giovedì 23 dicembre 2010

Ammirevolmente Slowfootball

Io, Maurizio Trombetta uno dei fondatori/ideatori del movimento “Slowfootball” sto con Rafa Benitez.
Si lo so non è facile prendere una posizione precisa e definita, soprattutto in  questo momento in cui sono ancora in via di definizione le decisioni che riguardano la Società nerazzurra, reduce dal successo mondiale (assolutamente da rivedere la formula, il Mazembe non può essere considerata la squadra numero 2 al mondo), ma che sta attraversando un periodo particolarmente difficile e delicato.
Ma per ora, per il modo in cui si è comportato, in maniera professionale e con dichiarazioni anche abbastanza pacate dopo un periodo molto difficile, sto con l’allenatore.
E chiudo qui, senza altre argomentazioni, perché nel frattempo, purtroppo, è successo che è mancato Enzo Bearzot.
Ed allora a proposito di allenatori…
Grande Allenatore della Nazionale Campione del Mondo nell’82 in Spagna, quando io appena mi affacciavo alla carriera di calciatore, in un’estate che per me ha segnato il passaggio dalle fila del Settore Giovanile dell’Udinese a quelle del Catanzaro in Serie A.
E chi più  e meglio di lui può rappresentare lo spirito ed il sentimento “slowfootball”…!
Uomo di sport, friulano di origine,  capace di raggiungere enormi successi sportivi, anche e soprattutto in funzione di un comportamento basato su valori umani e fatto di relazioni interpersonali “forti”.
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, ma leggendo i giornali di oggi naturalmente la commozione sale spontanea, nel ricordo di un uomo grande che è rimasto semplice.
Valori, rispetto, “gruppo”… alcune delle parole che ricorrono nei servizi e sugli articoli che lo riguardano in queste ore.
Perciò non credo sia giusto aggiungere nient’altro a ciò che dicono persone che lo hanno conosciuto e vissuto molto più di me, ma solo apprezzare e tenere sempre come preciso punto di riferimento mio personale (e perché no anche di tutta la categoria degli allenatori…), in quest’occasione, il suo modo di essere ammirevolmente… “SLOWFOOTBALL”.
Mandi “vecio”.

giovedì 16 dicembre 2010

Un finezza estetica di grande sostanza...

VSP of the week : Denis!
Comincia a diventare un abitudine… Ma probabilmente, essendo io un ex attaccante (fra l’altro non uno che facesse molti gol), sono più portato a tenere in considerazione i gesti tecnici dei giocatori di attacco.
Questa volta voglio segnalare come personaggio “slowfootball” della settimana, ancora una volta una punta ex Napoli: “El Tanque” German Denis.
Colpo di tacco in mezzo all’area di rigore, dopo un controllo su palla filtrante, a smarcare l’accorrente Di Natale per un appoggio in rete facile facile. Non un gesto tecnico difficilissimo, ma mi ha emozionato, per quello che ha rappresentato per il giocatore e per quello che ha significato il gol per la squadra. Il gol della vittoria, meritatissima per l’Udinese, ma non assolutamente facile per come si era messa la partita, con la Fiorentina in vantaggio nel primo tempo sull’unico tiro in porta. Una prima importante soddisfazione per Denis, reduce da infortunio, acquistato come giocatore importante, ma che sta facendo fatica ad imporsi in squadra. Non è certo un giocatore prettamente tecnico “El Tanque”, ma è stato bello vederlo fare una finezza estetica di grande sostanza, in quanto necessaria ed utilissima per permettere la conclusione facile per il compagno meglio appostato, fra l’altro a conclusione di un azione corale molto bella ed insistita.
Aveva già provato un colpo di tacco a metàcampo, dando prova di non essere un palleggiatore sopraffino ed al contempo di “strafare” un poco, dimostrando di volersi mettere in evidenza in modo forse eccessivo.
Aveva manifestato subito grande impegno e voglia di fare appena entrato in campo in sostituzione di Ashamoa, ma con troppa foga e qualche imprecisione. Spero che Denis si renda conto il più presto possibile di avere esattamente le caratteristiche adatte per diventare un beniamino del tifoso friulano: mettere in campo tutto quello che si ha, con il massimo impegno e dedizione per la “maglia”; pazienza se con qualche limite di morbidezza di piede. Io dico che è più forte del “Pampa” Sosa, che qualcosa qui ad Udine aveva fatto. E poi mi sembra che con Di Natale e Sanchez per quanto riguarda i “numeri” e le finezze tecniche l'Udinese non sia messo proprio malaccio…! Dunque Very Slowfootball persone of the week Denis e siccome siamo di Slowfootball aspettiamo le prossime sue magie...
Maurizio Trombetta

sabato 11 dicembre 2010

Udinese-Fiorentina: trovato l'equilibrio a centrocampo

Messaggero Veneto, venerdì 10 dicembre 2010
L'ANGOLO TECNICO
di Maurizio Trombetta

Scongiurata l’astensione dei giocatori, per fortuna si gioca. E tanto per cambiare, contro un avversario che è ricco di analogie con l’Udinese. La Fiorentina, un punto meno dei bianconeri, per qualità di organico anche lei potenzialmente subito dietro alle grandi del campionato, come il gruppo di Guidolin è alle prese con gli inevitabili problemi relativi al cambio di allenatore in un gruppo che è cambiato poco. Mihajlovich, dopo Prandelli, ha avuto un difficilissimo periodo in avvio di campionato, toccando anche il fondo della classifica. Brava la società che con l’allenatore ha avuto la forza e la pazienza di aspettare il recupero di giocatori importanti. Fra i tanti indisponibili per infortuni e vicissitudini varie, quelli che sicuramente sono stati decisivi per l’inversione di rendimento nel 4-2-3-1 viola, sono i recuperi in campo di Mutu e D’Agostino. La Fiorentina è una squadra che segna e subisce poco: come l’Udinese ha stesso numero di gol subiti e realizzati, a dimostrazione di un equilibrio ritrovato specialmente in quest’ultimo periodo di campionato.
lDIFESA Il portierone Boruc, capace di interventi strepitosi, ma anche di disattenzioni clamorose, ha davanti a se una linea a quattro composta da , Comotto (o De Silvestri), Gamberini, Koldrup e credo Felipe a sinistra. L’ottimo comportamento avuto nella situazione di emergenza delle ultime gare, dal giovane esordiente Camporese sul centro sinistra, potrebbe portare Mihajlovich a rinunciare a un po’ di esperienza in mezzo, permettendogli però così di dare un forte segnale di stimolo per gli altri giovani della “rosa”. La linea si comporta in maniera razionale e attenta in fase di copertura, facendosi difficilmente trovare fuori posizione. Con un’assetto simile, sarebbe naturalmente portata a spingere maggiormente in fascia destra visto che l’ex bianconero Felipe è un difensore centrale.

CENTROCAMPO Gran bell’equilibrio trovato nella cerniera arretrata con il duo Donadel-D’Agostino. L’ex udinese è l’unico in grado di dare il necessario apporto di qualità e geometrie di gioco, con la possibilità di accelerare o diminuire il ritmo, e di verticalizzare con il lancio lungo per gli attaccanti. Il capitano ci mette “cuore”, polmoni e contrasto in quantità. Concreta e attenta la fase di non possesso palla, completata dal trio Santana, Ljiajic e Vargas, pronti a tornare sotto la linea della palla, nei rari casi in cui non riescono a concludere l’azione.

ATTACCO A meno di un recupero in extremis di Gilardino, dovrebbe giocare Mutu come unico riferimento avanzato. Il rumeno è una classica seconda punta, ma con la classe che si ritrova sa ricoprire anche l’altro ruolo in maniera molto efficace. Risulta meno importante nella fase di costruzione della manovra, ma è in grado di essere ancora più letale nelle finalizzazioni. Santana a destra e Ljiac centralmente (ancora un po’ acerbo, ma gran talento), garantiscono dribbling e buoni inserimenti soprattutto palla al piede. Il rientro in squadra di Vargas ha portato corsa, conclusioni e cross insidiosissimi (capace di centrare anche con l’avversario in pressione stretta) anche dal lato sinistro.

martedì 7 dicembre 2010

Fabio Quagliarella: gol e sorrisi, entra fra i "VSP of the week"

E’ passata un’altra settimana di campionato. Di cui più della metà spesa giocando, dato che la quindicesima giornata è stata disputata nell’arco di quattro giorni, dal venerdì al lunedì sera. Non proprio in linea con i “vecchi valori tradizionali” stile slowfootball, delle partite giocate tutte in contemporanea, come succedeva una volta. All’estero è già un’abitudine, come mi sono accorto due anni fa nella mia esperienza in Romania. E’ la legge imposta dalle Televisioni, il futuro va in questa direzione. E’ certamente meno “romantico”, ma secondo il mio giudizio non così terribile come si potrebbe pensare. Voto ? Ancora insufficiente, “da rivedere”.
Altra settimana e altro bomber napoletano che mi piace segnalare come personaggio “slowfootball”. Si tratta di Fabio Quagliarella, per l’innegabile bellezza e varietà con cui ha segnato tre splendidi gol nella vittoria per 3 a 1 della Juve a Catania. Uno dei quali, tra l’altro il più difficile per esecuzione, al volo di piatto sinistro con tecnica e coordinazione sopraffina, ingiustamente annullato. Naturalmente anche perché non sicuro al 100% del fatto che la palla fosse realmente entrata in porta, lui non si è perso in tante proteste e nel giro di un quarto d’ora ne ha fatti altri due altrettanto belli. Un sinistro quasi chirurgico, dopo controllo a seguire perfetto dentro l’area di rigore, e un tiro da fuori area di destro, “sorprendente”, se non fosse che lui ci ha abituati a soluzioni simili. Bello il messaggio per i ragazzini, che guardano a Quagliarella come a un esempio, di accettare anche i possibili errori di valutazione da parte dell’arbitro, rimboccandosi le maniche per fare ancora meglio, invece che “piagnucolare” rifugiandosi in inutili lamentele, come purtroppo tanti giovani sono sempre più abituati a fare…
Come belle e scherzose sono state le parole durante l’intervista “a caldo” fra il primo ed il secondo tempo (non è facile essere rilassati e sereni trenta secondi dopo il fischio dell’arbitro…), quando ha considerato ironicamente che in ogni squadra in cui gioca lui, si vada sempre in cerca di un bomber. Come se lui fosse uno che non segna…!
VSP: “Very Slowfootball People”, per l’estetica dei gesti tecnici e per il comportamento davanti al microfono.
Citazione d’obbligo anche per i tifosi dell’Udinese. E per i tifosi di tutte quelle squadre come il Parma, con cui organizzano il Terzo Tempo eno-gastronomico, come ho letto che hanno fatto in Emilia. E’ in assoluto il comportamento slowfootball per eccellenza. Mi par di capire che meriterebbero il premio più o meno quasi ogni settimana…!

sabato 4 dicembre 2010

Parma-Udinese: E' un -4-3-3 atipico

sabato 4 dicembre 2010 - Messaggero Veneto
L'angolo tecnico
di MAURIZIO TROMBETTA
La trasferta di Parma potrebbe rappresentare un buon test per poter effettuare un primo parziale bilancio della stagione bianconera. Gli emiliani hanno ha otto punti in meno rispetto alla passata stagione e l’Udinese ne ha “solo” due in più. Non credo che basti il pur importantissimo “scambio” di allenatori sulle panchine della rispettive squadre per spiegare questo cambio di rendimento, attualmente parziale, delle due compagini. Penso sia anche dovuto a una evidente miglior qualità di organico da parte dell’Udinese e, sicuramente, a una maggior esperienza e stabilità di struttura della società bianconera. La sicurezza dimostrata da Pozzo nel necessario periodo di adattamento della squadra al nuovo allenatore, ha certamente avvantaggiato Guidolin rispetto a quanto avvenuto per Marino a Parma da dove si è ripartiti da un “atipico” 4-3-3.

DIFESA Disposta a quattro da destra a sinistra con Zaccardo, Paletta, Lucarelli e Antonelli (o Gobbi), non brilla certo per agilità di movimento e capacità di adattamento a situazioni tattiche impreviste. La linea si comporta in maniera corretta alzandosi e abbassandosi in contemporanea, forse un po’ troppo ”a zona”, lasciando quindi a volte troppa libertà agli attaccanti avversari, soprattutto sui movimenti in verticale sia dentro che fuori dalla linea. Maggiore spinta in fase di costruzione del gioco col terzino di fascia sinistra.

CENTROCAMPO In mezzo “comanda” Dzemaili, una specie di carrarmato davanti alla difesa, lento ma di sostanza nel recupero palla, con due mezzali di caratteristiche diverse. Candreva, probabilmente un po’ troppo “fenomeno” per questa Udinese di Guidolin già così ben messa a centrocampisti agisce a sinistra, Morrone, uomo semisconosciuto al grande pubblico, ma anima e sostanza del Parma, a sinistra. Lui sì era un uomo che Guidolin avrebbe voluto a Udine se non ci fosse già stato un certo signor Pinzi.

ATTACCO A questo reparto si riferiva il termine “atipico” del 4-3-3 di Marino, soprattutto per le caratteristiche di Giovinco, che partendo dalla sinistra, ha la libertà di accentrarsi e di comportarsi un po’ a suo piacimento dando un tocco di fantasia ed imprevedibilità, oltre che di pericolosità, nelle conclusioni dalla zona di centro-sinistra. Al centro il mai domo Crespo abilissimo nel chiudere le azioni sul cross soprattutto con movimenti di anticipo sul primo palo sia di testa che di piede. A completare il trio a destra Angelo una tipica ala di corsa e potenza, non gran dribbling, ma ottima capacità di cross in corsa, il “pane” ideale per le conclusioni di Crespo o gli eventuali inserimenti del centrocampista di parte opposta.

martedì 30 novembre 2010

Very Slowfootball Person of the week : Totò Di Natale

Un personaggio, un episodio, una situazione che caratterizza il fine settimana in sintonia con la filosofia “slowfootball”...
Cerchiamo di riconoscere e di individuare l’avvenimento della settimana calcistica che meglio si sposa ai valori di sportività, lealtà, bellezza estetica e gusto del piacere del gioco del calcio.
Anche se sfogliando i giornali e vedendo le immagini trasmesse dalle televisioni che seguono le partite, è purtroppo decisamente più facile trovare spunti che vanno nella direzione esattamente opposta a questa filosofia slow, “take it easy”…
Per questa settimana, pur avendo immensamente apprezzato il magnifico spettacolo fornito dal Barcelloona contro il Real Madrid (uno stile di gioco fantascientifico in entrambe le fasi di gioco), mi piace sottolineare il comportamento di Di Natale, tre gol in Udinese – Napoli, 3 – 1 di domenica scorsa allo stadio Friuli.
Totò, napoletano verace che realizza tre reti contro il suo Napoli e non esulta, certo mi fa pensare quasi un po’ ad una “sceneggiata” di cui i partenopei sono, appunto, maestri assoluti.
E certo un po’ di predeterminazione nel suo comportamento ci sarà senz’altro. Ma io Totò un po’ lo conosco, e so quanto sia istintivo (grazie a Dio…) quando è in campo, col pallone tra i piedi, e quanto “gode” a fare quelle sue giocate fenomenali che noi Friulani abbiamo la fortuna di poter vedere dal vero.
Perciò mi scappa un po’ da ridere a pensare cosa può aver provato sul secondo gol, quello che lui stesso ha definito il più bello della sua carriera (e c’è di che scegliere, in quanto a bellezza nei gol che Totò ha fatto in carriera…).
Beh, credo che debba aver fatto uno sforzo davvero immenso per rimanere fermo immobile, senza poter correre come un bambino per tutto il prato, per festeggiare una simile prodezza.
Ha sicuramente speso più energie (trattenersi, impassibile senza far esplodere la gioia che provava dentro…) che in tutto il resto della partita.
Stop perfetto del pallone che gli proviene dalla sinistra, visione della porta e del portiere, calcio da fermo di esterno collo destro con traiettoria a rientrare nell’incrocio opposto, là dove solo un miracolo avrebbe potuto consentire ad un portiere umano di evitare il gol.
Ero presente allo stadio Friuli e quando ho visto accadere tutto questo ho provato un senso di piacere profondo, che mi ha fatto realmente emozionare.
Forse perché conosco Totò, e sapendo come è fatto, ho piacere per lui; forse per il brivido piacevole che ho provato e che raramente mi capita ormai di sentire sui campi di calcio, ma credo che Totò Di Natale meriti ampiamente il Premio SLOWFOOTBALL di questa settimana.
E credo proprio che Totò Di natale sia un personaggio assolutamente “non male”…, per tenere a battesimo questa nuova iniziativa SLOWFOOTBALL.

Buon Calcio a tutti,
Maurizio Trombetta

sabato 27 novembre 2010

Udinese-Napoli: intensità e velocità

Messaggero Veneto - Sport
sabato, 27 novembre 2010
L'angolo del tecnico
di Maurizio Trombetta


Il Napoli terzo in classifica e che non ha giocato durante la settimana, il Napoli con il miglior rendimento in assoluto fuori casa, e dei cinque punti rimediati nei secondi tempi delle partite sin qui giocate. Difficile che il mio amico Walter Mazzarri, trovi anche solo uno spunto per “piangere” (come credo faccia un po’ troppo spesso…) in vista della partita di Udine. Un lungo elenco di qualità che rendono la squadra partenopea, disposta con un 3-4-3 definito sempre più a immagine e somiglianza del suo allenatore, un test a mio avviso ancora più difficile ed impegnativo della trasferta di Roma. Penso che questo Napoli sia l’unica squadra in Italia in grado di competere con l’Udinese di Guidolin per quanto riguarda intensità di gara e accelerazioni di gioco. A parità di alto ritmo di gioco delle squadre in campo, credo poi che l’Udinese possa attualmente vantare qualcosa in più a livello di ricambi con giocatori di qualità, da sfruttare nel corso della gara.
DIFESA Sicuramente pesante l’assenza di capitan Cannavaro, la disposizione a tre con Santacroce, Cribari e Campagnaro, potrebbe mancare un po’ di peso e sostanza nel duo di centrodestra. Movimenti dei tre a scappare fino a che non viene ricomposta la linea a cinque, con l’abbassamento dei due esterni di centrocampo. In situazione di superiorità numerica, invece, i difensori escono aggressivi sulla punta che viene incontro, con la sicurezza comunque della copertura a quattro.
CENTROCAMPO Qui c’è il “fulcro” della squadra che permette di caricare a molla l’enorme potenziale dell’attacco. In fase di non possesso grande pressione sulla palla con Gargano e Pazienza (o Yebda) abilissimi a scalare in avanti in zona centrale, coadiuvati in questa azione dalle corse in recupero (sempre!) di due fra le tre punte. Lateralmente Maggio a destra e Dossena a sinistra completano l’opera in fase di recupero, per poi partire come veri e propri “treni” con scatti anche di quaranta metri per ricevere palla in fascia. Impressionante come una volta riconquistata palla, i movimenti di tutti i giocatori e le traiettorie di palla siano quasi esclusivamente in verticale.
ATTACCO Curioso definire in numeri l’attacco del Napoli. Può essere rappresentato da tutte le combinazioni possibili fra 0 e 3… Nessuno che dà un punto di riferimento unico avanzato, e comunque non centrale (Cavani preferibilmente sul centro destra, Lavezzi o Hamsik a sinistra), tutti e 3 capaci di giocare da trequartista o seconda punta e comunque di ripiegare a centrocampo in fase di non possesso, rendendosi così meno marcabili in fase di ripartenza. Poi Lavezzi è devastante per quantità e qualità con palla al piede, (credo che Guidolin si riferisca a qualcosa di simile quando prevede un futuro da “numero 1” di “el Nino” come trequartista). Hamsik è il campione mondiale di verticalizzazioni con tempi di inserimento “a rimorchio” fantastici. Cavani è dotato di una progressione e di doti realizzative di livello assoluto.

domenica 14 novembre 2010

Udinese-Lecce: Dietro difetta di esperienza

Messaggero Veneto, sabato 13 novembre 2010
di MAURIZIO TROMBETTA
Ha solo due punti in meno dell’Udinese il Lecce dell’ex De Canio. Spaventoso, però il ruolino di marcia della squadra pugliese fuori casa, dove, finora, sembra quasi solo aver partecipato alle prestazioni avversarie. Due soli i gol segnati nell’unico pareggio esterno a Palermo (2-2), segnale evidente di una certa mancanza di personalità dovuta senz’altro alla giovane età e alla poca esperienza nel campionato di Serie A della maggior parte dei giocatori componenti la rosa. L’impostazione sarà quella di una condotta di gara forte e di carattere, ma anche attenta e al limite paziente, per approfittare delle possibili disattenzioni degli avversari e poter quindi porre la partita sui giusti binari, nel rispetto della differenza di valori delle due formazioni in campo. De Canio sta cercando di dare forza , convinzione e risultati al gruppo per mezzo di una disposizione in campo col modulo 4-3-2-1 che poi si trasforma in un effettivo 4-1-4-1.
FASE DI NON POSSESSO 
Due linee di difesa e centrocampo disposte a quattro con Giacomazzi che agisce in mezzo ad esse come un vero e proprio “libero” davanti alla difesa. Non partecipa alla pressione sulla palla, con relative coperture, che gli altri centrocampisti portano diligentemente sul portatore, ma resta solamente in zona centrale a fornire uno schermo protettivo ai due difensori centrali. Questo evidentemente per consentire a Rispoli, Gustavo, Giuliatto e Brivio o Mesbah, (le poche presenze a livello di Serie A del quartetto fanno ben capire qualche limite di qualità ed esperienza), di pensare quasi esclusivamente alla copertura della palla in profondità. Soprattutto i due centrali possono così evitare di cercare l’anticipo sul movimento incontro delle punte avversarie con il rischio di sguarnire la linea di difesa. Il comportamento eccessivamente “a zona”, senza le necessarie marcature strette “a uomo” in area di rigore sui cross, potrebbe essere un fattore da sfruttare da parte degli attaccanti friulani.
FASE DI POSSESSO 
L’unica punta avanzata potrebbe essere Corvia, l’alternativa Ofere, giocatore più fisico, con quattro centrocampisti più o meno offensivi pronti a inserirsi a turno per andare a concludere l’azione o servire il centravanti in mezzo all’area. Di Michele, gioca a destra, ma è decisamente più pericoloso a sinistra da dove giunge alla conclusione con maggior naturalezza, con Munari, Oliveira e Vives o Mesbah, tutti comunque in grado di fare gol, chi con maggiori doti tecniche, chi con la corsa in fase di inserimento. Il tutto sapientemente orchestrato dal play-maker Giacomazzi, gran piede per il lancio di cinquanta metri, che corre poco, ma fa viaggiare la palla ed i propri compagni.

martedì 9 novembre 2010

Catania- Udinese: tattica e fisicità

Messaggero Veneto - 9 novembre 2010
L'angolo del Tecnico
di MAURIZIO TROMBETTA
Il Catania è una squadra tosta e quadrata, una sorta di “multinazionale Sudamericana” allestita da Lo Monaco (direttore sportivo con passato all’Udinese). Giampaolo si può permettere di mettere in campo giocatori di chili e muscoli che, uniti all’agonismo “siculo/argentino” del gruppo, sono in grado di mettere in difficoltà qualsiasi tipo di avversario. La gestione dei vari acciacchi e infortuni che si stanno accumulando in questo periodo di impegni ravvicinati e la possibilità di ricambi di qualità nei rispettivi organici da parte dei due allenatori, saranno probabilmente fattorideterminanti per l’andamento della gara.
FASE DI NON POSSESSO
A prescindere dal modulo di gioco adottato, Giampaolo definisce ed organizza i movimenti difensivi di tutti i giocatori, probabilmente fisioterapisti e magazzinieri compresi...! A parte gli scherzi, è particolare l’atteggiamento tenuto dalla linea di difesa. I quattro difensori, potrebbero essere da destra a sinistra, Alvarez, Bellusci, Silvestre e Marchese, guardano e si comportano esclusivamente in funzione della palla, senza quasi considerare i movimenti degli altri giocatori, salendo o “scappando” infunzione della situazione di gioco. Importantissima l’attenzione ai tempi giusti nei movimenti di inserimento da parte degli attaccanti dell’Udinese, per sfruttare al meglio a proprio vantaggio questo particolare atteggiamento difensivo. Due mediani di sostanza davanti alla difesa sono la caratteristica prediletta dall’allenatore siciliano. Biagianti, se disponibile per la partita, è il giocatore in grado di spostare gli equilibri della squadra in entrambe le fasi di
gioco. Il resto del reparto potrebbe essere completato da Izco, Ledesma e Mascara sempre molto attenti nell’applicazione dei meccanismi di pressione e coperture reciproche. In porta Andujar, che dopo quattro anni di apprendistato in Italia garantisce ora un rendimento e grado di affidabilità adatto alla Serie A.
FASE DI POSSESSO
Grande cura e attenzione viene posta anche nei sincronismi dei movimeti degli attaccanti e in generale di tutti i giocatori che partecipano allo sviluppo della manovra. Ricchiuti trequartista sul centrosinistra, oppure Gomez, garantiscono insieme a Mascara estro e imprevedibilità, grazie alla loro capacità di alternarsi molto bene negli inserimenti con e senza palla al piede. A destra lo sviluppo del gioco è invece caratterizzato maggiormente dallo strapotere fisico di Izco e dai movimenti nello spazio dell’unica punta di ruolo prevista dal sistema di gioco. Potrebbe essere Maxi Lopez, gran finalizzatore, ritrovato domenica scorsa dopo un infortunio, oppure Antenucci o Morimoto, tecnici e veloci, comunque un attaccante di movimento abile negli inserimenti nello spazio per ricevere palla sulla corsa.

domenica 31 ottobre 2010

Bari-Udinese: sfida tattica, decisivi i Mister

Messaggero Veneto - sabato 30 Ottobre 2010
L'angolo del Tecnico
di MAURIZIO TROMBETTA

L’insidiosa trasferta con il Bari dei molti ex per continuare il cammino di crescita intrapreso dall’Udinese. C’è da aspettarsi una sfida molto interessante a livello tattico tra due allenatori che pongono un’attenzione maniacale a questo aspetto.Ventura è capace di ripetere in maniera ossessivamente schematica lo sviluppo dell’azione, Guidolin è abile a modellarsi sulle caratteristiche della squadra avversaria per limitarne le potenzialità, ponendo così le basi per sfruttare poi al meglio le qualità dei suoi giocatori.
La partita di Coppa Italia giocata un giorno e mezzo dopo rispetto all’Udinese, l’atmosfera calda dello stadio San Nicola, l’opposto rendimento nelle ultime tre di campionato (tre vittorie i friulani, tre sconfitta i pugliesi), sono i fattori che possono influenzare l’andamento dell’incontro. Il modulo adottato dal Bari può essere tranquillamente definito 4-2-4, visto il comportamento univoco delle tre linee di gioco e dei giocatori che le compongono con movimenti particolarmente coordinati in entrambe le fasi di gioco.
FASE DI NON POSSESSO
Dieci uomini sotto la linea della palla! Questo l’ordine immediato una volta persa la sfera per i giocatori di Giampiero Ventura. Probabilmente anche per ovviare alle non fenomenali qualità prettamente difensive della linea dei quattro dietro. Da sinistra a destra Salvatore Masiello (ex trequartista o esterno alto, passato anche se in maniera fugace per Udine), Parisi (terzino di spinta fino ad inizio stagione), Andrea Masiello e Belmonte, unici due difensori di ruolo. In porta Gillet, un vero “gatto” fra i pali, meno abile, invece, nelle uscite. L’abbassamento della linea oltre a permettere gli aiuti reciproci dei difensori, limita lo spazio tra portiere e difesa sui cross. I quattro attaccanti si comportano come una linea di centrocampisti con pressione sulla palla e relative coperture, i due mediani lavorano soprattutto sulle traiettorie di palla e sul recupero dei “rimbalzi” in zona centrale, lasciando il compito dei raddoppi in fascia agli esterni d’attacco.
FASE DI POSSESSO
Si parte naturalmente dal famoso “giro palla” sulla linea dei difensori, per attirare i giocatori avversari in pressing nella propria metàcampo, e liberare più spazio possibile alle spalle della linea di difesa della squadra opposta. La disposizione avanzata con Alvarez o Rivas a destra, Ghezzal a sinistra e la coppia Barreto e Kutuzov/Castillo davanti, permette poi delle accelerazioni impressionanti. Gli esterni lasciati appositamente larghi per consentire i fondamentali movimenti dei due attaccanti centrali in spazi più ampi possibile.
La coordinazione ed il sincronismo del semplice movimento “corto/lungo”, con spettacolare applicazione del “velo”, per permettere poi lo sviluppo azione con palla a terra e gli inserimenti anticipati degli esterni in profondità sulle fasce. Fondamentali naturalmente nello sviluppo di gioco i due mediani, un altro ex udinese, Almiron e il friulano Donati, sempre abili a trovare le soluzioni prestabilite per sfruttare la velocità e la grande tecnica degli attaccanti.

lunedì 25 ottobre 2010

Palermo-Udinese

L'angolo del tecnico
Messaggero Veneto

sabato, 23 Ottobre
di MAURIZIO TROMBETTA

Ecco il Palermo del presidente Zamparini per l’Udinese. Quella siciliana è la società che sta seguendo meglio di tutte la strada intrapresa prima di tutti in Italia dai Pozzo: investimenti su giovani talenti, nella maggior parte dei casi semi-sconosciuti e stranieri, da valorizzare e rivendere con ricavi anche consistenti, ma con crescita continua del livello di prestazione della squadra. Impressionante la “batteria” di giocatori di gran qualità delle classi ’88 ’89 e ’90, una delle rose che, come l’Udinese, è composta più o meno per la metà di stranieri, di cui la gran parte “titolari”. Da verificare l’eventuale contraccolpo psicologico della batosta subita in Uefa League, ma comunque da tenere in considerazione che non erano presenti, e quindi hanno “riposato” per il campionato, giocatori fondamentali come Sirigu, Munoz, gli sloveni Bacinovic e Ilicic e Pinilla. Rossi ha trovato la quadratura del cerchio con l’utilizzo del modulo 4-3-2-1 che gli consente di sfruttare al meglio le caratteristiche degli 11 che sta schierando, e di poter mettere a frutto le sue grandi capacità di lavorare sui tempi di gioco e di inserimento.

DIFESA Come evidenziato in settimana anche da Zamparini è il reparto che manifesta ancora le maggiori carenze. I due esterni Cassani a destra e Balzaretti a sinistra garantiscono una spinta di livello assoluto, ma entrambi per caratteristiche intrinseche non sono particolarmente portati per la fase prettamente difensiva. La squalifica di Bovo costringerà l’allenatore a far giocare Munoz e Goian, una coppia di centrali che soffre in maniera evidente nell’ uno contro uno.

CENTROCAMPO Qui sta la vera forza del Palermo. L’inserimento di Bacinovic in mezzo, certamente meno classe di Liverani, ma tempi di gioco più rapidi e tanta corsa e contrasto, affiancato da due “cagnacci” come Migliaccio e Nocerino (quest’ultimo anche un bel piede), fanno del reparto una solida base su cui poter poi innestare le fenomenali doti di quelli davanti. Il recupero palla viene effettuato di squadra, senza un pressing asfissiante, nella propria metàcampo, a volte abbassandosi anche un po’ troppo, permettendo però così ampi spazi per le ripartenze.

ATTACCO La formula 2 + 1 è costituita attualmente da Ilicic, caratteristiche più da centrocampista, con facilità di corsa e impressionante conclusione da fuori e da Pastore, classe ’89, fisico all’apparenza mingherlino, con accelerazioni già devastanti nello stretto, figurarsi quando può giostrare negli spazi, giocatore che si sta affermando a livelli da fuoriclasse già alla seconda stagione in Italia. Unica punta Pinilla (non a caso inseguito a lungo anche dall’Udinese), capace di far salire la squadra, ma anche di triangolare palla a terra in special modo con Pastore, più adatto per caratteristiche di gioco rispetto all’alternativa Hernandez, altro interessantissimo giovane, più veloce e pericoloso sulle palle in profondità, ma meno capace di giocare per la squadra.

domenica 17 ottobre 2010

Brescia-Udinese: l'arma migliore è il contropiede

Messaggero Veneto
L'angolo del tecnico:

Sabato 16 ottobre 2010 - Pagina 19 - Sport
di MAURIZIO TROMBETTA

Un’altra matricola terribile per l’Udinese. Il Brescia non ha ancora pareggiato una partita, ha vinto entrambe le gare disputate in casa, segna e subisce un cospicuo numero di gol e, dopo aver vinto tre partite consecutive con Palermo, Chievo e Roma, è reduce da due sconfitte fuori casa con Bari e Lazio. Squadra che potrebbe sembrare non aver ancora raggiunto una continuità di rendimento, ma che invece sul campo dimostra una sua fisionomia ben precisa: Inchini, basandosi su un modulo di gioco 4-3-1-2, l’ha impostata, l’ha strutturata, la fa giocare e le ha dato la mentalità di una squadra prettamente “contropiedista”.
FASE DI NON POSSESSO
Organizzata con cura e attenzione, si basa sul restringimento degli spazi conseguente all’accorciamento delle due linee 3 + 4 di centrocampo e difesa. I 3 giocatori d’attacco non effettuano un gran pressing, di fatto si abbassano solo nella propria metàcampo, pronti a recuperare tutti i palloni “sporchi” derivanti dal gran lavoro difensivo di centrocampisti e difensori, per poter poi ripartire con gran velocità e freschezza. Se attaccata centralmente o con azioni personali questo tipo di difesa va a nozze. Necessari per metterla in difficoltà, oltre allo sfruttamento dell’ampiezza, il “cambio di linee” fra attaccanti e centrocampisti. Se l’Udinese dà pochi punti di riferimento avanzati, venendo “fuori” dalla linea con i giocatori d’attacco, può mettere poi in grossa difficoltà il Brescia con l’inserimento di centrocampisti e trequartisti vari. Assolutamente rilevante poi per il reparto difensivo la gran “presenza” fra i pali dell’ottimo Sereni.

FASE DI POSSESSO
Schierata da destra a sinistra con Zambelli, Bega, Martinez e Dallamano, la difesa imposta il gioco prevalentemente appoggiandosi al mediano-regista Cordova (dotato di un bel destro lungo e preciso, pericoloso anche sui calci di punizione), oppure cercando subito i tre davanti. Maggior spinta laterale a destra con Zambelli, ex centrocampista, che si alterna con Baiocco negli inserimenti in fascia. Reparto di centrocampo completato a sinistra da Hetemaj, finlandese di gran corsa e agonismo.

Il gioco del Brescia non si sviluppa con azioni manovrate, ma vengono subito cercati i tre giocatori avanzati cui si aggiunge poi in fase di inserimento a turno una delle due mezzali. In pratica non più di quattro giocatori che partecipano alla conclusione dell’azione. Sicure le due punte che si integrano e si trovano a meraviglia, Caracciolo, grande capacità di allungare immediatamente la squadra, ed Eder, una specie di Sanchez meno “elettrico”, ma con le doti realizzative di Di Natale. Da decidere chi fra Kone, più centrocampista e pericoloso con inserimenti palla al piede , e Taddei, decisamente più simile allo squalificato Diamanti, per il ruolo di trequartista.

sabato 25 settembre 2010

Sampdoria-Udinese: pressing e ritmi alti

Messaggero Veneto
Sabato, 25 Settembre 2010
Pagina 17 - Sport - L'angolo del tecnico

di MAURIZIO TROMBETTA
A Genova contro la Sampdoria per cominciare a far punti. Il confronto fra l’allievo ed il maestro, Guidolin, allenatore di Di Carlo nel Vicenza “Europeo” degli anni ’90. Stima e perfetta conoscenza reciproca influenzeranno l’andamento dell’incontro. Ritmi di gioco ad alta intensità, pressing alto a tutto campo, ripartenze fulminanti per sfruttare le fantastiche doti dei relativi attaccanti caratterizzeranno sicuramente la gara. La squadra che riuscirà a prevalere nel recupero palla sui “rimbalzi”, riuscirà a giungere alla conclusione con maggior frequenza. La precisione e l’incisività dei tiri a rete indirizzerà poi, naturalmente, il risultato. Di Carlo, dopo aver cominciato la stagione con un 4-4-2 classico, adotta ora un modulo 4-3-1-2. La disposizione a rombo dei centrocampisti gli permette di essere più imprevedibile e difficilmente controllabile in fase di sviluppo di gioco, e contemporaneamente di portare un pressing più alto con la grande corsa ed aggressività del trequartista, ruolo ricoperto dall’ex romanista Guberti che fino alla passata stagione aveva ricoperto il ruolo di esterno a centrocampo.
lDIFESA Curci in porta, Zauri o Cacciatore a destra, Gastaldello, Lucchini e Zigler a completare la linea a quattro. Blocco di grande valore quello costituito dai due centrali più l’esterno sinistro (giocano sempre loro per cui possibilità di un certo affaticamento dopo la terza partita in sette giorni), i punti deboli possono essere rappresentati dal portiere, che a mio avviso deve ancora crescere per diventare di livello internazionale, e dal terzino di destra, esperto,ma non proprio rapido Zauri. Ancora acerbo dovesse eventualmente giocare Cacciatore peraltro a segno in Europa League con il Psv Eindhoven.
lCENTROCAMPO L’accentramento di Guberti, esterno di ruolo, a trequartista è l’accorgimento tattico di Di Carlo che ha consentito il salto di qualità di tutta la squadra. Impressionante per quantità di movimento nelle due fasi di gioco l’ex romanista riesce a mantenere anche una ottima qualità di giocate. Altro giocatore adattato è Semioli che con caratteristiche da ala pure giostra ora da mezzala destra con grande capacità di corsa e di inserimento soprattutto in fascia per il cross. La sapiente regia di capitan Palombo e la sostanza di corsa, fisico e qualità di gioco anche in fase di conclusione di Dessena completano in maniera equilibrata un reparto in grado di consentire un notevole rendimento.
lATTACCO Saggia la decisione del tecnico della Sampdoria di consentire un turno di riposo nella trasferta infrasettimanale di Cagliari a Cassano, per poter ripresentare poi in casa la coppia di attaccanti della Nazionale insieme a Pazzini. L’abbondanza di “rincalzi” di ottimo livello come Pozzi e Marilungo rende il reparto di primissimo livello, inferiore forse solo a quello delle due milanesi. Micidiale la capacità realizzativa di Pazzini soprattutto nel gioco aereo ed in acrobazia, “fenomenale” (la parola rende bene nel poco spazio a disposizione per descriverlo) Cassano nello sfruttare al meglio le infinite soluzioni di gioco di cui è capace.

mercoledì 22 settembre 2010

Stasera il mister a Free Tv per commentare Bologna-Udinese


Questa sera dalle ore 20.45 in diretta tv e in streaming il mister ospite di Lorenzo Petiziol a Sportissimo su Free Tv.
http://www.free-fvg.it/

martedì 21 settembre 2010

Bologna - Udinese: ecco il 4-3-3 di Malesani

Messaggero Veneto - 21 settembre 2010 - Pagina 14 - Sport
L'angolo tecnico
di MAURIZIO TROMBETTA

L’Udinese gioca in casa del Bologna la quarta di campionato. Il turno infrasettimanale consente fortunatamente di rifarsi immediatamente dopo la disastrosa disfatta casalinga. Si può dire che nessuno degli uomini scesi in campo contro la Juve ha fornito una prestazione sufficiente. E’ quindi attraverso un rendimento all’altezza delle possibilità e qualità di ogni singolo giocatore che tutta la squadra può tornare ad essere consona alle qualità dell’organico dell’Udinese. E’ invece evidentemente lo spirito di sacrificio e di abnegazione per la squadra che ha consentito al Bologna la rimonta di 2 gol contro la Roma all’Olimpico. Dopo aver provato anche la difesa a tre, Malsani sembra avere deciso di adottare un sistema di gioco 4-3-3, modulo in grado di consentire un discreto equilibrio.
lNON POSSESSO PALLA La squadra si muove in modo compatto soprattutto nella collaborazione 4 + 3 delle due linee di difesa e centrocampo. La linea di difesa è basata sui due centrali Portanova e Britos: così la grande esperienza ed affidabilità del primo viene unita alle notevoli qualità fisiche e tecniche del brasiliano. Lateralmente il raddoppio sistematico dei due laterali di centrocampo, Perez e Mudingayi, permettono di mascherare le non proprio eccelse doti difensive di Garics a destra e Rubin a sinistra. A completamento della linea di centrocampo il lavoro di schermo davanti alla difesa del mediano di fisico e qualità di gioco Radovanovic. La fase di riconquista viene svolta con l’applicazione semplice e corretta dei concetti di pressione sul portatore e coperture a scalare verso la palla, chiudendo le linee di gioco in verticale della squadra avversaria.
lPOSSESSO PALLA Anche qui la semplice applicazione dei principi del modulo 4-3-3 consentono di sfruttare al massimo le valide – non sempre fenomenali – qualità dei giocatori del Bologna. La diligente azione delle “catene” esterne Garics, Perez, Siligardi a destra e Rubin, Mudingayi, Di Vaio a sinistra, permette l’inserimento a turno del terzino o della mezzala in fascia. La razionale regia di Radovanovic, dotato di un buon lancio, consente il cambio gioco oppure il lancio sul movimento delle tre punte. Da sottolineare l’accorgimento tattico attuato da Malesani di giocare con gli esterni di attacco (quasi più trequartisti che punte) invertiti rispetto alla fascia di competenza: Siligardi o Meggiorini (mancini) a destra, Gimenez o Di Vaio (destri di piede), a sinistra per sfruttarne le possibilità di tiro o di passaggio filtrante. Considerazione a parte merita naturalmente Di Vaio (lui sì un fenomeno), il Di Natale del Bologna. Capace di adattarsi ad ala sinistra nel caso in cui giochi Paponi (o Meggiorini) come centravanti, diventa anche più pericoloso nel caso in cui agisce da prima punta avendo così ancora maggiore facilità per giungere alla conclusione.

sabato 18 settembre 2010

Sul Messaggero Veneto il Mister analizza Udinese - Juventus

Messaggero Veneto - Sabato 18 settembre - sport
L'ANGOLO DEL TECNICO

Occhio ai cross di Pepe e Krasic
di Maurizio Trombetta

Arriva a Udine una Juve reduce dal rocambolesco 3-3 di giovedì sera in Europa League con il Lech Poznan. Si rituffa nel campionato la squadra che già dopo il 3-3 con la Sampdoria è stata definita dal suo allenatore «non in grado di vincere lo scudetto». Da verificare la reazione della squadra alla provocazione di Del Neri che evidentemente non sente ancora il gruppo totalmente suo. Un po’ quello che succede a Guidolin, che ha preferito un’altra strada per evidenziare uno stesso malessere: farsi totalmente carico della responsabilità per non essere ancora riuscito a trasferire appieno la sua mentalità di attenzione ai minimi dettagli nella fase difensiva, anche nelle palle ferme.
lDIFESA La prerogativa delle squadre allenate da Del Neri è il movimento simultaneo della linea dei difensori curata in maniera quasi maniacale. Per ora il comportamento dei quattro della Juve è addirittura imbarazzante. Motta a destra sembra giocare in un campionato a parte, tutto suo. Le distanze tra i singoli del reparto, completato al centro da Bonucci e Chiellini e probabilmente a sinistra da Grygera, sono a volte troppo larghe per consentire un efficace aiuto reciproco di coperture preventive, consentendo così dei pericolosi uno contro uno. Situazione che può essere sfruttata efficacemente dagli avanti friulani.
lCENTROCAMPO Comincia ad avere una sua precisa fisionomia la linea mediana. La corsa e gli inserimenti di Marchisio, il contrasto e la presenza da mediano di Felipe Melo costituiscono nel settore centrale, un mix che ben si sposa con le idee dell’allenatore. Krasic e Pepe, entrambi esterni di destra, garantiscono quantità e qualità nelle azioni di corsa palla al piede sulle fasce. Tuttavia la fase di non possesso, non è ancora caratterizzata da una sufficiente pressione sul portatore di palla avversario che quindi non consente un recupero-palla in pressing, mandando in sofferenza la fase difensiva di tutta la squadra. Lo sviluppo del gioco si svolge per ora ancora principalmente su linee diagonali con azioni manovrate, e quindi non particolarmente veloci, con fraseggi che, con il cambio del fronte di gioco, permettono di sfruttare le grandi capacità di corsa degli esterni. Molto pericolosi al riguardo i cross tesi oltre la linea della difesa che sia Pepe che Krasic effettuano con naturalezza.
lATTACCO La coppia formata da Quagliarella e Del Piero giocando 1+1 dà il punto di riferimento del trequartista centrale che, prendendo palla tra le linee, può cercare la conclusione personale (specialità della casa) o la palla dentro per la prima punta e/o gli inserimenti degli esterni. L’eventuale scelta di una accoppiata Quagliarella-Iaquinta consentirebbe invece di giocare con due punte brave a buttarsi negli spazi, difendere palla e permettendo l’inserimento degli esterni per il cross e la conseguente conclusione dell’altra punta e dell’esterno opposto.

sabato 11 settembre 2010

Aspettando Inter-Udinese : l'analisi tecnica del mister

MESSAGGERO VENETO
VENERDÌ, 10 SETTEMBRE 2010 - Pagina 17 - Sport

di MAURIZIO TROMBETTA


È sempre meglio affrontare le grandi squadre a inizio stagione. L’Inter, come l’Udinese, viene da una delusione alla prima di campionato e al pari dei friulani ha in pratica cambiato quasi solo l’allenatore, mantenendo a grandi linee lo stesso organico dell’anno scorso. Proprio le possibili difficoltà di applicazione delle idee del nuovo tecnico dell’Inter possono essere per l’Udinese uno spiraglio positivo in questa difficilissima trasferta. Non è certo semplice per gli stessi giocatori che hanno vinto tutto l’anno precedente cambiare mentalità e concetti di gioco, soprattutto nel poco tempo avuto a disposizione in una preparazione post Mondiale. L’allenatore spagnolo, infatti, si basa su un calcio fatto di possesso palla con sviluppo di gioco corale, ottimo per sfruttare le enormi qualità tecniche dei suoi, abbinato a un pressing alto per recuperare palla il più vicino possibile alla porta avversaria, con accorciamento in avanti della squadra e conseguente innalzamento della linea difensiva. Il fatto è che si tratta di un concetto diametralmente opposto al calcio di Mourinho che voleva dieci giocatori dietro la linea della palla con la squadra che si abbassa per recuperarla nella propria metàcampo in spazi ridotti, per poi sfruttare le immense qualità sia tecniche che di velocità dei suoi attaccanti negli spazi larghi.
lDIFESA Mi auguro che il confronto tra questo reparto e il velocissimo attacco dell’Udinese possa essere decisivo per le sorti della partita. La linea difensiva Zanetti, Lucio, Samuel, Chivu non ha esattamente le caratteristiche adatte per giocare “alta” contro Sanchez, Floro e Di Natale. Penso che le giocate di Toto e le contromosse tattiche di Guidolin in questo settore del campo possono cambiare gli equilibri dell’incontro.
lCENTROCAMPO Credo che Benitez voglia ancora mantenere la disposizione 4-2-3-1 con Stankovic e Cambiasso bassi, Pandev, Snajder eEto dietro la prima punta. Qui vedo ancora delle difficoltà. A volte tempi sbagliati nell’applicazione del pressing permettono ripartenze avversarie pericolose per la linea difensiva che viene puntata con palla scoperta. In fase di possesso lo sviluppo della manovra con scambi palla a terra e sfruttamento delle fasce laterali mi sembra ancora troppo ordinato e prevedibile.
lATTACCO Anche qui l’Inter di Benitez non è ancora riuscita ad esprimere tutto il suo enorme potenziale. Sembra quasi che per ora Milito e i tre alle sue spalle spendano maggiori energie per il pressing in fase di recupero palla, piuttosto che per la fase di attacco e sviluppo della manovra finendo con il perdere incisività. Nel momento in cui il recupero palla sarà prevalentemente alto nella metàcampo avversaria torneranno a essere dolori per tutti.

sabato 28 agosto 2010

Inizia la collaborazione del mister con il Messaggero Veneto

VENERDÌ, 27 AGOSTO 2010 -MESSAGGERO VENETO
Pagina 17 - Sport

L’angolo del tecnico

Inizia a collaborare da oggi con il Messaggero Veneto Maurizio Trombetta, udinese doc, già calciatore professionista non solo dell’Udinese, ma anche di Catanzaro, Spal, Giorgione, Triestina, Pistoiese e Treviso, dal 1982 al 1994. E’ poi diventato allenatore, sedendosi, tra le altre, anche sulla panchina dell’Udinese, come secondo di Galeone prima e Guidolin poi. Nella sua carriera di mister, Trombetta può vantare una “perla” come la vittoria per 2-1 con il suo Cluj (club romeno) in Champions League all’Olimpico contro la Roma di Spalletti. Era il 2008. Attualmente Trombetta è libero da impegni professionali.
* * *

E’ con grande piacere che mi accingo a redigere questa rubrica settimanale per il naturale affetto che mi lega alla Società a cui si aggiunge quest’anno la stima ed amicizia con Guidolin e il suo staff.
lDIFESA Davanti all’ottimo nuovo portiere Eduardo gli innesti di Dainelli, nel mercato di gennaio, e il rientro di Ranocchia dal Bari quest’estate, hanno aggiunto potenza, qualità e centimetri a un reparto già tosto e rodato. Lo schieramento ideale è a 3. Gasperini comunque è capace di ricorrere anche alla difesa a 4 in corso d’opera.
lCENTROCAMPO Reparto con giocatori molto duttili, un esempio per tutti il capitano Marco Rossi, qui sono stati fatti gli acquisti più numerosi e importanti. Credo però che Gasperini preferirà affidarsi in questa partita ancora il più possibile ai suoi “aficionados”. Sarà naturalmente fondamentale per i bianconeri la supremazia nei “rimbalzi” di centrocampo per poter poi sfruttare al meglio il caratteristico gioco di recupero palla e veloci ripartenze prediletto da Guidolin.
lATTACCO Reparto che si regge sulle spalle forti e grosse di Luca Toni, punta centrale, inserito in un contesto di giocatori che forniscono ampie garanzie di rendimento e pericolosità. Unico settore in cui il tecnico ha potuto lavorare con continuità in questo precampionato, la disposizione dei 3 davanti si completa con Sculli o Palladino a sinistra e Palacio a destra. E’ il reparto che potrebbe mettere in maggiore difficoltà la contrapposta difesa dell’Udinese.

venerdì 6 agosto 2010

St. Veit (Austria), intervista al Mister

L'intervista di Mediagol.it al mister a St. Veit, in Austria, nel ritiro del Palermo.


lunedì 15 marzo 2010

COMUNICATO UFFICIALE

In conseguenza di delicate questioni familiari, il mister Maurizio Trombetta ha chiesto alla società Reggina Calcio di rimettere il proprio mandato di responsabile della squadra Primavera. Nel ringraziare il Presidente Foti e tutto lo staff del settore giovanile per la sensibilità dimostrata, augura ai propri giocatori e tecnici un proficuo proseguimento della stagione agonistica.

lunedì 15 febbraio 2010

Mister Trombetta nuovo allenatore della squadra Primavera della Reggina




Il nuovo allenatore della formazione Primavera della Reggina calcio è Maurizio Trombetta. Il Mister dopo Cluj, indosserà un'altra divisa amaranto, quella della Reggina. Oggi pomeriggio alle 15.00 dirigerà il primo allenamento.

lunedì 25 gennaio 2010

Questa sera alle 20.50 su Free TV












Appuntamento su FreeTv alle 20.50 per seguire i commenti tecnici su Udinese-Sampdoria del mister ospite della trasmissione "Sportissimo" dedicata all' Udinese Calcio presentata da Marina Presello .

domenica 24 gennaio 2010

Stasera il Mister a Telequattro per commentare la partita Udinese-Sampdoria




Oggi, 24 gennaio 2010, alle ore 21.00 il mister sarà ospite di Daniele Benvenuti negli studi di Telequattro (redazione di Udine) per commentare la gara che l'Udinese ha perso con la Sampdoria di Gigi Del Neri.

Il mister intervistato dal quotidiano di Cluj "Ziua Cluj"



Intervista rilasciata dal mister al giornalista rumeno Denis Barabas del quotidiano "Ziua Cluj" pubblicata sabato 23 gennaio 2010.

martedì 19 gennaio 2010

Il mister stasera a Sky



Il mister sarà oggi ospite in diretta (alle ore 23.00) a Calciomercato la trasmissione di Sky condotta in studio da Alessandro Bonan e Gianluca Di Marzio.