giovedì 23 dicembre 2010

Ammirevolmente Slowfootball

Io, Maurizio Trombetta uno dei fondatori/ideatori del movimento “Slowfootball” sto con Rafa Benitez.
Si lo so non è facile prendere una posizione precisa e definita, soprattutto in  questo momento in cui sono ancora in via di definizione le decisioni che riguardano la Società nerazzurra, reduce dal successo mondiale (assolutamente da rivedere la formula, il Mazembe non può essere considerata la squadra numero 2 al mondo), ma che sta attraversando un periodo particolarmente difficile e delicato.
Ma per ora, per il modo in cui si è comportato, in maniera professionale e con dichiarazioni anche abbastanza pacate dopo un periodo molto difficile, sto con l’allenatore.
E chiudo qui, senza altre argomentazioni, perché nel frattempo, purtroppo, è successo che è mancato Enzo Bearzot.
Ed allora a proposito di allenatori…
Grande Allenatore della Nazionale Campione del Mondo nell’82 in Spagna, quando io appena mi affacciavo alla carriera di calciatore, in un’estate che per me ha segnato il passaggio dalle fila del Settore Giovanile dell’Udinese a quelle del Catanzaro in Serie A.
E chi più  e meglio di lui può rappresentare lo spirito ed il sentimento “slowfootball”…!
Uomo di sport, friulano di origine,  capace di raggiungere enormi successi sportivi, anche e soprattutto in funzione di un comportamento basato su valori umani e fatto di relazioni interpersonali “forti”.
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, ma leggendo i giornali di oggi naturalmente la commozione sale spontanea, nel ricordo di un uomo grande che è rimasto semplice.
Valori, rispetto, “gruppo”… alcune delle parole che ricorrono nei servizi e sugli articoli che lo riguardano in queste ore.
Perciò non credo sia giusto aggiungere nient’altro a ciò che dicono persone che lo hanno conosciuto e vissuto molto più di me, ma solo apprezzare e tenere sempre come preciso punto di riferimento mio personale (e perché no anche di tutta la categoria degli allenatori…), in quest’occasione, il suo modo di essere ammirevolmente… “SLOWFOOTBALL”.
Mandi “vecio”.

giovedì 16 dicembre 2010

Un finezza estetica di grande sostanza...

VSP of the week : Denis!
Comincia a diventare un abitudine… Ma probabilmente, essendo io un ex attaccante (fra l’altro non uno che facesse molti gol), sono più portato a tenere in considerazione i gesti tecnici dei giocatori di attacco.
Questa volta voglio segnalare come personaggio “slowfootball” della settimana, ancora una volta una punta ex Napoli: “El Tanque” German Denis.
Colpo di tacco in mezzo all’area di rigore, dopo un controllo su palla filtrante, a smarcare l’accorrente Di Natale per un appoggio in rete facile facile. Non un gesto tecnico difficilissimo, ma mi ha emozionato, per quello che ha rappresentato per il giocatore e per quello che ha significato il gol per la squadra. Il gol della vittoria, meritatissima per l’Udinese, ma non assolutamente facile per come si era messa la partita, con la Fiorentina in vantaggio nel primo tempo sull’unico tiro in porta. Una prima importante soddisfazione per Denis, reduce da infortunio, acquistato come giocatore importante, ma che sta facendo fatica ad imporsi in squadra. Non è certo un giocatore prettamente tecnico “El Tanque”, ma è stato bello vederlo fare una finezza estetica di grande sostanza, in quanto necessaria ed utilissima per permettere la conclusione facile per il compagno meglio appostato, fra l’altro a conclusione di un azione corale molto bella ed insistita.
Aveva già provato un colpo di tacco a metàcampo, dando prova di non essere un palleggiatore sopraffino ed al contempo di “strafare” un poco, dimostrando di volersi mettere in evidenza in modo forse eccessivo.
Aveva manifestato subito grande impegno e voglia di fare appena entrato in campo in sostituzione di Ashamoa, ma con troppa foga e qualche imprecisione. Spero che Denis si renda conto il più presto possibile di avere esattamente le caratteristiche adatte per diventare un beniamino del tifoso friulano: mettere in campo tutto quello che si ha, con il massimo impegno e dedizione per la “maglia”; pazienza se con qualche limite di morbidezza di piede. Io dico che è più forte del “Pampa” Sosa, che qualcosa qui ad Udine aveva fatto. E poi mi sembra che con Di Natale e Sanchez per quanto riguarda i “numeri” e le finezze tecniche l'Udinese non sia messo proprio malaccio…! Dunque Very Slowfootball persone of the week Denis e siccome siamo di Slowfootball aspettiamo le prossime sue magie...
Maurizio Trombetta

sabato 11 dicembre 2010

Udinese-Fiorentina: trovato l'equilibrio a centrocampo

Messaggero Veneto, venerdì 10 dicembre 2010
L'ANGOLO TECNICO
di Maurizio Trombetta

Scongiurata l’astensione dei giocatori, per fortuna si gioca. E tanto per cambiare, contro un avversario che è ricco di analogie con l’Udinese. La Fiorentina, un punto meno dei bianconeri, per qualità di organico anche lei potenzialmente subito dietro alle grandi del campionato, come il gruppo di Guidolin è alle prese con gli inevitabili problemi relativi al cambio di allenatore in un gruppo che è cambiato poco. Mihajlovich, dopo Prandelli, ha avuto un difficilissimo periodo in avvio di campionato, toccando anche il fondo della classifica. Brava la società che con l’allenatore ha avuto la forza e la pazienza di aspettare il recupero di giocatori importanti. Fra i tanti indisponibili per infortuni e vicissitudini varie, quelli che sicuramente sono stati decisivi per l’inversione di rendimento nel 4-2-3-1 viola, sono i recuperi in campo di Mutu e D’Agostino. La Fiorentina è una squadra che segna e subisce poco: come l’Udinese ha stesso numero di gol subiti e realizzati, a dimostrazione di un equilibrio ritrovato specialmente in quest’ultimo periodo di campionato.
lDIFESA Il portierone Boruc, capace di interventi strepitosi, ma anche di disattenzioni clamorose, ha davanti a se una linea a quattro composta da , Comotto (o De Silvestri), Gamberini, Koldrup e credo Felipe a sinistra. L’ottimo comportamento avuto nella situazione di emergenza delle ultime gare, dal giovane esordiente Camporese sul centro sinistra, potrebbe portare Mihajlovich a rinunciare a un po’ di esperienza in mezzo, permettendogli però così di dare un forte segnale di stimolo per gli altri giovani della “rosa”. La linea si comporta in maniera razionale e attenta in fase di copertura, facendosi difficilmente trovare fuori posizione. Con un’assetto simile, sarebbe naturalmente portata a spingere maggiormente in fascia destra visto che l’ex bianconero Felipe è un difensore centrale.

CENTROCAMPO Gran bell’equilibrio trovato nella cerniera arretrata con il duo Donadel-D’Agostino. L’ex udinese è l’unico in grado di dare il necessario apporto di qualità e geometrie di gioco, con la possibilità di accelerare o diminuire il ritmo, e di verticalizzare con il lancio lungo per gli attaccanti. Il capitano ci mette “cuore”, polmoni e contrasto in quantità. Concreta e attenta la fase di non possesso palla, completata dal trio Santana, Ljiajic e Vargas, pronti a tornare sotto la linea della palla, nei rari casi in cui non riescono a concludere l’azione.

ATTACCO A meno di un recupero in extremis di Gilardino, dovrebbe giocare Mutu come unico riferimento avanzato. Il rumeno è una classica seconda punta, ma con la classe che si ritrova sa ricoprire anche l’altro ruolo in maniera molto efficace. Risulta meno importante nella fase di costruzione della manovra, ma è in grado di essere ancora più letale nelle finalizzazioni. Santana a destra e Ljiac centralmente (ancora un po’ acerbo, ma gran talento), garantiscono dribbling e buoni inserimenti soprattutto palla al piede. Il rientro in squadra di Vargas ha portato corsa, conclusioni e cross insidiosissimi (capace di centrare anche con l’avversario in pressione stretta) anche dal lato sinistro.

martedì 7 dicembre 2010

Fabio Quagliarella: gol e sorrisi, entra fra i "VSP of the week"

E’ passata un’altra settimana di campionato. Di cui più della metà spesa giocando, dato che la quindicesima giornata è stata disputata nell’arco di quattro giorni, dal venerdì al lunedì sera. Non proprio in linea con i “vecchi valori tradizionali” stile slowfootball, delle partite giocate tutte in contemporanea, come succedeva una volta. All’estero è già un’abitudine, come mi sono accorto due anni fa nella mia esperienza in Romania. E’ la legge imposta dalle Televisioni, il futuro va in questa direzione. E’ certamente meno “romantico”, ma secondo il mio giudizio non così terribile come si potrebbe pensare. Voto ? Ancora insufficiente, “da rivedere”.
Altra settimana e altro bomber napoletano che mi piace segnalare come personaggio “slowfootball”. Si tratta di Fabio Quagliarella, per l’innegabile bellezza e varietà con cui ha segnato tre splendidi gol nella vittoria per 3 a 1 della Juve a Catania. Uno dei quali, tra l’altro il più difficile per esecuzione, al volo di piatto sinistro con tecnica e coordinazione sopraffina, ingiustamente annullato. Naturalmente anche perché non sicuro al 100% del fatto che la palla fosse realmente entrata in porta, lui non si è perso in tante proteste e nel giro di un quarto d’ora ne ha fatti altri due altrettanto belli. Un sinistro quasi chirurgico, dopo controllo a seguire perfetto dentro l’area di rigore, e un tiro da fuori area di destro, “sorprendente”, se non fosse che lui ci ha abituati a soluzioni simili. Bello il messaggio per i ragazzini, che guardano a Quagliarella come a un esempio, di accettare anche i possibili errori di valutazione da parte dell’arbitro, rimboccandosi le maniche per fare ancora meglio, invece che “piagnucolare” rifugiandosi in inutili lamentele, come purtroppo tanti giovani sono sempre più abituati a fare…
Come belle e scherzose sono state le parole durante l’intervista “a caldo” fra il primo ed il secondo tempo (non è facile essere rilassati e sereni trenta secondi dopo il fischio dell’arbitro…), quando ha considerato ironicamente che in ogni squadra in cui gioca lui, si vada sempre in cerca di un bomber. Come se lui fosse uno che non segna…!
VSP: “Very Slowfootball People”, per l’estetica dei gesti tecnici e per il comportamento davanti al microfono.
Citazione d’obbligo anche per i tifosi dell’Udinese. E per i tifosi di tutte quelle squadre come il Parma, con cui organizzano il Terzo Tempo eno-gastronomico, come ho letto che hanno fatto in Emilia. E’ in assoluto il comportamento slowfootball per eccellenza. Mi par di capire che meriterebbero il premio più o meno quasi ogni settimana…!

sabato 4 dicembre 2010

Parma-Udinese: E' un -4-3-3 atipico

sabato 4 dicembre 2010 - Messaggero Veneto
L'angolo tecnico
di MAURIZIO TROMBETTA
La trasferta di Parma potrebbe rappresentare un buon test per poter effettuare un primo parziale bilancio della stagione bianconera. Gli emiliani hanno ha otto punti in meno rispetto alla passata stagione e l’Udinese ne ha “solo” due in più. Non credo che basti il pur importantissimo “scambio” di allenatori sulle panchine della rispettive squadre per spiegare questo cambio di rendimento, attualmente parziale, delle due compagini. Penso sia anche dovuto a una evidente miglior qualità di organico da parte dell’Udinese e, sicuramente, a una maggior esperienza e stabilità di struttura della società bianconera. La sicurezza dimostrata da Pozzo nel necessario periodo di adattamento della squadra al nuovo allenatore, ha certamente avvantaggiato Guidolin rispetto a quanto avvenuto per Marino a Parma da dove si è ripartiti da un “atipico” 4-3-3.

DIFESA Disposta a quattro da destra a sinistra con Zaccardo, Paletta, Lucarelli e Antonelli (o Gobbi), non brilla certo per agilità di movimento e capacità di adattamento a situazioni tattiche impreviste. La linea si comporta in maniera corretta alzandosi e abbassandosi in contemporanea, forse un po’ troppo ”a zona”, lasciando quindi a volte troppa libertà agli attaccanti avversari, soprattutto sui movimenti in verticale sia dentro che fuori dalla linea. Maggiore spinta in fase di costruzione del gioco col terzino di fascia sinistra.

CENTROCAMPO In mezzo “comanda” Dzemaili, una specie di carrarmato davanti alla difesa, lento ma di sostanza nel recupero palla, con due mezzali di caratteristiche diverse. Candreva, probabilmente un po’ troppo “fenomeno” per questa Udinese di Guidolin già così ben messa a centrocampisti agisce a sinistra, Morrone, uomo semisconosciuto al grande pubblico, ma anima e sostanza del Parma, a sinistra. Lui sì era un uomo che Guidolin avrebbe voluto a Udine se non ci fosse già stato un certo signor Pinzi.

ATTACCO A questo reparto si riferiva il termine “atipico” del 4-3-3 di Marino, soprattutto per le caratteristiche di Giovinco, che partendo dalla sinistra, ha la libertà di accentrarsi e di comportarsi un po’ a suo piacimento dando un tocco di fantasia ed imprevedibilità, oltre che di pericolosità, nelle conclusioni dalla zona di centro-sinistra. Al centro il mai domo Crespo abilissimo nel chiudere le azioni sul cross soprattutto con movimenti di anticipo sul primo palo sia di testa che di piede. A completare il trio a destra Angelo una tipica ala di corsa e potenza, non gran dribbling, ma ottima capacità di cross in corsa, il “pane” ideale per le conclusioni di Crespo o gli eventuali inserimenti del centrocampista di parte opposta.