martedì 12 aprile 2011

Udinese--Roma: ULTIMI 45' SPESSO FATALI ALLA LUPA

Messaggero Veneto, 8 aprile 2011
L'angolo tecnico
di Maurizio Trombetta

Udinese e Roma sono reduci da sconfitte "inattese". Risultato a cui non erano più abituati né i friulani, reduci da undici turni utili consecutivi, né i giallorossi, alla prima battuta d'arresto dall'avvento in panchina di Montella. Chi reagisce meglio è sicuramente avvantaggiato nella gestione della partita. Meglio un'allenatore navigato come Guidolin, con un gruppo giovane e relativamente inesperto di pressioni di altissimo livello, o un tecnico alla prima esperienza in Serie A alla guida, però, di un gruppo di campioni, già di per sé stessi abituati e anzi quasi bisognosi di "sguazzare" (come i bambini nell'acqua) in mezzo a situazioni difficili con enormi pressioni psicologiche? Io dico che l'Udinese farà la prestazione "giusta"... La forza dell'avversario e l'importanza dello scontro diretto, permetteranno di superare e non far eccessivamente risentire delle importantissime assenze di Inler e probabilmente del "Nino" Sanchez. Fase di possesso. Partiamo da questo aspetto perché è assolutamente quello in cui la squadra eccelle. Montella ha disegnato una Roma "spallettiana", sia nel modulo 4-2-3-1, sia nella scelta dei giocatori, con il ritorno di Totti a far la "finta" prima punta. Vucinic gioca da punta vera alto a sinistra, Menez o Taddei a correrre a destra, Perrotta a "fare legna" in mezzo al campo, sempre pronto a buttarsi dentro in tutti gli spazi lasciati dal capitano. Pizarro e De Rossi sono una coppia di centrocampo di livello mondiale, dietro la mancanza di Mexes con l'inserimento di Cassetti nel ruolo di terzino destro, porta maggior equilibrio in fase di spinta. Questa Roma gioca ancora troppo poco sulle fasce, tendendo ad accentrarsi eccessivamente. Risultato? Non viene completamente sfruttato il potenziale della squadra. Fase di non possesso. Fino a che la squadra riesce a tenere alti i ritmi di gioco, aggredendo sempre l'avversario in possesso di palla, con le distanze corte fra uomini e reparti, è davvero difficile giocarci contro e sviluppare gioco. A vantaggio suo il fatto di riconquistare palla alta con la possibilità poi di sfruttare l'enorme potenziale dei suoi attaccanti. A vantaggio degli avversari la possibilità di giocare contro una linea di difesa piuttosto alta, con ampi spazi dietro la schiena che, se presa d'infilata, può andare in grossa difficoltà. Quando poi i centrocampisti calano in intensità di corsa e/o i giocatori d'attacco fanno i "capricci" in fase di non possesso, cominciano i dolori. E questa Roma ha dimostrato di soffrire non poco nei finali di partita.