giovedì 10 febbraio 2011

UdineseBlog: l'intervista al Mister

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9 febbraio 2011

Maurizio Trombetta, ex vice di Guidolin e allenatore che - ricordiamo - è riuscito a portare il suo Cluj ai vertici del calcio europeo (storica la vittoria all'Olimpico sulla Roma), interpellato da Udineseblog ha raccontato le sue impressioni sul mister di Castelfranco e sulle potenzialità dell'Udinese. “Non definirei miracolo quello che Francesco sta facendo. Lo conosco: è normale per lui. Sta facendo bene ma non c’erano dubbi nonostante l’inizio pauroso. Anche perché la società lo conosceva e nel momento difficile le è stata vicino. Così i risultati, anche se sembrano sorprendennti, sono normali per uno come lui e con le sue capacità"
L'ambiente ha avuto un ruolo importante in questo? "In una città come Udine è facile arrivare a queste cose solo apparentemente sorprendnenti, ma non vanno dimenticate tutte le difficoltà che il calcio impone. E’ sempre dura arrivare così in alto, ma l’indirizzo che Guidolin ha impostato è quello giusto”.
Indecifrabile, nel senso buono del termine. Così si è definita questa Udinese. “Non è incomprensibile: di certo non è il classico modulo dove vedi movimenti prevedibili. Francesco insegna ai suoi giocatori tutti i moduli e questo lo ribadisce a ogni conferenza. Quindi la squadra è meno prevedibile per questo. E' poi ancora meno prevedibile perché non ha la punta tipica e questo non dà punti di riferimento alle difese avversarie”.
Si è parlato tanto di punta di peso. Oggi non c'è e i risultati sono ottimi. La differenza dove sta? “La punta di peso è solo un punto di riferimento avanzato. Guidolin ne ha due: ma sono linee tratteggiate perché non stanno mai fermi. Sanchez e Di Natale sono fantastici perché è più facile giocare contro una punta che contro questi due che non sai mai cosa fanno. Cambiano direzione anche senza palla, oltre che avere un centrocampo e una difesa che li supporta al meglio. Sono veloci sono, imprevedibili e rendono tale tutta la squadra”.
Ovvio chiedersi se l'Udinese è Di Natale-Sanchez dipendente: “Se uno dei sue manca perde qualcosa: se l’assenza è più lunga della singola gara occorre trovare accorgimenti. Denis non è Sanchez, nessuno aveva dubbi, ma occorre trovare altri concetti di gioco e non lo fai con due allenamenti”.
Il campionato intanto dice che non c'è un vero leader e che le squadre di testa sono tutte simili come valori: “E’ vero che non ci sono squadre spettacolari. Non a caso il Palermo sta facendo bene, L’Udinese ancora meglio e poi il Napoli. Non a caso dopo un Mondiale le outsider riescono a trovare spazi che le grandi lasciano. Questo livellamento fa si che l'Udinese sia bene avviata e adatta a Guidolin: piccoli, resistenti che si adattano al mister e al suo gioco. Un vantaggio senza dubbio”.
Intanto il calcio in generale sta per vivere una rivoluzione. Il fairplay finanziario permetterà all'Udinese di crescere ancora? “Dico che sarà un vantaggio per l’Udinese che è società già a posto col bilancio. La politica l’ha portata a essere sana a differenza dei grandi club. Le grandi però alla fine spendono lo stesso, fairplay o meno. Se si calmierà non lo so, purtroppo però i giocatori forti andranno sempre via. Inutile farsi illusioni”.
E Maurizio Trombetta ha qualche novità per dimostrare il suo valore? “Ho tanta voglia di allenare: gli unici contatti per ora sono stati in regione ma non sufficientemente positivi. Ho talmente tanta voglia di ricominciare che non mi faccio problemi di categoria. Son disposto a partire dal basso perché so che l’importante è ripartire”.
Una cosa c'è da dire. Ci sono troppi allenatori e poca meritocrazia. Trombetta come Vanoli o molti altri ne pagano lo scotto: “Coverciano offfre troppi allenatori, è vero: ma il mondo è questo. In tutte le attività serve essere competitivi. Non sempre i meriti vengono riconosciuti, ma non solo nel calcio ci sono le spinte etc. E’ un limite e bisogna di essere più forti di questo"
Monica Valendino