domenica 30 gennaio 2011

Juventus-Udinese: l'arma di Del Neri, lo scontro fisico

Messaggero Veneto, 29 gennaio 2010
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Trova una Juventus in difficoltà l’Udinese nel posticipo serale di domani sera a Torino. La sconfitta di giovedì con la Roma che è costata l’eliminazione dalla Coppa Italia, si va ad aggiungere a una serie di infortuni che rendono ancora più difficile il momento che sta vivendo l’intera società sabauda. Attenzione però, la possibile reazione della “belva ferita” può essere ancora più pericolosa. Proprio in funzione del particolare momento, diametralmente opposto, che le due squadre stanno attraversando, credo che l’unica arma attualmente a disposizione di Delneri per cercare di competere con questa Udinese, sia quella dello scontro fisico, inteso proprio come chili di giocatori in campo. Perché come qualità di gioco e di giocatori, corsa ed intensità di prestazione, e infine anche come fase di sviluppo del progetto, in questo momento non c’è proprio gara.

FASE DI NON POSSESSO Il ritorno in campo del guerriero Felipe Melo offre sicuramente un gran contributo per contrasto e soprattutto equilibrio del reparto centrale e di conseguenza di tutta la squadra. La linea di difesa è sicuramente quella che crea i più grandi grattacapi al tecnico friulano. I maggiori problemi sulla destra, dove nè Grygera, nè Motta o Sorensen (addirittura Pepe in qualche occasione), hanno dimostrato di essere all’altezza di una Juve come si deve. Gli altri componenti del pacchetto sembrano applicare le ferree regole del gioco difensivo di Del Neri, con la supponenza del giocatore che si crede il migliore. Senza la necessaria “ferocia” applicativa, e senza il sano timore dell’avversario, qualità necessarie per far sì che il comportamento univoco e le collaborazioni di reparto dei giocatori, rendano i meccanismi difensivi difficili da superare. Un po’ tutta la fase di recupero viene svolta quasi come un diligente compitino, troppo poco...

FASE DI POSSESSO Infortuni, squalifiche e difficoltà varie costringono Del Neri a cambiare ancora troppo spesso, soprattutto nella disposizione di centrocampo. Il miglior periodo della squadra era coinciso con l’inserimento di Aquilani che all’inizio ha potuto agire senza grandi obblighi di copertura, quasi da regista avanzato. Attualmente gioca in linea con Melo rendendosi quindi meno pericoloso in fase di inserimento, lasciando svolgere la gran parte del gioco di finalizzazione ai quattro giocatori più avanzati. I due esterni e le due punte, che ora giocano disposti uno più uno, formano un rombo allargato sulle cui linee si sviluppano tutte le azioni di gioco della squadra bianconera. Sulle corsie esterne a destra Krasic, pur sempre una gran corsa e pericolosità con palla al piede, a sinistra Marchisio, decisamente limitato in un ruolo non suo, o Martinez non ancora devastante come a Catania. La prima punta col compito di allungare la squadra e dare profondità, più pericoloso Iaquinta rispetto ad Amauri, e Del Piero, se in condizione, l’unico in grado di effettuare la “giocata” decisiva al di fuori degli schemi prestabiliti.

sabato 22 gennaio 2011

Udinese-Inter: si puo' passare solo a sinistra

Messaggero Veneto  - 22 gennaio 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

L’Inter in casa al Friuli, come un vero e proprio esame di laurea per l’Udinese. La partita di Coppa Italia con la Sampdoria ha portato la delusione di una “tesina” buona, ma non sufficiente a passare la qualificazione al turno successivo. Superare lo scoglio di un’Inter, in sensazionale fase di recupero, può davvero rappresentare il punto di svolta per il proseguimento a pieni voti nel percorso di studi intrapreso così positivamente dallo “studente” Udinese. Il maggior “tourn-over” che Guidolin si è concesso nella partita infrasettimanale, potrebbe avere una ricaduta positiva per i bianconeri in funzione di una maggior freschezza in campo domani.

FASE DI NON POSSESSO La defezione di Samuel nella linea difensiva impedisce al 4-3-1-2 di Leonardo di basarsi sullo stesso identico gruppo di giocatori che ha portato alla vittoria di tutto con il 4-2-3-1 di Mourinho. Stessi semplici, ma inderogabili concetti di sicurezza difensiva da mantenere mentre la squadra sviluppa gioco: Zanetti a copertura della fascia destra durante le frequenti e di nuovo pericolosissime incursioni di Maicon; tutti i centrocampisti con la libertà di inserirsi in fase di sviluppo e conclusione della manovra, ma con l’obbligo per due di loro a turno di restare dietro la linea della palla, per contrastare le ripartenze avversarie. Se può avvalersi dell’apporto di Thiago Motta, il centrocampo di Leonardo, risulta di gran lunga il migliore in circolazione e attualmente uno dei pochi in grado di imporsi alla gran mediana dell’Udinese. Parità numerica a destra con Maicon (quasi centrocampista) e Zanetti contro Asamoha e Armero, potrebbe andare in difficoltà sul lato sinistro nel caso in qui il trequartista o una punta non diano il necessario aiuto a Chivu nell’assorbire gli inserimenti a turno di Pinzi e Isla.

FASE DI POSSESSO Bellissimo vedere l’ampia libertà che Leonardo lascia ai suoi giocatori di sfruttare le loro fenomenali doti, rispettando i semplici concetti di gioco di squadra veloce, con la giusta alternanza tra la ricerca della profondità in verticale e il cambio del fronte di gioco per l’inserimento da dietro dei centrocampisti. La presenza di Motta permetterebbe di schierare Stankovic da trequartista con evidente maggior “peso” sia quantitativo che qualitativo per tutto il reparto avanzato. La mancanza di Milito, sarà probabilmente colmata da Pandev che credo giocherà da centravanti atipico, lasciando così ad Eto la possibilità di muoversi a suo piacimento libero di scegliersi tempi e modi di inserimento, che diventano devastanti quando parte dal centro-sinistra.

domenica 16 gennaio 2011

Genoa-Udinese: Centrocampo polivalente

Messaggero Veneto 15 gennaio 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta


Tanto la trasferta di Milano era “facile” da giocare, altrettanto è “pericolosa” questa in casa del Genoa. Dopo la gran partita di San Siro contro il Milan capolista quasi maltrattato, ma non battuto, incontrare una squadra di seconda fascia, comporta il rischio di una possibile presupponenza da parte dei giocatori bianconeri. Ma il Genoa ha un organico di gran qualità. E poi c’è il mercato… Per quanto possa creare turbative il gran vociare sugli eventuali trasferimenti dei giocatori dell’Udinese, a Genova sembra di essere nella sala di aspetto di una stazione dei treni, gente che arriva e gente che parte. Non è certo facile per un’allenatore arrivato da un paio di mesi, lavorare su un gruppo di giocatori in continua trasformazione. Probabilmente anche per questo attualmente Ballardini si sta affidando a uno schieramento di base col 4-4-2, che di volta in volta può essere adattato con una disposizione del centrocampo a rombo.
DIFESA Questo è naturalmente il reparto più bloccato, con Eduardo in porta, gran presenza e personalità, ma alcune piccole imperfezioni tecniche, e una disposizione della linea difensiva, ora sempre a quattro, con Mesto, Dainelli, Kaladze e Criscito. La coppia centrale di stazza e statura, potrebbe essere messa in difficoltà dall’agilità degli attaccanti e degli inserimenti dei centrocampisti dell’Udinese. Sulle fascie, Criscito a sinistra è probabilmente il più adatto, per caratteristiche quasi da difensore centrale, ad assorbire i pericolosissimi inserimenti di Isla con scambi in dai e vai, mentre Mesto a destra potrebbe soffrire, se non adeguatamente aiutato, le incursioni a turno di Asamoha e Armero (o Pasquale).
CENTROCAMPO Grande capacità di adattamento a diversi moduli di gioco, con polivalenza di ruoli per i giocatori di questo reparto, soprattutto quelli della “vecchia guardia”. Milanetto è il classico mediano regista davanti alla difesa, Rossi è un vero e proprio jolly. Rafinha può scambiarsi di posizione con Mesto. A completare il reparto Jankovic, giocatore universale capace di giostrare sia in fascia (lui e Rossi esterni per un centrocampo in linea), che in mezzo da trequartista.
ATTACCO Davanti penso che il mister farà giocare Sculli, (sempre che se lo ritrovi ancora in spogliatoio e non ceduto a qualche altra squadra), giocatore capace di svolgere entrambe le fasi di gioco con grande impegno ed applicazione unite a doti tecniche di alto livello; rende al meglio se può giocare largo, ma capace di adattarsi anche come seconda punta. L’alternativa è palacio. Unico riferimento avanzato, visto l’indisponibilità dei nuovi arrivi, dovrebbe giocare Destro, giovane prima punta di movimento, con buone doti realizzative.

domenica 9 gennaio 2011

Milan-Udinese: E' tornato "Ringhio"

Messaggero Veneto, 9 gennaio 2011 
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Queste sono le partite belle da giocare. Sfidare il Milan primo in classifica a casa sua S. Siro, venendo da una vittoria convincente con il Chievo, ed una sufficientemente buona posizione di classifica. Tutti gli occhi puntati addosso con poco da perdere e molto da guadagnare, nel caso di uno stop alla capolista. Allegri sta facendo un gran bel lavoro. È riuscito ad entrare positivamente nel pianeta Milan ed ora come un gran direttore d’orchestra sta dirigendo con maestria un gruppo di musicisti composto da solisti fenomenali. Cosa assolutamente non facile, ma in questa squadra ci sono un gran numero di “capitani”, ed una delle chiavi ben sfruttate da Max, credo sia stata quella di assecondare ed allo stesso tempo imporre le giuste gerarchie, proprio come è necessario in un “orchestra” di fenomeni. Un’esempio su tutti l’importanza restituita a Gattuso, il giocatore in assoluto meno tecnico e tattico della squadra, ma “anima” e carattere in grado di tenere testa a chiunque, Ibra, Cassano… ed in caso anche Balotelli messi insieme!
FASE DI NON POSSESSO PALLA: Sembra essere stata acquisita la mentalità del tecnico per quello che riguarda il recupero della palla effettuato “di squadra”. Pressione immediata sui difensori  avversari in caso di palla persa da parte degli attaccanti, e distanze fra i reparti limitate e “giuste” in grado di consentire recuperi organizzati da parte di centrocampisti e difensori esterni. È molto raro ora vedere la squadra subire quelle “imbarcate” sulle ripartenze avversarie tipo Real Madrid di inizio stagione. Linea difensiva a quattro, che, se recupera la coppia centrale Nesta e Thiago Silva, può giocare anche con terzini della Primavera. A parte gli scherzi si stanno comportando molto bene e continuano a crescere Abate a destra e Antonimi a sinistra. Da verificare, invece, in mezzo al campo quanti “giovani” dovranno giocare di fianco alla qualità centrale del professor Seedorf. Strasser e Merkel, in caso di forfait di Gattuso, nella fondamentale sfida di centrocampo contro la gran mediana dell’Udinese, che, viste le possibili defezioni in casa Milan, proprio qui potrebbe far girare la partita a suo favore.
FASE DI POSSESSO PALLA: Qui veramente la bravura del tecnico è quella di rendere più semplice possibile lo “spartito”, per consentire la massima espressione dei fenomenali “musicisti”! La disposizione in campo è quella del 4-3-3, con il triangolo d’attacco invertito. Il vertice basso  del trequartista dietro le due punte, invece che il centravanti con le due punte larghe. Il concetto base, quello della verticalizzazione immediata alla punta, con l’appoggio al compagno a sostegno e le corse senza palla per gli inserimenti intorno al riferimento avanzato. Casualmente l’azione del goldi Strasser contro il Cagliari. Quando cominciano a venire i gol dei centrocampisti, vuol dire che lo sviluppo del gioco va bene. Se poi davanti hai Ibraimovich e Pato con Robino dietro, beh… pazienza. Anche perché, male che vada in panchina, probabilmente, c’è Cassano (chissà che serva).                   

mercoledì 5 gennaio 2011

Udinese-Chievo: OCCHIO A PELLISSIER L’ANIMA GIALLOBLÙ

Messaggero Veneto, 5 gennaio 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Tutt’altro che facile la ripresa del Campionato dell’Udinese in casa contro il Chievo. Da ammirare questa società relativamente “giovane”, snella e capace di mantenersi stabilmente ai massimi livelli del calcio nazionale grazie a un’organizzazione e una filosofia di lavoro con ingranaggi perfettamente oliati nei tre ruoli chiave. Il Presidente Campedelli che, pur affermando di «capire poco di calcio», è sempre presente. Sartori, il direttore sportivo, che trovi in giro su tutti i campi come un semplice osservatore. Pioli (con il suo staff), allenatore giovane, emergente e preparato, con precedenti esperienze nel settore giovanile della società. Il Chievo adotta uno schema 4-4-2 di base, scolastico nell’applicazione dei concetti di gioco, ma che l’allenatore riesce ad adattare in funzione delle caratteristiche della squadra avversaria con diverse disposizioni di centrocampisti e attaccanti.

DIFESA Reparto stabile. Hanno giocato quasi sempre gli stessi uomini. Sorrentino in porta a garantire sicurezza di rendimento, esperienza e grande personalità. L’unica alternanza di giocatori nel ruolo di terzino destro. Sardo, forse porta qualcosa di più in fase di spinta rispetto al più tecnico Frey. Centralmente Andreolli, prestante e sufficientemente veloce, e Cesar, più esperto e giocatore di posizione, formano una coppia ben assortita. Jokic a sinistra, al posto dello squalificato e finora inamovibile Mantovani, completa una linea difensiva piuttosto bloccata, mai sbilanciata, che tende ad arretrare difendendo molto bene con l’aiuto dello schermo di centrocampo. Potrebbe soffrire contro un gioco palla a terra con passaggi filtranti e inserimenti da dietro.

CENTROCAMPO E ATTACCO Un’analisi congiunta a testimoniare il comportamento univoco di tutti i giocatori, molto bravi a indirizzare l’inizio azione della squadra avversaria, per poi chiudere le linee di passaggio e di gioco con pressioni e scalate prestabilite. Possibile schieramento a rombo in mediana con Guana in mezzo, più portato all’interdizione per assorbire i movimenti del “Niño” da trequartista, con Rigoni e Marcolini, più regista il primo, maggior corsa, contrasto e attenzione tattica il secondo (possibile anche l’inserimento di Fernandes). Come trequartista Constant, ancora più forte come esterno, fisico, corsa e talento da grande squadra, ma ancora un po’ “superficiale” nei comportamenti e nelle scelte di gioco per il calcio italiano. Davanti il “mitico” Pellissier più uno fra Moscardelli (più probabile), capace di adattarsi a diversi ruoli di attacco, e Granoche, gran finalizzatore e opportunista. Ma è capitan Pellissier l’anima, il cuore, la rabbia di questo Chievo, giocatore forse secondo al solo Pippo Inzaghi per capacità di muoversi negli spazi in profondità per concludere a rete.