sabato 11 dicembre 2010

Udinese-Fiorentina: trovato l'equilibrio a centrocampo

Messaggero Veneto, venerdì 10 dicembre 2010
L'ANGOLO TECNICO
di Maurizio Trombetta

Scongiurata l’astensione dei giocatori, per fortuna si gioca. E tanto per cambiare, contro un avversario che è ricco di analogie con l’Udinese. La Fiorentina, un punto meno dei bianconeri, per qualità di organico anche lei potenzialmente subito dietro alle grandi del campionato, come il gruppo di Guidolin è alle prese con gli inevitabili problemi relativi al cambio di allenatore in un gruppo che è cambiato poco. Mihajlovich, dopo Prandelli, ha avuto un difficilissimo periodo in avvio di campionato, toccando anche il fondo della classifica. Brava la società che con l’allenatore ha avuto la forza e la pazienza di aspettare il recupero di giocatori importanti. Fra i tanti indisponibili per infortuni e vicissitudini varie, quelli che sicuramente sono stati decisivi per l’inversione di rendimento nel 4-2-3-1 viola, sono i recuperi in campo di Mutu e D’Agostino. La Fiorentina è una squadra che segna e subisce poco: come l’Udinese ha stesso numero di gol subiti e realizzati, a dimostrazione di un equilibrio ritrovato specialmente in quest’ultimo periodo di campionato.
lDIFESA Il portierone Boruc, capace di interventi strepitosi, ma anche di disattenzioni clamorose, ha davanti a se una linea a quattro composta da , Comotto (o De Silvestri), Gamberini, Koldrup e credo Felipe a sinistra. L’ottimo comportamento avuto nella situazione di emergenza delle ultime gare, dal giovane esordiente Camporese sul centro sinistra, potrebbe portare Mihajlovich a rinunciare a un po’ di esperienza in mezzo, permettendogli però così di dare un forte segnale di stimolo per gli altri giovani della “rosa”. La linea si comporta in maniera razionale e attenta in fase di copertura, facendosi difficilmente trovare fuori posizione. Con un’assetto simile, sarebbe naturalmente portata a spingere maggiormente in fascia destra visto che l’ex bianconero Felipe è un difensore centrale.

CENTROCAMPO Gran bell’equilibrio trovato nella cerniera arretrata con il duo Donadel-D’Agostino. L’ex udinese è l’unico in grado di dare il necessario apporto di qualità e geometrie di gioco, con la possibilità di accelerare o diminuire il ritmo, e di verticalizzare con il lancio lungo per gli attaccanti. Il capitano ci mette “cuore”, polmoni e contrasto in quantità. Concreta e attenta la fase di non possesso palla, completata dal trio Santana, Ljiajic e Vargas, pronti a tornare sotto la linea della palla, nei rari casi in cui non riescono a concludere l’azione.

ATTACCO A meno di un recupero in extremis di Gilardino, dovrebbe giocare Mutu come unico riferimento avanzato. Il rumeno è una classica seconda punta, ma con la classe che si ritrova sa ricoprire anche l’altro ruolo in maniera molto efficace. Risulta meno importante nella fase di costruzione della manovra, ma è in grado di essere ancora più letale nelle finalizzazioni. Santana a destra e Ljiac centralmente (ancora un po’ acerbo, ma gran talento), garantiscono dribbling e buoni inserimenti soprattutto palla al piede. Il rientro in squadra di Vargas ha portato corsa, conclusioni e cross insidiosissimi (capace di centrare anche con l’avversario in pressione stretta) anche dal lato sinistro.