sabato 16 aprile 2011

Napoli-Udinese

Messaggero Veneto, 16 aprile 2011
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta

La bolgia dello stadio San Paolo e l'impressionante carica agonistica che la squadra partenopea riesce a trasferire sul campo di gioco nella difficilissima ma altrettanto affascinante trasferta di Napoli. Questo attende l'Udinese che ha già dimostrato di essere capace di tirare fuori il meglio proprio in situazioni così calde e stimolanti, un esempio su tutti il fantastico "massacro" del Milan, primo in classifica, al Meazza. E allora la devastante forza d'urto del Napoli attuale può fare meno paura. Perché nonostante l'ottima organizzazione della "macchina" messa a punto da Mazzarri, la gran qualità dei giocatori e l'entusiasmante momento che Napoli tutta sta vivendo, qualche spiraglio nel quale intrufolarsi per "rovinare la festa" c'è. Anche loro, come noi, sono capaci di esaltarsi con i ritmi forsennati di gioco. In particolare nelle situazioni di "transizione positiva" con il velocissimo ribaltamento dell'azione da passiva ad attiva alla ricerca dell'immediata conclusione a rete. Sicuramente le due squadre più "pestifere" del campionato nell'attuare il pressing per il recupero palla. Fase di non possesso. Contrasti, "rimbalzi"e soprattutto palle intercettate nella zona centrale del campo saranno decisive per l'andamento del match. Il Napoli è impressionante e quasi unico nella maniera di pressare. Non, come la maggior parte delle squadre, tutti dietro la linea della palla e movimenti a scalare in avanti. Si muovono quasi a "fisarmonica", con i difensori che si alzano cercando l'anticipo e gli attaccanti che pressano la palla con grandi rincorse a ritroso. Quasi una specie di "compressione" in mezzo al campo, nella quale si trovano a meraviglia centrocampisti recuperatori come Pazienza e uno fra Gargano o Yebda. Guai a farsi intrappolare li in mezzo, bisogna riuscire a sfruttare le rare situazioni di sbilanciamento, in cui la "fisarmonica" è leggermente troppo distesa, per potergli fare poi veramente "male" con le ripartenze. Fase di possesso. Quando recuperano palla con questa disposizione raccolta, sono poi fenomenali a "scoppiare" quasi come una bomba, con corse veloci in verticale dei tre fenomeni davanti e dei due "treni" laterali Maggio e Dossena. È difficile beccarli in contropiede. Sviluppano un gioco lineare con movimenti e passaggi semplici ed essenziali che, se sbagliati, consentono di perdere eventualmente palla sulla profondità. Le corse in profondità nei settori laterali dell'area di rigore dei due trequartisti Hamsik e Cavezzi, e gli inserimenti per il cross dei due esterni, sono in assoluto le situazioni di gioco più pericolose.