domenica 20 febbraio 2011

Udinese-Brescia: grande densità in fase difensiva

Messaggero Veneto, 19 febbraio 2011
L'angolo tecnico
di Maurizio Trombetta

Molto probabilmente non sarà semplice come potrebbe apparire a un primo superficiale esame, il turno casalingo dell’Udinese contro il Brescia. Squadra ad immagine e somiglianza del suo allenatore, richiamato in panchina da tre settimane, è decisamente più “pestifera”, soprattutto in fase prettamente difensiva rispetto al Cesena battuto domenica. Oltre a ciò i lombardi potranno anche puntare a un comunque positivo pareggio in trasferta, con le conseguenti possibili maggiori difficoltà per l’Udinese di sbloccare il risultato, e il pericolo di esporsi al contropiede, arma preferita del Brescia. Inchini ora dispone la squadra col 3-5-1-1, con uno schieramento quindi esattamente speculare rispetto ai friulani, con l’unica e sostanziale differenza dell’evidente minore qualità dei giocatori che può schierare in campo.

FASE DI NON POSSESSO L’abbassamento dei due esterni a formare una linea di cinque difensori consente una maggiore copertura dell’ampiezza del campo e densità di giocatori in zona arretrata rispetto alla disposizione 4-3-2-1 adottata da Iachini ad inizio campionato. L’inserimento in squadra di Zebina, in difesa, Zanetti e Filippini a centrocampo, ha portato maggior esperienza in mezzo al campo, togliendo però qualcosa in termini di freschezza ed esuberanza atletica. Capitan Bega nella posizione di centrale, si comporta in pratica da “libero” senza compiti di marcatura, pronto a intervenire in seconda battuta in caso di difensore saltato e a coprire la zona centrale davanti alla porta sui cross. La squadra non pressa alta sui difensori avversari e il recupero della palla avviene prevalentemente basso nella propria metàcampo, con la partecipazione di centrocampisti e difensori che tendono ad arretrare per restringere gli spazi a disposizione delle giocate avversarie. L’“immortale” Filippini garantisce corsa e fastidiosa presenza di gioco o da mediano davanti alla difesa o da mezzo sinistro, in alternativa a Zanetti, più regista, o Hetamay, corsa e contrasto, ma ancora poca malizia per il calcio italiano.

FASE DI POSSESSO Il trequartista e la punta, che non partecipano quasi per niente alla fase difensiva, si dispongono in posizione strategica per l’immediato ribaltamento dell’azione con il successivo accompagnamento in fase di appoggio all’azione offensiva di due giocatori a turno, uno per lato, dei giocatori che formano le coppie di mezzala ed esterno di centrocampo. Decisamente più portata a spingere sul lato destro dove Zambelli è dotato di gran corsa e buon piede sia per il cross che per la conclusione in porta, si alterna negli inserimenti con Kone, molto pericoloso nelle percussioni palla al piede, mezzala destra con caratteristiche quasi da trequartista. Sempre sul centro-destra preferisce e soprattutto è in grado di rendersi più pericoloso, il talento ancora un po’ discontinuo del mancino terribile Diamanti. Nel ruolo di prima punta Caracciolo, più fisico e prepotente sui movimenti nello spazio sia a protezione della palla che nelle conclusioni sui cross, o Eder, agile, scattante e mortifero quando può concludere sui tagli con palla dentro.

lunedì 14 febbraio 2011

Cesena-Udinese: Cercasi terzino sulla sinistra

L'angolo tecnico
di Maurizio Trombetta

Non è più il Cesena sbarazzino ed entusiasta che si era presentato al Friuli con sette punti nelle prime cinque partite, quello che incontra l’Udinese domenica in Romagna. È sicuramente più cosciente dei propri limiti e “pauroso”, consapevole delle enormi difficoltà della Serie A. Il mercato di gennaio ha portato giocatori con maggior esperienza della categoria, ma i continui cambiamenti di formazione di quest’ultimo periodo, non hanno ancora consentito al tecnico di trovare la quadratura del cerchio, con la conseguente difficoltà di una adeguata stabilità di rendimento della squadra. Il 4-3-3 di Ficcadenti, sta subendo continue modifiche e adattamenti che, senza più un’ala vera come Schelotto, si sta evolvendo in un 4-3-2-1 con l’evidente intento di fare più densità in mezzo al campo. Sguarnire le fasce contro l’Udinese equivarrebbe a un mezzo suicidio. Da verificare gli accorgimenti difensivi che adotterà il tecnico romagnolo per arginare il fantastico gioco di inserimenti sulle corsie esterne dell’Udinese.
DIFESA È il ruolo di terzino sinistro quello che sta attualmente creando i maggiori problemi. Addirittura troppo brutto per essere vero questo Santon, sia nelle sue ultime apparizioni nell’Inter sia a Napoli domenica scorsa. Ficcadenti ha adattato sulla fascia un centrale come Della Fiore; un’alternativa sarebbe Felipe, ma non credo sarà facile convincere il brasiliano a giocare lì dopo che è venuto via dalla Fiorentina probabilmente anche per questo motivo. Al momento l’unico giocatore di ruolo a disposizione è il non fenomenale Lauro. Con la struttura e la corsa di Ceccarelli sulla corsia destra, il reparto sarà completato da due fra Pellegrino, Felipe e Von Bergen a formare la coppia centrale.
CENTROCAMPO Il trio da destra a sinistra con Sammarco, capitan Colucci e Parolo, non sta garantendo al momento una sufficiente pressione sui portatori di palla avversari. Un filtro non adeguato permette pericolosissime verticalizzazioni avversarie con i giocatori del reparto arretrato troppo spesso costretti a rincorrere con corse di recupero rivolti verso la propria porta, la situazione peggiore e in assoluto più deleteria per una squadra che difende a zona. In fase di possesso palla il regista Colucci è attualmente costretto a “cantare e portare la croce”, e il talentuoso Parolo sta pagando lo scotto della prima stagione in Serie A.
ATTACCO L’inserimento di giocatori più piccoli e rapidi come Giaccherini e Rosina, con caratteristiche più da trequartisti, porta a uno sviluppo della manovra prevalentemente per vie centrali. O palla a terra nei piedi sul movimento tra le linee dei due “piccoli” pronti poi a puntare palla al piede i difensori avversari; o palla lunga sulla punta centrale con i due supporti pronti al “rimbalzo” sulla palla che rimane lì, e/o all’inserimento .sulla “spizzata” con palla che passa. Non esteticamente bello, ma infaticabile ed efficacissimo in questo ruolo di punto di riferimento avanzato, il possente Bogdani.

giovedì 10 febbraio 2011

UdineseBlog: l'intervista al Mister

http://www.ilfriuli.it/
9 febbraio 2011

Maurizio Trombetta, ex vice di Guidolin e allenatore che - ricordiamo - è riuscito a portare il suo Cluj ai vertici del calcio europeo (storica la vittoria all'Olimpico sulla Roma), interpellato da Udineseblog ha raccontato le sue impressioni sul mister di Castelfranco e sulle potenzialità dell'Udinese. “Non definirei miracolo quello che Francesco sta facendo. Lo conosco: è normale per lui. Sta facendo bene ma non c’erano dubbi nonostante l’inizio pauroso. Anche perché la società lo conosceva e nel momento difficile le è stata vicino. Così i risultati, anche se sembrano sorprendennti, sono normali per uno come lui e con le sue capacità"
L'ambiente ha avuto un ruolo importante in questo? "In una città come Udine è facile arrivare a queste cose solo apparentemente sorprendnenti, ma non vanno dimenticate tutte le difficoltà che il calcio impone. E’ sempre dura arrivare così in alto, ma l’indirizzo che Guidolin ha impostato è quello giusto”.
Indecifrabile, nel senso buono del termine. Così si è definita questa Udinese. “Non è incomprensibile: di certo non è il classico modulo dove vedi movimenti prevedibili. Francesco insegna ai suoi giocatori tutti i moduli e questo lo ribadisce a ogni conferenza. Quindi la squadra è meno prevedibile per questo. E' poi ancora meno prevedibile perché non ha la punta tipica e questo non dà punti di riferimento alle difese avversarie”.
Si è parlato tanto di punta di peso. Oggi non c'è e i risultati sono ottimi. La differenza dove sta? “La punta di peso è solo un punto di riferimento avanzato. Guidolin ne ha due: ma sono linee tratteggiate perché non stanno mai fermi. Sanchez e Di Natale sono fantastici perché è più facile giocare contro una punta che contro questi due che non sai mai cosa fanno. Cambiano direzione anche senza palla, oltre che avere un centrocampo e una difesa che li supporta al meglio. Sono veloci sono, imprevedibili e rendono tale tutta la squadra”.
Ovvio chiedersi se l'Udinese è Di Natale-Sanchez dipendente: “Se uno dei sue manca perde qualcosa: se l’assenza è più lunga della singola gara occorre trovare accorgimenti. Denis non è Sanchez, nessuno aveva dubbi, ma occorre trovare altri concetti di gioco e non lo fai con due allenamenti”.
Il campionato intanto dice che non c'è un vero leader e che le squadre di testa sono tutte simili come valori: “E’ vero che non ci sono squadre spettacolari. Non a caso il Palermo sta facendo bene, L’Udinese ancora meglio e poi il Napoli. Non a caso dopo un Mondiale le outsider riescono a trovare spazi che le grandi lasciano. Questo livellamento fa si che l'Udinese sia bene avviata e adatta a Guidolin: piccoli, resistenti che si adattano al mister e al suo gioco. Un vantaggio senza dubbio”.
Intanto il calcio in generale sta per vivere una rivoluzione. Il fairplay finanziario permetterà all'Udinese di crescere ancora? “Dico che sarà un vantaggio per l’Udinese che è società già a posto col bilancio. La politica l’ha portata a essere sana a differenza dei grandi club. Le grandi però alla fine spendono lo stesso, fairplay o meno. Se si calmierà non lo so, purtroppo però i giocatori forti andranno sempre via. Inutile farsi illusioni”.
E Maurizio Trombetta ha qualche novità per dimostrare il suo valore? “Ho tanta voglia di allenare: gli unici contatti per ora sono stati in regione ma non sufficientemente positivi. Ho talmente tanta voglia di ricominciare che non mi faccio problemi di categoria. Son disposto a partire dal basso perché so che l’importante è ripartire”.
Una cosa c'è da dire. Ci sono troppi allenatori e poca meritocrazia. Trombetta come Vanoli o molti altri ne pagano lo scotto: “Coverciano offfre troppi allenatori, è vero: ma il mondo è questo. In tutte le attività serve essere competitivi. Non sempre i meriti vengono riconosciuti, ma non solo nel calcio ci sono le spinte etc. E’ un limite e bisogna di essere più forti di questo"
Monica Valendino

mercoledì 2 febbraio 2011

Udinese-Bologna: DIFESA BLOCCATA POI CI PENSA DI VAIO

Messaggero Veneto, 2 febbraio 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Tempi di recupero molto limitati per i bianconeri in vista della partita infrasettimanale in casa col Bologna. Ma quando si vince la fatica pesa di meno, e poi questa è “solo” la seconda partita a distanza ravvicinata, non la terza che è quella più difficile se non hai la possibilità di ricambi all’altezza. Non avendo giocato (né viaggiato), il Bologna ha sicuramente un piccolo vantaggio. A meno che la “cooperativa rossoblu” non si sia messa a spalare il campo dalla neve… L’autogestione della squadra sta raggiungendo livelli incredibili, e forse proprio questa particolare situazione societaria sta facendo rendere il Bologna addirittura al di sopra dei reali valori dei giocatori.
Probabilmente anche perché abituato da difficili esperienze precedenti, Malesani sta riuscendo in un piccolo/grande capolavoro, compattando un ambiente che solo nel “campo” può attualmente trovare le sue uniche certezze. Il 4-3-1-2 che l’allenatore adotta, senz’altro scelta importante, credo comunque sia solo un piccolo dettaglio in confronto al gran lavoro psicologico e motivazionale che sta evidentemente svolgendo.
lDIFESA Quasi quattro difensori centrali per consentire una tenuta di reparto fondamentale per una squadra che si deve salvare. Moras, Portanova, Britos e Rubin a formare una linea difensiva di buona stazza fisica, piuttosto bloccata, ma con buone capacità difensive. Soprattutto i tre di centrodestra, se non hanno grandi spazi dietro la schiena sono in grado di garantire sia sulle palle lunghe che sul gioco palla a terra. Normalmente il Bologna tende a spingere un po’ di più a sinistra, ma credo che in questa occasione Malesani cercherà qualche accorgimento difensivo per arginare proprio da quella parte lo strapotere di Isla e Pinzi (anche se, senza Sanchez, l’Udinese a destra qualcosa perde).

CENTROCAMPO Disposizione a rombo con il mastino Mudingayi in mezzo davanti alla difesa, e il centrocampista Ekdal a fare il trequartista. La crescita di questo giocatore ha consentito a Malesani di trovare i giusti equilibri di squadra, rinfoltendo il reparto centrale. Mezzo destro un altro “osso” come Perez, a sinistra Della Rocca, sorprendente (per chi non lo conosceva…) prodotto del vivaio rossoblu, più portato all’inserimento in fase di sviluppo manovra, lui sulla sinistra, Ekdal, con una gran corsa nella zona di centro-destra.

ATTACCO Bisogna spendere due parole anche per la seconda punta, Meggiorini o Ramirez, che comunque svolge un gran lavoro, agendo prevalentemente sul settore di destra, dove il terzino spinge poco, da qui poi è in grado di accentrarsi e andare anche a chiudere l’azione. E poi c’è il “sindaco”, il capo operaio della cooperativa, il “nucleo” intorno al quale si è compattata ed aggrappata la banda Malesani: Di Vaio. Non so più quanti altri ruoli ed incarichi gli stiano dando a Bologna! Ma lui comunque non smette di far gol in tutte le maniere, da solo o a conclusione delle azioni dei compagni, come sempre essendo ancora più micidiale quando parte dal settore di centro sinistra.