mercoledì 28 settembre 2011

CELTIC-UDINESE: PALLA LUNGA E PEDALARE? NON SI FA PIU’

Messaggero Veneto, 28 settembre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

A Glasgow contro il mitico Celtic. Sembra quasi di andare a fare una partita di “ciapa no”, dove bisogna cercare di prendere il meno possibile. Udinese costretta a fare turn-over ai massimi livelli, forse addirittura senza attaccanti di ruolo, e loro con grossi problemi per infortuni soprattutto in difesa. Ma è pur sempre il secondo turno dell’Europa League e le motivazioni saranno comunque fortissime da entrambe le parti. Con l’aggiunta del fattore campo, cui anche i giocatori scozzesi fanno riferimento con grande enfasi nelle interviste pre-partita. La pressione cui cercano di sottoporre la squadra avversaria, che probabilmente giudicano giovane e senza grande esperienza internazionale, può anche essere letta come un sintomo di non piena fiducia nelle proprie forze. Sistema di gioco. La squadra si dispone in campo secondo un modulo 4-2-3-1 dimostrandosi formazione compatta e pragmatica, senza grandi individualità e assolutamente con poca fantasia. Contrariamente a quanto ci si aspetta, sviluppano la manovra con palla a terra. Usano la tipica palla lunga del calcio anglosassone quasi esclusivamente sul lato sinistro a cercare la testa, il fisico e la corsa del greco Samaras. Per il resto imbastiscono manovre in cui sembra addirittura che il dribbling sia vietato. Solo il prodotto del vivaio Forrest, esterno alto di destra, o il suo possibile sostituto Commons, si avventurano qualche volta nell’uno contro uno o in qualche accelerazione comunque in grado di creare pericoli. Il centrocampo è disposto a triangolo invertito, con due mediani di gran sostanza e dinamismo come Ledleye e Kayal (quest’ultimo con buon tiro e inserimenti palla al piede), più il coreano Ki Sunt Yong, altro centrocampista di buona tecnica e molta corsa, sempre pronto a smarcarsi per lo scambio nei piedi o ad inserirsi sulla corsa. Davanti l’unica punta Hooper, non proprio ottimi piedi, ma gran generosità e molto abile nei movimenti nello spazio, soprattutto in profondità sulle fasce. Fase di non possesso. Il Celtic è squadra comunque di buona stazza, recupera palla con un pressing collettivo di non grandissima intensità, ma continuo, organizzato e “pesante” nel lungo periodo. Restringono gli spazi di gioco con una pressione progressiva che gli permette di recuperare palla di reparto per poi ripartire in verticale. Guai a voler giocare nello stretto e per troppo tempo nello stesso settore. Bisogna farli avvicinare e poi cambiare il fronte di gioco per poter poi puntare nello spazio aperto i difensori alti e non certo rapidi. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com) ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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domenica 25 settembre 2011

CAGLIARI-UDINESE: È AL CENTRO L’ANIMA DEL CAGLIARI

Messaggero Veneto, 24 settembre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Cambiano gli allenatori alla guida della squadra, ma rimane sempre lo stesso Cagliari. Pur non condividendo la facilità con cui Cellino sostituisce gli allenatori, bisogna ammettere che le scelte del presidente garantiscono comunque in qualche modo una certa continuità tecnica del progetto di gioco. Sicuramente dovuta al fatto che lo “zoccolo” del gruppo storico dei giocatori importanti rimane invariato, soprattutto per quello che riguarda le “fondamenta” della squadra, cioè difesa e centrocampo, permettendosi viceversa un maggior ricambio e rinnovamento di anno in anno nel reparto avanzato. Fase di possesso. Agazzi in porta deve ancora migliorare per garantire una regolarità di rendimento da Serie A, con davanti un gruppo granitico composto dai quattro difensori, i tre di centrocampo più il trequartista Cossu. Pisano, Astori, Canini e Agostini nella linea a quattro, con Biondini, Conti Nainngolan in mezzo. In queste prime tre partite di campionato hanno praticamente giocato sempre e solo loro. E da come si muovono in campo, distanze sempre cortissime fra le due linee, movimenti sincronizzati e coordinati in funzione delle diverse situazioni di gioco. Viene quasi da pensare che escano insieme anche a cena… sono davvero questi otto giocatori “l’anima” del Cagliari, quasi a prescindere dall’allenatore in panchina. Le due punte partecipano a questa fase quasi esclusivamente nel non consentire la verticalizzazione immediata ai difensori avversari. Fase di non possesso. Le due punte che in fase di costruzione della manovra si dispongono piatte, piuttosto larghe, si incrociano poco fungendo in pratica da punto di riferimento avanzato in fase di ripartenza una sul centro-destra e una sul centro-sinistra. Nenè è molto forte nel gioco aereo, ma anche con conclusioni al tiro spesso “velenose”, al suo fianco uno fra Larrivey e Thiago Ribeiro, quest’ultimo punta più di movimento ma che “vede” la porta. Pericoloso nelle conclusioni da fuori quando arriva a rimorchio capitan Conti, onnipresenti Biondini e Nainngolan sia in copertura che negli inserimenti, soprattutto palla al piede come a Palermo. L’ago della bilancia del gioco cagliaritano rimane comunque sempre Cossu. Il piccolo trequartista sardo sta ora giocando più centralmente con maggior possibilità quindi di arrivare alla conclusione per il gol, ma rimane comunque imprendibile le volte in cui spostandosi sulla trequarti laterale, riesce sempre a effettuare cross pericolosissimi e spesso mortiferi. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com

PUBBLICATO DA MAURIZIO TROMBETTA A 12:01

sabato 24 settembre 2011

VSP: Jovetic, tecnica, valori e semplicità

E’ Stevan Jovetic il “Very Slowfootball Person” della settimana, autore di una doppietta nel turno infrasettimanale della Fiorentina in casa contro il Parma.
Giocatore giovane di gran talento che aveva già avuto modo di dimostrare le sue ottime doti realizzative quando, arrivato appena diciottenne in Italia, si era subito rivelato all’altezza sia del Campionato Italiano che della Champions.
E’ stato poi fermato da un grave infortunio al ginocchio che , fra interventi riabilitazioni e complicazioni varie lo ha tenuto lontano dai campi di gioco in pratica per tutta la stagione agonistica 20101 – 2011.
Non è una vera punta, ma corre e segna davvero tanto, con delle giocate che sono una vera delizia per gli occhi degli appassionati del bel calcio.
Come quella del suo secondo gol realizzato col Parma.
Movimento in verticale nel cuore della difesa avversaria, appena fuori area, per ricevere palla nei piedi, controllo morbido e perfetto, ma con palla che gli “rimane un po’ sotto”, immediato spostamento leggermente laterale con l’esterno dello stesso piede per scappare alla pressione dell’avversario che lo sta recuperando e praticamente sullo stesso passo, tocco preciso ancora col piede destro, senza lasciare nessun tempo di reazione al portiere colto in controtempo.
Tre tocchi di palla in spazi stretti e con una velocità di esecuzione tecnica della sequenza di azioni che portano al tiro vincente, di una difficoltà assoluta che lui riesce a rendere semplici e di una naturalezza fenomenale.
Un talento naturale supportato da doti anche fisiche fuori dal comune, ma che è evidentemente rimasto un ragazzo semplice e di forti valori, visto che alla fine della partita ha avuto la sensibilità di “dedicare” uno dei due gol che hanno rappresentato in pratica il suo ritorno al calcio giocato, al suo compagno di squadra Giardino vittima di un grave infortunio la giornata precedente.
Gesti tecnici sopraffini, valori positivi, uomo e ragazzo che rimane sé stesso nonostante il successo: Grande Jo-Jo (come lo chiamano Firenze) very slowfootball…!

mercoledì 21 settembre 2011

Milan-Udinese:È UN DIAVOLO ANCORA SENZA GAMBE

Messaggero Veneto, 20 settembre 2011
L' angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

È un Milan che sta giocando in maniera ancora troppo “tattica” rispetto a quelle che sono le enormi potenzialità del suo organico. Credo che sia quasi una scelta consapevole dovuta alla non ancora perfetta condizione atletica della squadra. Corre ancora poco, soprattutto davanti e in mezzo al campo la squadra di Allegri, per poter sfruttare appieno le fenomenali qualità tecniche dei suoi giocatori. E in più in questo momento non ha neanche la possibilità di ricorrere ai ricambi di qualità che la rosa gli permetterebbe. Da qui il ricorso ad alchimie tattiche come la difesa bassissima e raccolta concedendo un imbarazzante possesso palla contro il Barcellona, e il basso ritmo cercato di imporre allo strapotere dinamico del Napoli. Ma si tratta pur sempre della squadra Campione d’Italia. Fase di non possesso. Il 4-3-1-2 adottato non permette di riconquistare la palla con il filtro della linea di metacampo a cinque, come nel 4-3-3, ma obbliga i tre centrocampisti centrali e i quattro difensori a lavorare come un gruppo unico, lasciando di fatto spazi e tempi di giocata agli avversari nelle zone laterali del campo. Se i sette uomini deputati al recupero palla sono corti e stretti possono “resistere” anche al Barcellona stellare di Messi, viceversa se riesci a trovarli lunghi o sbilanciati, nemmeno la bravura di Nesta e Thiago Silva può fare miracoli. Neanche il rientro del trequartista a formare il rombo di centrocampo può far molto se non c’è l’adeguata pressione sul portatore di palla avversario, o se l’intera mediana si fa saltare da un solo uomo in ripartenza verticale come sul contropiede del secondo gol di Cavani a Napoli. Purtroppo per l’Udinese, le grandi squadre molto difficilmente incorrono nello stesso errore per due volte di seguito. Fase di possesso. Ancora più evidente e negativo in fase di sviluppo della manovra la mancanza di dinamismo dei rossoneri. Non ci sono le corse senza palla tanto care ad Allegri e necessarie a scardinare le difese avversarie. Tutti vogliono palla nei piedi e questo toglie pericolosità e verticalizzazioni non permettendo di avvalersi delle fantastiche doti tecniche dei pochi, ma pur sempre fenomenali avanti a disposizione. Risulta molto pericolosa la giocata centrale con le due punte e il trequartista vicini e sfalsati a cercarsi con finte, veli e scambi stretti per la finalizzazione. Ma se la difesa è sveglia e attenta a recuperare palla, da questa situazione possono partire contropiedi micidiali. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com)

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domenica 18 settembre 2011

Udinese-Fiorentina:FA PAURA LA MEDIANA DEI VIOLA

Messaggero Veneto, 17 settembre 2011
L'angolo del Tecnivo
di Maurizio Trombetta

Tutt’altro che semplice o facile la partita di domenica in casa con la Fiorentina. È cambiata poco e bene la squadra rispetto all’anno scorso. Persi Mutu e Donadel, si è rinforzata con arrivi importanti come Lazzari, Kharja e Cassani, il recupero di Jovetic, ma anche e soprattutto con le riconferme di Gilardino e, sembra per il momento, di capitan Montolivo. Tutto ciò naturalmente ha permesso all’allenatore di poter lavorare sulla base di quanto costruito nell’anno precedente con gli evidenti vantaggi di avere un gruppo già forte ed unito. Difesa. Reparto affiatato e ben equilibrato, è stato rinforzato a destra con l’inserimento dell’azzurro Cassani, piedi da centrocampista, non grandissima velocità, ma senso della posizione e discreta attenzione in fase difensiva. In porta Boruc, dopo un campionato in Italia, è decisamente più affidabile. Al centro il duo Gamberini-Natali garantisce il giusto mix di reattività, potenza e stacco di testa con il primo e stazza, mestiere e un pizzico di cattiveria agonistica con l’ ex bianconero. A sinistra Pasqual risultadecisamente più importante in fase di spinta piuttosto che in contenimento. Centrocampo. Qualità, impatto fisico, corsa e tante alternative di alto livello per garantire un 4-3-3 in grado di comandare il gioco nell’arco di tutti i novanta minuti di gara. Questo è decisamente il reparto che fa maggior impressione. Attualmente stanno giocando Behrami, Montolivo e Lazzari, ma anche Kharja e Munari pronti a subentrare non scherzano. I bianconeri possono batterli solo con una grande rapidità di gioco, interscambi, un maggior dinamismo e ritmo qualità tipiche del calcio proposto da Guidolin. Attacco. Il 4-3-3 disegnato da Mihajlovic è atipico in fase di sviluppo del gioco con i due esterni “invertiti” e il centravanti più bravo nei movimenti in profondità che non a fare le sponde. Gilardino è comunque fenomenale nelle chiusure in area sui cross; a destra Cerci è bravo in fascia ma soprattutto pericolosissimo in fase di conclusione quando si accentra per calciare con il sinistro. Discorso a parte merita Jovetic, non ancora tornato ai livelli del pre-infortunio. Il montenegrino ha un talento fuori dal comune, parte da sinistra ma è libero di accentrarsi e di seguire il suo istinto. Questo gli permette di sfruttare a pieno le sue grandi doti dinamiche, e al contempo di liberare la fascia per i pericolosissimi inserimenti e cross di Pasqual. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com) ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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mercoledì 14 settembre 2011

Udinese-Rennes: RIPARTENZE FRANCESI DA SPEGNERE

Messaggero Veneto, 14 settembre 2011
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta
Si torna a giocare in Europa e l’Udinese trova subito il Rennes. Terza a parimerito con Lille, Psg e Tolosa nel campionato francese, con tre vittorie un pareggio e una sconfitta, viene dalla qualificazione dal turno preliminare contro la Stella Rossa. E già qui ha dimostrato una delle sue caratteristiche principali. È una squadra con gli attributi, capace di andare a vincere fuori casa nella gara di andata, ribaltando il risultato dopo essere passata in svantaggio. Non assolutamente facile farlo nella bolgia di Belgrado. Squadra fisica, come molte compagini che si incontrano a livello europeo, è capace di giocare un buon calcio elegante e tecnico, ma come molte squadre francesi lascia a volte u po’ a desiderare nella fase difensiva con un atteggiamento meno impenetrabile di quello che siamo abituati a vedere in Italia. Gioca un 4-2-3-1 piuttosto semplice e poco fantasioso e con le dovute attenzioni questa Udinese può farle male. Fase di “non possesso”. In porta c’è Costil, un “gatto” fra i pali, meno forte in uscita, strepitoso nell’ultima vittoria contro il Marsiglia. Linea a quattro ideale con Danze, Mangane, Kana Biyik e Theofhile Katherine: i due centrali grandi e forti sul gioco aereo potrebbero avere qualche difficoltà nel gioco palla a terra e scambi veloci. I due laterali, diligenti, ma non impenetrabili, vanno in difficoltà con lo scambio delle linee tra attaccanti e centrocampisti di cui i friulani sono maestri. A centrocampo M’Vila e uno tra Tettey e Mandjeck, due incontristi davanti alla difesa a dare protezione alla linea dei quattro e sempre pronti a recuperare palla in mezzo, la vera forza di questa squadra. Si basano decisamente più sulle ripartenze che sul gioco manovrato, i francesi. E questi sei giocatori, praticamente sempre sotto la linea della palla in fase difensiva, sono un ottimo trampolino di lancio. Fase di “possesso”. Pitroipa (può giocare sia a destra che a sinistra), Feret (trequartista di peso come faceva Zauli nel Vicenza di Guidolin) quasi una specie di regista avanzato, e Boukari a sinistra a formare il terzetto dietro all’unica punta, il venezuelano Montano. I due esterni, che in fase di non possesso si abbassano, diventano pericolosissimi quando intercettando palla sui passaggi laterali a cambiar gioco della squadra avversaria, fanno partire devastanti ripartente con conclusioni rapidissime. I francesi sfruttano molto bene la disposizione a rombo dei quattro davanti, a volte con scambio di posizione dei due centrali, fuori Montano dentro Feret, sempre con corse in verticale e inserimenti a seguire l’azione sulla fascia opposta dei due esterni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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domenica 11 settembre 2011

Lecce-Udinese: E' un Lecce ancora da costruire

Messaggero Veneto, 11 settembre 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombett

La voglia di ricominciare da zero in campionato dell’Udinese contro le tante incognite del Lecce. Ecco il tema dell’esordio in campionato dei bianconeri. È praticamente un cantiere aperto la squadra di Di Francesco con molti giocatori arrivati solo gli ultimi giorni di mercato e proprio per questoè oggettivamente difficile fare un’analisi tecnica dei giallorossi. Alla prima esperienza in Serie A, mister Di Francsco si affida a una disposizione 4-3-3 classica, con l’opportunità eventuale di virare su un 4-2-3-1, che gli consente comunque di sfruttare contemporaneamente l’amato gioco sulle fasce e le caratteristiche dei giocatori a disposizione. Attualmente il pacchetto difensivo è quello in maggior difficoltà. Nonostante il rinforzo di Oddo (comunque non un fenomeno in fase prettamente difensiva), l’indisponibilità dell’esperto Carrozzieri, potrebbe costringere il tecnico pugliese a ricorrere all’arretramento in difesa di Giacomazzi. La padronanza tecnico tattica del capitano, affiancato a uno fra Ferrario o Esposito, per dare maggiore sostanza alla coppia di centrali, altrimenti, forse un po’ troppo giovane e fragile. A sinistra Mesbha garantisce più spinta, ma meno copertura rispetto ad un eventuale utilizzo di Brivio. A centrocampo l’esperienza del “buon vecchio” Obodo (pensate solo ventotto anni…), cui affiancare probabilmente i giovani e più che promettenti Strasser e Bertolacci. Davanti Corvia come unico punto di riferimento avanzato, gran finalizzatore su palloni provenienti dalle fasce, insieme a Di Michele a sinistra. Proprio questa mancanza di sicurezze potrebbe rappresentare per il Lecce un eccezionale spinta motivazionale. (www.mauriziotrombetta.blogspot.com)


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