domenica 17 ottobre 2010

Brescia-Udinese: l'arma migliore è il contropiede

Messaggero Veneto
L'angolo del tecnico:

Sabato 16 ottobre 2010 - Pagina 19 - Sport
di MAURIZIO TROMBETTA

Un’altra matricola terribile per l’Udinese. Il Brescia non ha ancora pareggiato una partita, ha vinto entrambe le gare disputate in casa, segna e subisce un cospicuo numero di gol e, dopo aver vinto tre partite consecutive con Palermo, Chievo e Roma, è reduce da due sconfitte fuori casa con Bari e Lazio. Squadra che potrebbe sembrare non aver ancora raggiunto una continuità di rendimento, ma che invece sul campo dimostra una sua fisionomia ben precisa: Inchini, basandosi su un modulo di gioco 4-3-1-2, l’ha impostata, l’ha strutturata, la fa giocare e le ha dato la mentalità di una squadra prettamente “contropiedista”.
FASE DI NON POSSESSO
Organizzata con cura e attenzione, si basa sul restringimento degli spazi conseguente all’accorciamento delle due linee 3 + 4 di centrocampo e difesa. I 3 giocatori d’attacco non effettuano un gran pressing, di fatto si abbassano solo nella propria metàcampo, pronti a recuperare tutti i palloni “sporchi” derivanti dal gran lavoro difensivo di centrocampisti e difensori, per poter poi ripartire con gran velocità e freschezza. Se attaccata centralmente o con azioni personali questo tipo di difesa va a nozze. Necessari per metterla in difficoltà, oltre allo sfruttamento dell’ampiezza, il “cambio di linee” fra attaccanti e centrocampisti. Se l’Udinese dà pochi punti di riferimento avanzati, venendo “fuori” dalla linea con i giocatori d’attacco, può mettere poi in grossa difficoltà il Brescia con l’inserimento di centrocampisti e trequartisti vari. Assolutamente rilevante poi per il reparto difensivo la gran “presenza” fra i pali dell’ottimo Sereni.

FASE DI POSSESSO
Schierata da destra a sinistra con Zambelli, Bega, Martinez e Dallamano, la difesa imposta il gioco prevalentemente appoggiandosi al mediano-regista Cordova (dotato di un bel destro lungo e preciso, pericoloso anche sui calci di punizione), oppure cercando subito i tre davanti. Maggior spinta laterale a destra con Zambelli, ex centrocampista, che si alterna con Baiocco negli inserimenti in fascia. Reparto di centrocampo completato a sinistra da Hetemaj, finlandese di gran corsa e agonismo.

Il gioco del Brescia non si sviluppa con azioni manovrate, ma vengono subito cercati i tre giocatori avanzati cui si aggiunge poi in fase di inserimento a turno una delle due mezzali. In pratica non più di quattro giocatori che partecipano alla conclusione dell’azione. Sicure le due punte che si integrano e si trovano a meraviglia, Caracciolo, grande capacità di allungare immediatamente la squadra, ed Eder, una specie di Sanchez meno “elettrico”, ma con le doti realizzative di Di Natale. Da decidere chi fra Kone, più centrocampista e pericoloso con inserimenti palla al piede , e Taddei, decisamente più simile allo squalificato Diamanti, per il ruolo di trequartista.