di “ciapa no”, dove bisogna cercare di prendere il meno possibile. Udinese costretta a fare turn-over ai massimi livelli, forse addirittura senza attaccanti di ruolo, e loro con grossi problemi per infortuni soprattutto in difesa. Ma è pur sempre il secondo turno dell’Europa League e le motivazioni saranno comunque fortissime da entrambe le parti. Con l’aggiunta del fattore campo, cui anche i giocatori scozzesi fanno riferimento con grande enfasi nelle interviste pre-partita. La pressione cui cercano di sottoporre la squadra avversaria, che probabilmente giudicano giovane e senza grande esperienza internazionale, può anche essere letta come un sintomo di non piena fiducia nelle proprie forze. Sistema di gioco. La squadra si dispone in campo secondo un modulo 4-2-3-1 dimostrandosi formazione compatta e pragmatica, senza grandi individualità e assolutamente con poca fantasia. Contrariamente a quanto ci si aspetta, sviluppano la manovra con palla a terra. Usano la tipica palla lunga del calcio anglosassone quasi esclusivamente sul lato sinistro a cercare la testa, il fisico e la corsa del greco Samaras. Per il resto imbastiscono manovre in cui sembra addirittura che il dribbling sia vietato. Solo il prodotto del vivaio Forrest, esterno alto di destra, o il suo possibile sostituto Commons, si avventurano qualche volta nell’uno contro uno o in qualche accelerazione comunque in grado di creare pericoli. Il centrocampo è disposto a triangolo invertito, con due mediani di gran sostanza e dinamismo come Ledleye e Kayal (quest’ultimo con buon tiro e inserimenti palla al piede), più il coreano Ki Sunt Yong, altro centrocampista di buona tecnica e molta corsa, sempre pronto a smarcarsi per lo scambio nei piedi o ad inserirsi sulla corsa. Davanti l’unica punta Hooper, non proprio ottimi piedi, ma gran generosità e molto abile nei movimenti nello spazio, soprattutto in profondità sulle fasce. Fase di non possesso. Il Celtic è squadra comunque di buona stazza, recupera palla con un pressing collettivo di non grandissima intensità, ma continuo, organizzato e “pesante” nel lungo periodo. Restringono gli spazi di gioco con una pressione progressiva che gli permette di recuperare palla di reparto per poi ripartire in verticale. Guai a voler giocare nello stretto e per troppo tempo nello stesso settore. Bisogna farli avvicinare e poi cambiare il fronte di gioco per poter poi puntare nello spazio aperto i difensori alti e non certo rapidi. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com) ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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domenica 25 settembre 2011

CAGLIARI-UDINESE: È AL CENTRO L’ANIMA DEL CAGLIARI

Messaggero Veneto, 24 settembre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Cambiano gli allenatori alla guida della squadra, ma rimane sempre lo stesso Cagliari. Pur non condividendo la facilità con cui Cellino sostituisce gli allenatori, bisogna ammettere che le scelte del presidente garantiscono comunque in qualche modo una certa continuità tecnica del progetto di gioco. Sicuramente dovuta al fatto che lo “zoccolo” del gruppo storico dei giocatori importanti rimane invariato, soprattutto per quello che riguarda le “fondamenta” della squadra, cioè difesa e centrocampo, permettendosi viceversa un maggior ricambio e rinnovamento di anno in anno nel reparto avanzato. Fase di possesso. Agazzi in porta deve ancora migliorare per garantire una regolarità di rendimento da Serie A, con davanti un gruppo granitico composto dai quattro difensori, i tre di centrocampo più il trequartista Cossu. Pisano, Astori, Canini e Agostini nella linea a quattro, con Biondini, Conti Nainngolan in mezzo. In queste prime tre partite di campionato hanno praticamente giocato sempre e solo loro. E da come si muovono in campo, distanze sempre cortissime fra le due linee, movimenti sincronizzati e coordinati in funzione delle diverse situazioni di gioco. Viene quasi da pensare che escano insieme anche a cena… sono davvero questi otto giocatori “l’anima” del Cagliari, quasi a prescindere dall’allenatore in panchina. Le due punte partecipano a questa fase quasi esclusivamente nel non consentire la verticalizzazione immediata ai difensori avversari. Fase di non possesso. Le due punte che in fase di costruzione della manovra si dispongono piatte, piuttosto larghe, si incrociano poco fungendo in pratica da punto di riferimento avanzato in fase di ripartenza una sul centro-destra e una sul centro-sinistra. Nenè è molto forte nel gioco aereo, ma anche con conclusioni al tiro spesso “velenose”, al suo fianco uno fra Larrivey e Thiago Ribeiro, quest’ultimo punta più di movimento ma che “vede” la porta. Pericoloso nelle conclusioni da fuori quando arriva a rimorchio capitan Conti, onnipresenti Biondini e Nainngolan sia in copertura che negli inserimenti, soprattutto palla al piede come a Palermo. L’ago della bilancia del gioco cagliaritano rimane comunque sempre Cossu. Il piccolo trequartista sardo sta ora giocando più centralmente con maggior possibilità quindi di arrivare alla conclusione per il gol, ma rimane comunque imprendibile le volte in cui spostandosi sulla trequarti laterale, riesce sempre a effettuare cross pericolosissimi e spesso mortiferi. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com

PUBBLICATO DA MAURIZIO TROMBETTA A 12:01

sabato 24 settembre 2011

VSP: Jovetic, tecnica, valori e semplicità

E’ Stevan Jovetic il “Very Slowfootball Person” della settimana, autore di una doppietta nel turno infrasettimanale della Fiorentina in casa contro il Parma.
Giocatore giovane di gran talento che aveva già avuto modo di dimostrare le sue ottime doti realizzative quando, arrivato appena diciottenne in Italia, si era subito rivelato all’altezza sia del Campionato Italiano che della Champions.
E’ stato poi fermato da un grave infortunio al ginocchio che , fra interventi riabilitazioni e complicazioni varie lo ha tenuto lontano dai campi di gioco in pratica per tutta la stagione agonistica 20101 – 2011.
Non è una vera punta, ma corre e segna davvero tanto, con delle giocate che sono una vera delizia per gli occhi degli appassionati del bel calcio.
Come quella del suo secondo gol realizzato col Parma.
Movimento in verticale nel cuore della difesa avversaria, appena fuori area, per ricevere palla nei piedi, controllo morbido e perfetto, ma con palla che gli “rimane un po’ sotto”, immediato spostamento leggermente laterale con l’esterno dello stesso piede per scappare alla pressione dell’avversario che lo sta recuperando e praticamente sullo stesso passo, tocco preciso ancora col piede destro, senza lasciare nessun tempo di reazione al portiere colto in controtempo.
Tre tocchi di palla in spazi stretti e con una velocità di esecuzione tecnica della sequenza di azioni che portano al tiro vincente, di una difficoltà assoluta che lui riesce a rendere semplici e di una naturalezza fenomenale.
Un talento naturale supportato da doti anche fisiche fuori dal comune, ma che è evidentemente rimasto un ragazzo semplice e di forti valori, visto che alla fine della partita ha avuto la sensibilità di “dedicare” uno dei due gol che hanno rappresentato in pratica il suo ritorno al calcio giocato, al suo compagno di squadra Giardino vittima di un grave infortunio la giornata precedente.
Gesti tecnici sopraffini, valori positivi, uomo e ragazzo che rimane sé stesso nonostante il successo: Grande Jo-Jo (come lo chiamano Firenze) very slowfootball…!

mercoledì 21 settembre 2011

Milan-Udinese:È UN DIAVOLO ANCORA SENZA GAMBE

Messaggero Veneto, 20 settembre 2011
L' angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

È un Milan che sta giocando in maniera ancora troppo “tattica” rispetto a quelle che sono le enormi potenzialità del suo organico. Credo che sia quasi una scelta consapevole dovuta alla non ancora perfetta condizione atletica della squadra. Corre ancora poco, soprattutto davanti e in mezzo al campo la squadra di Allegri, per poter sfruttare appieno le fenomenali qualità tecniche dei suoi giocatori. E in più in questo momento non ha neanche la possibilità di ricorrere ai ricambi di qualità che la rosa gli permetterebbe. Da qui il ricorso ad alchimie tattiche come la difesa bassissima e raccolta concedendo un imbarazzante possesso palla contro il Barcellona, e il basso ritmo cercato di imporre allo strapotere dinamico del Napoli. Ma si tratta pur sempre della squadra Campione d’Italia. Fase di non possesso. Il 4-3-1-2 adottato non permette di riconquistare la palla con il filtro della linea di metacampo a cinque, come nel 4-3-3, ma obbliga i tre centrocampisti centrali e i quattro difensori a lavorare come un gruppo unico, lasciando di fatto spazi e tempi di giocata agli avversari nelle zone laterali del campo. Se i sette uomini deputati al recupero palla sono corti e stretti possono “resistere” anche al Barcellona stellare di Messi, viceversa se riesci a trovarli lunghi o sbilanciati, nemmeno la bravura di Nesta e Thiago Silva può fare miracoli. Neanche il rientro del trequartista a formare il rombo di centrocampo può far molto se non c’è l’adeguata pressione sul portatore di palla avversario, o se l’intera mediana si fa saltare da un solo uomo in ripartenza verticale come sul contropiede del secondo gol di Cavani a Napoli. Purtroppo per l’Udinese, le grandi squadre molto difficilmente incorrono nello stesso errore per due volte di seguito. Fase di possesso. Ancora più evidente e negativo in fase di sviluppo della manovra la mancanza di dinamismo dei rossoneri. Non ci sono le corse senza palla tanto care ad Allegri e necessarie a scardinare le difese avversarie. Tutti vogliono palla nei piedi e questo toglie pericolosità e verticalizzazioni non permettendo di avvalersi delle fantastiche doti tecniche dei pochi, ma pur sempre fenomenali avanti a disposizione. Risulta molto pericolosa la giocata centrale con le due punte e il trequartista vicini e sfalsati a cercarsi con finte, veli e scambi stretti per la finalizzazione. Ma se la difesa è sveglia e attenta a recuperare palla, da questa situazione possono partire contropiedi micidiali. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com)

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domenica 18 settembre 2011

Udinese-Fiorentina:FA PAURA LA MEDIANA DEI VIOLA

Messaggero Veneto, 17 settembre 2011
L'angolo del Tecnivo
di Maurizio Trombetta

Tutt’altro che semplice o facile la partita di domenica in casa con la Fiorentina. È cambiata poco e bene la squadra rispetto all’anno scorso. Persi Mutu e Donadel, si è rinforzata con arrivi importanti come Lazzari, Kharja e Cassani, il recupero di Jovetic, ma anche e soprattutto con le riconferme di Gilardino e, sembra per il momento, di capitan Montolivo. Tutto ciò naturalmente ha permesso all’allenatore di poter lavorare sulla base di quanto costruito nell’anno precedente con gli evidenti vantaggi di avere un gruppo già forte ed unito. Difesa. Reparto affiatato e ben equilibrato, è stato rinforzato a destra con l’inserimento dell’azzurro Cassani, piedi da centrocampista, non grandissima velocità, ma senso della posizione e discreta attenzione in fase difensiva. In porta Boruc, dopo un campionato in Italia, è decisamente più affidabile. Al centro il duo Gamberini-Natali garantisce il giusto mix di reattività, potenza e stacco di testa con il primo e stazza, mestiere e un pizzico di cattiveria agonistica con l’ ex bianconero. A sinistra Pasqual risultadecisamente più importante in fase di spinta piuttosto che in contenimento. Centrocampo. Qualità, impatto fisico, corsa e tante alternative di alto livello per garantire un 4-3-3 in grado di comandare il gioco nell’arco di tutti i novanta minuti di gara. Questo è decisamente il reparto che fa maggior impressione. Attualmente stanno giocando Behrami, Montolivo e Lazzari, ma anche Kharja e Munari pronti a subentrare non scherzano. I bianconeri possono batterli solo con una grande rapidità di gioco, interscambi, un maggior dinamismo e ritmo qualità tipiche del calcio proposto da Guidolin. Attacco. Il 4-3-3 disegnato da Mihajlovic è atipico in fase di sviluppo del gioco con i due esterni “invertiti” e il centravanti più bravo nei movimenti in profondità che non a fare le sponde. Gilardino è comunque fenomenale nelle chiusure in area sui cross; a destra Cerci è bravo in fascia ma soprattutto pericolosissimo in fase di conclusione quando si accentra per calciare con il sinistro. Discorso a parte merita Jovetic, non ancora tornato ai livelli del pre-infortunio. Il montenegrino ha un talento fuori dal comune, parte da sinistra ma è libero di accentrarsi e di seguire il suo istinto. Questo gli permette di sfruttare a pieno le sue grandi doti dinamiche, e al contempo di liberare la fascia per i pericolosissimi inserimenti e cross di Pasqual. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com) ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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mercoledì 14 settembre 2011

Udinese-Rennes: RIPARTENZE FRANCESI DA SPEGNERE

Messaggero Veneto, 14 settembre 2011
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta
Si torna a giocare in Europa e l’Udinese trova subito il Rennes. Terza a parimerito con Lille, Psg e Tolosa nel campionato francese, con tre vittorie un pareggio e una sconfitta, viene dalla qualificazione dal turno preliminare contro la Stella Rossa. E già qui ha dimostrato una delle sue caratteristiche principali. È una squadra con gli attributi, capace di andare a vincere fuori casa nella gara di andata, ribaltando il risultato dopo essere passata in svantaggio. Non assolutamente facile farlo nella bolgia di Belgrado. Squadra fisica, come molte compagini che si incontrano a livello europeo, è capace di giocare un buon calcio elegante e tecnico, ma come molte squadre francesi lascia a volte u po’ a desiderare nella fase difensiva con un atteggiamento meno impenetrabile di quello che siamo abituati a vedere in Italia. Gioca un 4-2-3-1 piuttosto semplice e poco fantasioso e con le dovute attenzioni questa Udinese può farle male. Fase di “non possesso”. In porta c’è Costil, un “gatto” fra i pali, meno forte in uscita, strepitoso nell’ultima vittoria contro il Marsiglia. Linea a quattro ideale con Danze, Mangane, Kana Biyik e Theofhile Katherine: i due centrali grandi e forti sul gioco aereo potrebbero avere qualche difficoltà nel gioco palla a terra e scambi veloci. I due laterali, diligenti, ma non impenetrabili, vanno in difficoltà con lo scambio delle linee tra attaccanti e centrocampisti di cui i friulani sono maestri. A centrocampo M’Vila e uno tra Tettey e Mandjeck, due incontristi davanti alla difesa a dare protezione alla linea dei quattro e sempre pronti a recuperare palla in mezzo, la vera forza di questa squadra. Si basano decisamente più sulle ripartenze che sul gioco manovrato, i francesi. E questi sei giocatori, praticamente sempre sotto la linea della palla in fase difensiva, sono un ottimo trampolino di lancio. Fase di “possesso”. Pitroipa (può giocare sia a destra che a sinistra), Feret (trequartista di peso come faceva Zauli nel Vicenza di Guidolin) quasi una specie di regista avanzato, e Boukari a sinistra a formare il terzetto dietro all’unica punta, il venezuelano Montano. I due esterni, che in fase di non possesso si abbassano, diventano pericolosissimi quando intercettando palla sui passaggi laterali a cambiar gioco della squadra avversaria, fanno partire devastanti ripartente con conclusioni rapidissime. I francesi sfruttano molto bene la disposizione a rombo dei quattro davanti, a volte con scambio di posizione dei due centrali, fuori Montano dentro Feret, sempre con corse in verticale e inserimenti a seguire l’azione sulla fascia opposta dei due esterni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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domenica 11 settembre 2011

Lecce-Udinese: E' un Lecce ancora da costruire

Messaggero Veneto, 11 settembre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombett

La voglia di ricominciare da zero in campionato dell’Udinese contro le tante incognite del Lecce. Ecco il tema dell’esordio in campionato dei bianconeri. È praticamente un cantiere aperto la squadra di Di Francesco con molti giocatori arrivati solo gli ultimi giorni di mercato e proprio per questoè oggettivamente difficile fare un’analisi tecnica dei giallorossi. Alla prima esperienza in Serie A, mister Di Francsco si affida a una disposizione 4-3-3 classica, con l’opportunità eventuale di virare su un 4-2-3-1, che gli consente comunque di sfruttare contemporaneamente l’amato gioco sulle fasce e le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Attualmente il pacchetto difensivo è quello in maggior difficoltà. Nonostante il rinforzo di Oddo (comunque non un fenomeno in fase prettamente difensiva), l’indisponibilità dell’esperto Carrozzieri, potrebbe costringere il tecnico pugliese a ricorrere all’arretramento in difesa di Giacomazzi. La padronanza tecnico tattica del capitano, affiancato a uno fra Ferrario o Esposito, per dare maggiore sostanza alla coppia di centrali, altrimenti, forse un po’ troppo giovane e fragile. A sinistra Mesbha garantisce più spinta, ma meno copertura rispetto ad un eventuale utilizzo di Brivio. A centrocampo l’esperienza del “buon vecchio” Obodo (pensate solo ventotto anni…), cui affiancare probabilmente i giovani e più che promettenti Strasser e Bertolacci. Davanti Corvia come unico punto di riferimento avanzato, gran finalizzatore su palloni provenienti dalle fasce, insieme a Di Michele a sinistra. Proprio questa mancanza di sicurezze potrebbe rappresentare per il Lecce un eccezionale spinta motivazionale. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com)


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mercoledì 24 agosto 2011

Champions League: Udinese-Arsenal. E' vietato subire un gol

Messaggero Veneto, 24 agosto 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

L’Udinese è ancora pienamente in corsa per il passaggio del turno preliminare di Champions. Dopo il “primo tempo” della partita di andata è sotto di un gol, ma ha a disposizione 90’ per poter pareggiare ed eventualmente i supplementari per poter ribaltare il risultato a suo favore. Tutti noi abbiamo ben chiaro in mente le numerose occasioni da gol gettate al vento nella partita di andata, ma ciò che io personalmente considero l’episodio più importante è la parata miracolosa di Handanovich al novantesimo che ha evitato il 2 – 0. Dobbiamo far diventare decisivo questo “segnale” positivo che ha altrettanto valore di un gol segnato. Ma perché ciò avvenga è necessario non subire un altro gol nel match di ritorno. Questo, secondo me, il compito principale per gli uomini di Guidolin domani sera al Friuli. Obbiettivo assolutamente non facile, visto l’enorme potenziale offensivo del Arsenal, capace di esaltarsi in modo esponenziale quando può agire di rimessa, come il risultato di 1 – 0 dell’andata gli consente di poter fare.
TATTICA: Come dimostra la partita di andata, è possibile fare gol a questo Arsenal. La linea di difesa è decisamente al momento il reparto meno all’altezza degli inglesi. Già Koscienly e Vermalen centralmente con Sagna e Gibbs ai lati non si erano dimostrati proprio impenetrabili. I vari infortuni succedutisi dovrebbero costringere Wenger a schierare da destra a sinistra Jenkinson (classe ‘92), Vermalen, mancino di piede costretto a giocare sul centrodestra, Miquel, altro classe ’92, e Sagna sulla fascia opposta rispetto alla quale normalmente gioca. A centrocampo il solo Song ha caratteristiche da incontrista puro. Per contro però, dovessero veramente poter disporre di Nasri e Wilshire con Walcott e Gervinho sulle fasce dietro al capitano Van Persie, beh, bisogna essere ben consapevoli che la parola d’ordine in casa bianconera deve essere “primo non prenderle…”. Sono tutti fenomenali nello sviluppo della manovra in verticale con inserimenti da dietro dei centrocampisti devastanti, come quello di Ramsey in occasione del gol di Walcott. Sarà indispensabile restringere al massimo gli spazi sia in ampiezza che in profondità, per poter limitare il più possibile le loro enormi potenzialità sia tecniche che di velocità, continuando a “morderli” e ad assaltare, come abbiamo fatto magnificamente nella gara di andata. Avanti quindi col 4-4- 1-1 modellato sul loro 4-1-4-1, perché poi il gol lo possiamo trovare anche con il solo Di Natale davanti.
CONDIZIONE PSICO-FISICA: Siamo decisamente più piccoli e meno potenti di loro, ma anche meno pesanti e più rapidi nei movimenti, per cui, soprattutto in questo periodo della stagione, in grado di creargli notevoli difficoltà. Il match di Londra ha dimostrato che siamo più reattivi ed anche resistenti, per cui, a maggior ragione nel corso della partita e di eventuali prolungamenti, potremmo sfruttare questa nostra maggiore dinamicità di corsa. Enormemente più grave per loro essere eliminati dalla Champions al turno preliminare, il buon Mourinho direbbe che potrebbe diventare un’”ossessione”. Ma attenzione, squadre di questo calibro con simili campioni, proprio nei momenti decisivi e di maggior pericolo, sono in grado di assestare il colpo mortale.

martedì 16 agosto 2011

Champions League: Arsenal-Udinese. e' vietato perdere palla in mezzo al campo

Messaggero Veneto, 15 agosto 2011
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta

Finalmente la “musichetta” della Champions League. Di Natale e Pinzi sanno che carica riesce a dare e gli altri giocatori dell’Udinese se ne accorgeranno! L’Arsenal ha una familiarità infinitamente maggiore con questa competizione, ma stavolta rischia di sentirla riecheggiare solo in due occasioni nell’arco dell’intera stagione. Non è un caso se questa squadra, abituata nel corso dell’ultimo decennio a raggiungere spesso i quarti, quest’anno deve ricorrere a un pericoloso preliminare. La società è solida e tornerà a raggiungere i vertici del calcio europeo in futuro, ma attualmente Wenger, dovendo sostituire grandi campioni all’ultimo momento, si trova decisamente in difficoltà. Quando Fabregas, il tuo capitano ventiquattrenne sceglie di andarsene, beh qualche problema lo crea. Nastri e Clichy sono insostituibili nel breve periodo. Sistema di gioco. Palla a terra (non sembra neanche una squadra inglese), un’unica punta dietro la quale giocano un numero indefinito di giocatori offensivi, attaccanti e/o centrocampisti che siano, grandi corse e inserimenti senza palla, sfruttamento delle fasce laterali con gli esterni sia d’attacco che di difesa. Questi i concetti di gioco principali di Wenger che, su una base fissa di difesa a quattro, può disporre la squadra con il 4-2-3-1, ma secondo me, ancora più offensivamente, con un 4-1-4-1. Song quasi inamovibile davanti alla difesa, una specie di diga invalicabile, tutti gli altri a far gioco e a buttarsi dentro negli spazi. Rosicky un po’ più di Ramsey centralmente, Arshavin e la “scheggia” Gervinho ai lati. Il primo è più trequartista, giostra spesso a sinistra da dove tende ad accentrarsi per la conclusione e/o l’assist, l’altro più punta, una specie di Sanchez prima maniera. I due spesso si scambiano la fascia di competenza, dove, come non bastasse si inseriscono anche i terzini. Davanti Chamakh, meno tecnico ed elegante di Van Persie, ma in grado di garantire maggior movimento. Tattica. L’Arsenal è micidiale quando può sviluppare l’azione su palla riconquistata nella sua trequarti o a cavallo della metàcampo. Se trova spazi nei quali correre prima con gli attaccanti esterni, poi con i centrocampisti centrali e i terzini, diventa devastante. A centrocampo sarà fondamentale il comportamento degli uomini di Guidolin. Perdere palla in questo settore contro questa squadra e questi giocatori sarebbe pericolosissimo. Viceversa riuscire a venir fuori da questa prima fase di pressing dell’Arsenal, permetterebbe soluzioni di gioco importanti soprattutto sulle fasce dove i due esterni di difesa sono spesso troppo alti. Corretta la disposizione 4-1-4-1 o 4-4-1-1 di Guidolin, per coprirsi sulle fasce, da verificare i tempi di inserimento di Isla e Armero con il nuovo modulo e, ahime, l’assenza di un gestore di palla come Inler in mezzo al campo.


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giovedì 26 maggio 2011

Udinese in Champions!

Messaggero Veneto, 25 maggio 2011
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta



È fatta! Il sogno si è avverato. Mancano ancora le due partite del preliminare per partecipare alla vera Champions League, ma squadra, staff tecnico e giocatori, si sono ampiamente meritati questo fenomenale primo traguardo con il lavoro di nove mesi. E chi si è guadagnato e sudato il quarto posto con una crescita continua e impressionante nel corso di 38 partite del campionato italiano garantisce un'ottima base anche per il superamento dello "scoglio" del preliminare. Società. Non l'ho menzionata apposta perchè sta lavorando per questo obbiettivo da 25 anni. La sua crescita costante e la sempre maggiore "saggezza" di patron Pozzo rappresentano la migliore garanzia per il tifoso friulano. L'Udinese, anche in funzione della precedente esperienza in Champions di sei anni fa, avrà grande forza e capacità di valutazione per non rischiare le disavventure toccate quest'anno alla Sampdoria. Allenatore. Anche qui come esperienza non siamo male. Guidolin faceva, e bene, la Coppa delle Coppe già da giovane con il Vicenza. Poi ha fatto un Campionato in Francia e ripetute esperienze europee sia a Udine che a Bologna. Mi sento di paragonare la differenza fra la Uefa e la Champions League a quella fra la B e la Serie A: un altro mondo! Bene, Guidolin con il suo staff di primissimo livello ha già dimostrato (campionato di B vinto e poi subito molto bene in Serie A) di essere una garanzia di crescita costante. Squadra. «Ci vuole un fisico bestiale...» dice la canzone. Ho potuto provare nella mia esperienza di Champions rumena l'importanza dell'aspetto fisico in questa competizione d'elite. Il Milan, che la vuole vin ere, dice che ha bisogno di aumentare i "muscoli" della squadra... L'Udinese avrà sicuramente bisogno di aggiungere un po' di centimetri, soprattutto nell'ambito dell'intero organico, ma in quanto a potenza muscolare, intesa come velocità e forza di corsa, è già al top. Non a caso già quest'anno i "piccoletti" (o le frecce come le chiama Checco) hanno fatto molto bene, anche e soprattutto, con le squadre italiane da Champions come Milan, Inter, Juve e anche Roma e Lazio. In più c'è sempre l'esempio e lo stimolante e orgoglioso riferimento del fantastico Barcellona dei piccoli Xavi, Messi, Iniesta che con tecnica e organizzazione di gioco dominano in Europa e nel mondo. L'organizzazione di gioco e l'applicazione tecnico-tattica dello sviluppo della manovra ad altissima velocità dimostrati già quest'anno saranno l'arma fondamentale anche per la prossima Champions League. Ultimo passo. A maggior ragione nel fondamentale preliminare di agosto sarà un vantaggio potersi basare su una mentalità e conoscenze di gioco già acquisite e metabolizzate. Perchè poi nel caso di approdo alla fase a gironi - quella della musichetta che mette i brividi - non ci sarà più tempo e spazio per allenarsi. ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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domenica 22 maggio 2011

Udinese-Milan:VAN BOMMEL PIU' DECISIVO ANCHE DI IBRA

L' angolo del Tecnico
Messaggero Veneto, 21 maggio 2011
di Maurizio Trombetta

Meglio di così non si poteva immaginare, né sperare. Ultima in casa contro il Milan già Campione d'Italia e la necessità anche di un solo punto per il raggiungimento del fantastico traguardo Champions. Ma questo Milan ha già dimostrato di non soffrire troppo il clima festaiolo battendo 4-1 il Cagliari dopo aver "saltellato" con i propri tifosi, sul pullman per andare allo stadio. Quindi potrebbe anche essere stato assorbito il carico di lavoro supplementare per i rinnovi contrattuali (su e giù per le scale della sede rossonera...) da parte di parecchi giocatori. A parte gli scherzi, grande attenzione e applicazione a ogni piccolo dettaglio, come sempre per i giocatori bianconeri, per non farsi sorprendere dall'enorme potenziale offensivo rossonero. Fase di non possesso. Miglior difesa del campionato e solo sette gol subiti nel girone di ritorno...! Beh, ricordando le parole di Allegri dopo il 4-4 dell'andata, credo che una piccola parte di merito vada anche agli uomini di Guidolin e a quella partita. Da li in poi la squadra tutta ha cambiato registro in fase di recupero palla, subendo in generale molto di meno. A questo si aggiunge un Abbiati super con tre-quattro interventi nel corso del campionato che sono valsi la differenza di punti con la seconda. Infine Van Bommel (già solo il nome mette soggezione...) in grado di fornire il necessario equilibrio nel fondamentale ruolo di mediano davanti alla difesa di una squadra schierata con il 4-3-1-2. Secondo me l'acquisto in assoluto più determinante di tutta la stagione, anche più di Ibra o Cavani per il Napoli, per dire. La sua costante presenza in campionato ha permesso di non soffrire anche quando il Milan non ha potuto schierare l'imbattibile duo difensivo Nesta e Thiago Silva... Fase di possesso. Considerando il gran numero e la gran qualità dei giocatori d'attacco, da sottolineare il turn-over quasi sistematico che si è potuto verificare nel reparto avanzato. O una gran programmazione, invidiabile e pressoché perfetta, da parte di tutto lo staff tecnico, sanitario e disciplinare... o quel pizzico di fortuna comunque indispensabile per la conquista di uno scudetto. Non sarebbe stato facile gestire una situazione con Ibra, Pato, Robinho, Cassano, Inzaghi, Seedorfe Pirlo tutti in gran forma. Fondamentali poi per lo sviluppo della manovra con la disposizione 4-3-1-2 le corse senza palla di Boateng e/o Robinho nel ruolo di trequartista.


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domenica 15 maggio 2011

Chievo-Udinese: CON PIOLI GRAN CUORE E DUTTILITA'

Messaggero Veneto, 14 maggio 2011
L'angolo tecnico
di Maurizio Trombetta

Lo ha detto Rigoni subito dopo la partita pareggiata 2-2 in rimonta a Torino contro la Juve: «Questa squadra non molla mai». Le infinitamente maggiori motivazioni dell'Udinese contro il "marchio di fabbrica" del Chievo che ha appena raggiunto il traguardo della salvezza con due giornate di anticipo. Un gruppo di giovani di belle speranze (e comunque con buona qualità), inseriti su una base di giocatori del gruppo storico con il giusto "carattere", e alcuni elementi di esperienza e sostanza pescati soprattutto in Francia. Soluzione 1: 5-4-1. Credo che con l'Udinese il tecnico veneto Pioli sceglierà questa disposizione, come contro la Juve, per molteplici motivi. Innanzi tutto sfrutterebbe al meglio le caratteristiche dei giocatori. Sulle corsie esterne Sardo o Frey a destra e Jokic a sinistra non sono grandissimi difensori e rendono di più quando possono spingere su tutta la fascia. La disposizione a tre centrale permette di mascherare la lentezza di movimento dello sloveno Cesar e allo stesso tempo rafforza una coppia di difensori centrali, Andreolli e Mantovani, che senza l'aggiunta del terzo uomo, fornisce non troppe garanzie. In pratica, in fase di non possesso palla, l'uscita sistematica di uno dei tre centrali in marcatura sulla seconda punta avversaria permette comunque di mantenere una linea di difesa schierata a quattro. Con la protezione aggiuntiva di due mediani come Fernandez e Rigoni con buonissima qualità, ma soprattutto di grande sostanza. Questa disposizione potrebbe essere l'unica in grado di limitare la devastante forza della "ritrovata" Udinese sia centralmente (Sanchez), sia sulle fasce. Su questa base difensiva il Chievo poi si appoggia nelle ripartenze sui velocissimi movimenti del "grande vecchio" Pellissier, al quale si aggiunge spesso il potenzialmente fortissimo Constant (soprattutto quando parte palla al piede), e uno fra Moscardelli e Tureau. Soluzione 2: 4-3-1-2. Questo è un atteggiamento decisamente più spavaldo, ma che rischia di sguarnire la linea difensiva che potrebbe trovarsi scoperta, lasciando cioè una eccessiva profondità di gioco per gli inserimenti da dietro dei friulani. La difesa scalerebbe verso sinistra con Mantovani esterno, l'inserimento di un trequartista come Bogliacino porterebbe ad uno sviluppo della manovra più per vie centrali, con la partecipazione di un centrocampista in più in fase di conclusione. Da rilevare inoltre che un attaccante troppo vicino a Pellissier ne limiterebbe la pericolosità, devastante quando ha la possibilità di muoversi in profondità su tutto il fronte d'attacco

giovedì 12 maggio 2011

Il mister a Sportitalia stasera alle ore 19.00

Maurizio Trombetta sarà ospite, stasera giovedì 12 maggio alle ore 19.00, della trasmissione di Sportitalia (canale 225 di Sky) Solo Calcio Mondo condotta da Gaia Brunelli.

sabato 7 maggio 2011

Udinese-Lazio: piu' sostanza che fronzoli dove c'e' Reja

Messaggero Veneto, 7 maggio 2011
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta

Udinese e Lazio si giocano il quarto posto in classifica a tre giornate dal termine del campionato. Scontro diretto che nessuno avrebbe potuto prevedere così determinante in funzione Champions a inizio torneo. All'andata avevo apprezzato la squadra di Reja per l'equilibrio che dimostrava in campo, ora per rendere l'idea la definirei una squadra compatta, razionale, quasi "tedesca". Meno fronzoli e forse qualità nelle giocate, ma pochi concetti di gioco, ben chiari e con grande disponibilità di applicazione da parte di tutto il gruppo. Fase di non possesso. Disposizione 4-2-3-1 con i due centrali di centrocampo che si abbassano molto sulla linea dei difensori. Credo che Brocchi tornerà al centro per dare sostanza, polmoni e contrasto in mezzo al campo, con uno fra Matuzalem o Bresciano al suo fianco a fare l'organizzatore di gioco al posto dello squalificato Ledesma. L'ordine per questi sei giocatori del pacchetto arretrato, è quello di non farsi saltare facilmente dall'avversario o da una palla filtrante, temporeggiare, e permettere così il recupero in fase difensiva anche delle tre mezzepunte. Qui si nota assolutamente la compattezza della squadra che si muove unita arretrando o avanzando insieme in funzione del movimento della palla da parte degli avversari. Il recupero della palla viene effettuato "di squadra" con l'unica eccezione per la prima punta che non partecipa alla riconquista. Fase di possesso. La squadra predilige l'azione manovrata, forse ora addirittura un po' troppo lenta nella fase di costruzione dell'azione. Una volta riconquistata palla un mediano si abbassa subito mettendosi a disposizione della linea di difesa per "l'uscita" in fase di spinta di uno dei due difensori laterali (soprattutto molto bene a destra Lichsteiner). Gli altri centrocampisti si smarcano con movimenti alternati (corto-lungo), per ricevere palla, prevalentemente incontro, sviluppando poi la manovra in profondità tramite degli scambi o passaggi in diagonale sulle fasce. Anche in fase di sviluppo la squadra mantiene un atteggiamento compatto senza mai sbilanciarsi, spingendo alternativamente su entrambe le fasce e mantenendo sempre la sicurezza difensiva in caso di palla persa. Sempre pericolosi i cambi di gioco con inserimenti per la conclusione dal settore opposto a quello di sviluppo del gioco. Prima punta Zarate, il più in forma di tutti attualmente, sempre in movimento per cercare la conclusione personale e/o lasciare lo spazio per i pericolosi inserimenti di Hernanes e Floccari.


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lunedì 2 maggio 2011

Il film del campionato

Dal blog del Guerin Sportivo
2 maggio 2011
http://blog.guerinsportivo.it/

Il Milan è a un solo punto dallo scudetto, l’Inter vince, in extremis, sul campo del Cesena, ma abbandona i sogni scudetto, anche se ritarda la festa dei cugini rossoneri.
A San Siro, l’undici allenato da Massimiliano Allegri vince per 1 – 0 contro il Bologna, alla quinta sconfitta consecutiva, e si cuce sempre più il tricolore sul petto. La capolista guadagna altri tre punti, ma gioca una partita non certo brillante. Molte le occasioni gol mancate, ma al settimo minuto Flamini mette al sicuro il risultato. I rossoblù di Malesani provano ad agguantare il pareggio con Gimenez e Britos, ma Abbiati si oppone. Il Milan resiste e al fischio finale, il Meazza esplode in un tripudio che prelude al trionfo finale: il Diavolo, a tre turni dalla fine del campionato e ad otto punti di vantaggio sull’Inter, è ad un solo punto dal Paradiso.La Fiorentina, al Franchi, travolge l’Udinese per 5 – 2. I friulani, così, vedono allontanarsi il quarto posto. I viola passano in vantaggio al nono minuto con un gran tiro di sinistro di Vargas e al 21esimo, è D’Agostino a raddoppiare. I bianconeri accorciano le distanze, al 29esimo, con Pinzi, ma, al 51esimo, è ancora D’Agostino a firmare il vantaggio della formazione di casa. Asamoah, al 57esimo, firma il 3 a 2, ma è Cerci l’uomo partita che segna una strepitosa doppietta, la seconda in una settimana, e sancisce la festa viola e l’affondo dell’undici di Guidolin.Molte emozioni e sei gol nella sfida salvezza tra Sampdoria e Brescia che termina in parità per 3 – 3. Primo tempo equilibrato senza reti, accade tutto nella ripresa. Al 50esimo, apre le marcature Eder per le rondinelle, Pozzi, al 55esimo, pareggia, poi Caracciolo segna al 57esimo e Tissone al 63esimo. Sul 2 a 2, non è ancora finita: a segno Caracciolo per l’undici di Inchini, all’84esimo, ma sei minuti dopo, Mannini chiude definitivamente i conti.
Per il Brescia molto rammarico, serie cadetta vicina e un solo punto, nonostante il vantaggio ripetutosi per tre volte. Punto alquanto inutile anche per i blucerchiati che si avvicinano sempre di più alla retrocessione.Sorride il Catania che batte per 2 – 0 il Cagliari e guadagna tre punti d’oro per la permanenza nella massima serie. Silvestre porta in vantaggio i siciliani al 35esimo e quattro minuti dopo, ci pensa Bergessio a bissare e a far salire i rosazzurri a 40 punti in classifica.Al Tardini, un super Parma manda ko il Palermo per 3 – 1 e si avvicina alla salvezza. I gialloblu avanti con Dzemaili che ribatte in porta il rinvio di Sirigu, si portano sul doppio vantaggio con Modesto al 18esimo e Candreva firma il tris nel finale. Inutile il gol del momentaneo 2 – 1 dell’undici allenato da Delio Rossi, firmato da Pastore.A tre giornate dal termine, il Chievo è quasi salvo. L’undici di Pioli, al Bentegodi, passa per 1 – 0 sul Lecce e sale a 42 punti. L’uomo partita è Rigoni che gonfia la rete dopo aver ribattuto una respinta di Rosati.
Il Lecce prova a cercare il pari con Corvi e Chevanton, ma non riesce nell’impresa. Per i giallorossi restare in A diventa quasi un miraggio, essendo terz’ultimi in classifica e rischiando non poco.L’Inter e Pazzini, nell’anticipo del sabato, rimandano la festa del Milan. Sul campo del Cesena, i romagnoli passano in vantaggio, all’undicesimo del secondo tempo, con Budan. I nerazzurri sembrano avvicinarsi alla sconfitta, ma nella zona recupero accade l’incredibile: Pazzini, neo entrato, segna al 91esimo e replica al 95esimo e regala la vittoria ai nerazzurri. Cesena beffato e secondo posto quasi sicuro per l’undici di Leonardo.Anche il Napoli è in piena zona Champions: al San Paolo, Hamsik è il giustiziere del Genoa che perde per 1 – 0.Nel posticipo serale della domenica di campionato, la Roma esce vittoriosa dalla sfida contro il retrocesso Bari per 3 – 2. I giallorossi conquistano i tre punti e sono a un solo punto dal quarto posto, ora occupato dalla Lazio che lunedì sera se la dovrà vedere con la Juventus.
I biancorossi passano in vantaggio, al 25esimo, con Bentivoglio che dagli undici metri non sbaglia. Cinque minuti più tardi, Totti pareggia su punizione, ma il Bari, al 41esimo, torna in vantaggio con il gol di Huseklepp. Nella ripresa, ancora a segno, al 57esimo, il capitano giallorosso che al 78esimo sbaglia dagli undici metri e spedisce la palla sul palo. E’ Rosi che regala la vittoria all’undici capitolino con il gol messo a segno al 95esimo. Espulsi De Rossi, Perrotta e Glik. Francesco Totti con la doppietta contro i pugliesi supera Roberto Baggio (205) nella classifica dei marcatori più prolifici della serie A, attestandosi a quota 206 e festeggia il record con la maglietta “The King of Rome is not dead” ovvero “Il Re di Roma non è morto”.La classifica: Milan 77, Inter 69, Napoli 68, Lazio 60, Roma 59, Udinese 59, Juventus 53, Palermo 50, Fiorentina 49, Genoa 45, Cagliari 44, Chiedo 42, Parma 41, Catania 40, Bologna 40 Cesena 37, Sampdoria 36, Lecce 35, Brescia 31, Bari 21 (retrocesso in serie B).Il prossimo turno potrebbe regalare il tricolore al Milan, impegnato all’Olimpico contro la Roma (sabato alle ore 20.45), il Palermo se la vedrà con il Bari ( sabato ore 18), domenica alle 15 si giocheraà Bologna – Parma, Brescia – Catania, Cagliari – Cesena, Inter – Fiorentina, Lecce – Napoli, Udinese – Lazio. Posticipo serale, il derby di Marassi tra Genoa e Sampdoria (ore 20.45). La Juventus sarà chiamata, lunedì alle ore 20.45, all’esame Chievo.

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Fiorentina-Udinese: Attenzione a Mutu e Montolivo

Messaggero Veneto, 30 aprile 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Delicatissima trasferta a Firenze per l’Udinese. Più per le numerose assenze in casa bianconera che per l’effettiva pericolosità di questa Fiorentina, comunque reduce da una vittoria esterna a Cagliari. Stagione assolutamente deludente per la squadra viola, soprattutto in funzione dell’ottimo organico a disposizione. Ottima qualità generale della rosa con il giusto mix fra giovani talenti e giocatori di esperienza, ma evidentemente ancora più difficile del previsto il cambio di guida tecnica dopo gli ultimi anni di Prandelli. Mihajlovic si è trovato a combattere con un rendimento troppo altalenante di giocatori importanti. La mancanza nello stesso ruolo di Jovetic per infortunio e di Mutu ha per esempio fortemente condizionato il rendimento dell’intera squadra togliendole certezze ed entusiasmo. Continue variazione di moduli e di formazione la rendono una squadra ancora “indefinita”, anche se ora il tecnico serbo sembra orientato ad usufruire di una disposizione di basecon il 4-3-2-1.
Difesa. Tra i pali c’è Boruc, capace di interventi prodigiosi ma anche di amnesie incredibili. Quasi scolastica la linea a quattro davanti a lui. Sta migliorandoin fase difensivaDeSilvestri a destra, garantendo comunque con il terzino sinistro Pasqual grande spinta su entrambe le fasce. In mezzo il conosciuto e sempre affidabile Koldrup insieme ad un Gamberini che se si conferma su questi livelli può tornare a far parte del giro della Nazionale.
Centrocampo. Qui Mihajlovic è in grado di mischiare un po’ le carte. Quasi sicuramente disposizione a tre: quella in grado di garantire il maggior equilibrio è composta dal trio Behrami, Donadel e Montolivo. Corsa e strapotere fisico dello svizzero sulla destra, contrasto ed esperienza in mezzo, grandi doti tecniche con pericolosità anche in fase di conclusioni con Montolivo sulla sinistra. Da centrale ha tutto per diventare il migliore del ruolo in assoluto, ma finora non è ancora riuscito a dimostrarlo nelle duefasi di gioco.
Attacco. Sicuri Mutu e Gilardino, uno fra Cerci e Vargas. Il peruviano, che può giocare solo a sinistra (fenomenale nel cross in corsa e pericoloso nelle conclusioni anche da molto lontano), porterebbe quasi ad una disposizione a quattro di centrocampo con Mutu a giostrare nella sua posizione ideale di seconda. Cerci tatticamente è più disciplinato e garantirebbe maggior copertura. Sempre importante la “presenza” come unico riferimento avanzato di Gilardino, da verificare “l’umore” con cui si presenterà in campo Mutu, in grado di risolvere la partita da solo, come pure di far giocare la propria squadra in dieci…