martedì 21 settembre 2010

Bologna - Udinese: ecco il 4-3-3 di Malesani

Messaggero Veneto - 21 settembre 2010 - Pagina 14 - Sport
L'angolo tecnico
di MAURIZIO TROMBETTA

L’Udinese gioca in casa del Bologna la quarta di campionato. Il turno infrasettimanale consente fortunatamente di rifarsi immediatamente dopo la disastrosa disfatta casalinga. Si può dire che nessuno degli uomini scesi in campo contro la Juve ha fornito una prestazione sufficiente. E’ quindi attraverso un rendimento all’altezza delle possibilità e qualità di ogni singolo giocatore che tutta la squadra può tornare ad essere consona alle qualità dell’organico dell’Udinese. E’ invece evidentemente lo spirito di sacrificio e di abnegazione per la squadra che ha consentito al Bologna la rimonta di 2 gol contro la Roma all’Olimpico. Dopo aver provato anche la difesa a tre, Malsani sembra avere deciso di adottare un sistema di gioco 4-3-3, modulo in grado di consentire un discreto equilibrio.
lNON POSSESSO PALLA La squadra si muove in modo compatto soprattutto nella collaborazione 4 + 3 delle due linee di difesa e centrocampo. La linea di difesa è basata sui due centrali Portanova e Britos: così la grande esperienza ed affidabilità del primo viene unita alle notevoli qualità fisiche e tecniche del brasiliano. Lateralmente il raddoppio sistematico dei due laterali di centrocampo, Perez e Mudingayi, permettono di mascherare le non proprio eccelse doti difensive di Garics a destra e Rubin a sinistra. A completamento della linea di centrocampo il lavoro di schermo davanti alla difesa del mediano di fisico e qualità di gioco Radovanovic. La fase di riconquista viene svolta con l’applicazione semplice e corretta dei concetti di pressione sul portatore e coperture a scalare verso la palla, chiudendo le linee di gioco in verticale della squadra avversaria.
lPOSSESSO PALLA Anche qui la semplice applicazione dei principi del modulo 4-3-3 consentono di sfruttare al massimo le valide – non sempre fenomenali – qualità dei giocatori del Bologna. La diligente azione delle “catene” esterne Garics, Perez, Siligardi a destra e Rubin, Mudingayi, Di Vaio a sinistra, permette l’inserimento a turno del terzino o della mezzala in fascia. La razionale regia di Radovanovic, dotato di un buon lancio, consente il cambio gioco oppure il lancio sul movimento delle tre punte. Da sottolineare l’accorgimento tattico attuato da Malesani di giocare con gli esterni di attacco (quasi più trequartisti che punte) invertiti rispetto alla fascia di competenza: Siligardi o Meggiorini (mancini) a destra, Gimenez o Di Vaio (destri di piede), a sinistra per sfruttarne le possibilità di tiro o di passaggio filtrante. Considerazione a parte merita naturalmente Di Vaio (lui sì un fenomeno), il Di Natale del Bologna. Capace di adattarsi ad ala sinistra nel caso in cui giochi Paponi (o Meggiorini) come centravanti, diventa anche più pericoloso nel caso in cui agisce da prima punta avendo così ancora maggiore facilità per giungere alla conclusione.