mercoledì 5 gennaio 2011

Udinese-Chievo: OCCHIO A PELLISSIER L’ANIMA GIALLOBLÙ

Messaggero Veneto, 5 gennaio 2011
L'angolo del Tecnico
di Maurizio Trombetta

Tutt’altro che facile la ripresa del Campionato dell’Udinese in casa contro il Chievo. Da ammirare questa società relativamente “giovane”, snella e capace di mantenersi stabilmente ai massimi livelli del calcio nazionale grazie a un’organizzazione e una filosofia di lavoro con ingranaggi perfettamente oliati nei tre ruoli chiave. Il Presidente Campedelli che, pur affermando di «capire poco di calcio», è sempre presente. Sartori, il direttore sportivo, che trovi in giro su tutti i campi come un semplice osservatore. Pioli (con il suo staff), allenatore giovane, emergente e preparato, con precedenti esperienze nel settore giovanile della società. Il Chievo adotta uno schema 4-4-2 di base, scolastico nell’applicazione dei concetti di gioco, ma che l’allenatore riesce ad adattare in funzione delle caratteristiche della squadra avversaria con diverse disposizioni di centrocampisti e attaccanti.

DIFESA Reparto stabile. Hanno giocato quasi sempre gli stessi uomini. Sorrentino in porta a garantire sicurezza di rendimento, esperienza e grande personalità. L’unica alternanza di giocatori nel ruolo di terzino destro. Sardo, forse porta qualcosa di più in fase di spinta rispetto al più tecnico Frey. Centralmente Andreolli, prestante e sufficientemente veloce, e Cesar, più esperto e giocatore di posizione, formano una coppia ben assortita. Jokic a sinistra, al posto dello squalificato e finora inamovibile Mantovani, completa una linea difensiva piuttosto bloccata, mai sbilanciata, che tende ad arretrare difendendo molto bene con l’aiuto dello schermo di centrocampo. Potrebbe soffrire contro un gioco palla a terra con passaggi filtranti e inserimenti da dietro.

CENTROCAMPO E ATTACCO Un’analisi congiunta a testimoniare il comportamento univoco di tutti i giocatori, molto bravi a indirizzare l’inizio azione della squadra avversaria, per poi chiudere le linee di passaggio e di gioco con pressioni e scalate prestabilite. Possibile schieramento a rombo in mediana con Guana in mezzo, più portato all’interdizione per assorbire i movimenti del “Niño” da trequartista, con Rigoni e Marcolini, più regista il primo, maggior corsa, contrasto e attenzione tattica il secondo (possibile anche l’inserimento di Fernandes). Come trequartista Constant, ancora più forte come esterno, fisico, corsa e talento da grande squadra, ma ancora un po’ “superficiale” nei comportamenti e nelle scelte di gioco per il calcio italiano. Davanti il “mitico” Pellissier più uno fra Moscardelli (più probabile), capace di adattarsi a diversi ruoli di attacco, e Granoche, gran finalizzatore e opportunista. Ma è capitan Pellissier l’anima, il cuore, la rabbia di questo Chievo, giocatore forse secondo al solo Pippo Inzaghi per capacità di muoversi negli spazi in profondità per concludere a rete.