venerdì 15 maggio 2009

14 maggio 20009 - Il Personaggio

Intervista di Cinzia Saccomanni
www.zerocinquantuno.it
Maurizio Trombetta nasce a Udine nel settembre del 62, ex calciatore, ora allenatore. Chiamato da Galeone sulla panchina dell'Udinese in serie B, come vice, vince il campionato cadetto. Sempre con Galeone l'anno dopo il passaggio al Perugia dove vince ancora il campionato, poi Napoli. Nel 98 torna a Udine con Guidolin, che poi seguirà a Bologna per cinque stagioni. Nel 2003/04 fa coppia nuovamente con Galeone ad Ancona, poi ancora Udine nella stagione 2006/07. L'anno successivo diventa primo allenatore del Sevegliano, in Eccellenza. Nel 2008 l'esperienza all'estero in Romania al CFR Cluj, dove prima è allenatore in seconda, poi promosso a primo allenatore.


Che bilancio traccia dei suoi cinque anni a Bologna?
Un bilancio assolutamente positivo. Il primo anno c’è stata qualche difficoltà a salvarsi, ma poi il proseguo è stato ottimo, con la possibilità anche di arrivare in Europa. C’è il ricordo assolutamente negativo della sconfitta a Brescia, quando dal quarto posto scendemmo al settimo. Certo una retrocessione è più dolorosa anche per la società, perdere la serie A è devastante, ma quella sconfitta è una delusione grandissima che mi porterò dentro per sempre. Un altro ricordo negativo, che avrebbe potuto invece essere positivo, è stato il 2-1 con cui abbiamo perso con la Juve: vincere sarebbe stato un godimento totale per quello che per Bologna vuol dire battere la Juventus. Una vittoria sarebbe stata fenomenale, sarebbe rimasta nella storia.

E i ricordi più belli?
Quella era una squadra che faceva gioco, aveva delle caratteristiche importanti, faceva pressing, aveva ritmi altissimi. Nel finale di stagione poi calava sempre un po’, e questo ha fatto sì che poi non ci sono stati quei risultati importanti che invece potevano esserci. Di positivo c’è comunque l’esperienza che ho fatto, la crescita anche a livello personale.

Com’è essere il vice di Guidolin? Che rapporto c’era tra voi due?
Un ottimo rapporto, di collaborazione e di aiuto nello svolgere il lavoro. Rispetto a Galeone, Guidolin è uno che lavora un po’ di più in prima persona. Comunque in entrambi i casi sono stati anni importanti e di grande crescita.

Veniamo al presente e a Bologna-Lecce di domenica prossima. Innanzitutto: chi tra le due squadre ci arriva meglio?
Io credo che per il Bologna la rimonta di domenica scorsa a Torino sia stata importante: è rimasta viva, mantenendo a un punto il distacco dal Torino. Penso che questo aspetto sia particolarmente importante, soprattutto per una squadra che fin qui ha dimostrato di non essere particolarmente forte dal punto di vista caratteriale. Il pareggio in rimonta di domenica può essere un’iniezione di fiducia decisiva, forse più del fatto stesso che il Bologna giocherà la partita in casa.

Giocare al Dall’Ara permetterà però di essere davanti al proprio pubblico e i tifosi si stanno mobilitando parecchio per essere più vicini che mai alla squadra…
Certo, infatti. Io conosco bene il pubblico bolognese, so quanto può servire e il calore che può dare in certi momenti.

Quanto conta preparare partite come questa dal punto di vista tecnico-tattico e quanto conta prepararle dal punto di vista psicologico?
Anche la tattica deve ovviamente essere curata, ma è evidente che in questi casi l’aspetto psicologico è quello preponderante. Percentualmente, una particolare attenzione va rivolta proprio a questo aspetto. Dipende poi ovviamente sempre dalle situazioni, ma in questi casi lavorare sulla testa dei giocatori è più importante del lavoro sul campo, per farli arrivare alla partita nelle migliori condizioni possibile.

Il Bologna sinora ha dato il meglio di sé quando ha potuto agire di rimessa e non ha dovuto ‘fare’ la partita. Domenica che gara dobbiamo attenderci?
Al Lecce un pareggio non serve a nulla, e per il Bologna può essere un vantaggio. Dovrà essere una partita di grande dedizione e sofferenza. Non sarà, probabilmente, una gara bella e divertente, in questi casi è quasi impossibile a meno che non si metta bene fin dall’inizio. Non sarà dunque una gara spettacolare, ma credo che certamente i tifosi del Bologna barattino volentieri lo spettacolo con la vittoria.

Il Bologna è stato protagonista di vittorie importanti, ad esempio quella con la Sampdoria o il Genoa, e di sconfitte altrettanto pesanti, come Siena e Reggina. Lei come spiega questi alti e bassi?
La sensazione che ho avuto io dall’esterno è quella di una certa fragilità dal punto di vista caratteriale. Ho visto il Bologna contro l’Udinese, una sconfitta che non meritava assolutamente, e poi contro la Sampdoria. Ecco, qui devo dire che, pur vincendo in maniera netta forse ha raccolto più di quanto meritava. Il Bologna è andato in vantaggio e poi ha potuto agire di rimessa, ma dal punto di vista del gioco mi aveva convinto molto di più ad Udine. Oltre a problemi strutturali, quindi di rosa, forse anche dal punto di vista caratteriale c’è qualche carenza.

Osvaldo secondo lei può essere uno dei protagonisti di questo finale di stagione?
Osvaldo a me è sempre piaciuto, bisogna ora vedere, dal punto di vista fisico, quanto ha recuperato dall’infortunio. Domenica è stato decisivo nell’azione del rigore, lui è comunque uno di quei giocatori con il gol nel sangue e che, con un guizzo, può risolvere la partita.

E nel suo presente e nel suo futuro che cosa c’è?
Nel mio presente tanto studio, aggiornamenti e tante partite seguite sia in Italia che all’estero per essere sempre più preparato. Per il mio futuro, per ora, solamente qualche chiacchiera.

All’estero, comunque, lei ha già avuto un’esperienza.
Sì, e infatti per il mio futuro qualche opportunità si potrebbe concretizzare proprio all’estero. Giudico quella che ho fatto in Romania un’ottima esperienza formativa, per questo mi sento di consigliare un’esperienza fuori dall’Italia anche ai miei colleghi. A mio avviso sbaglia chi non vuole prendere in considerazione simili opportunità, un allenatore italiano all’estero può avere davvero grandi occasioni.

(In foto: Maurizio Trombetta, nello stadio romeno del CFR Cluj)